Dopo aver sentito e letto diverse motivazioni sulle mie dimissioni, sia su comunicati stampa della società (Villa D’Oro o UVP che sia) sui sugli organi di stampa e nell'ambiente hockeistico emiliano, penso sia doveroso intervenire per chiarire e tutelare la mia persona e e la mia professionalità come allenatore.
La rinuncia al ruolo di allenatore della squadra di serie A2 della Villa d'Oro Modena non è è dovuta alla mia volontà di dare una scossa alla squadra (come dice il comunicato stampa societario), ma alla mancanza di appoggio e supporto da parte della società nei momenti in cui ho avuto bisogno, soprattutto quando sono stato bersagliato dalla stampa modenese. La dirigenza avrebbe dovuto, dopo avermi confermato la fiducia, difendere con fermezza e decisione il mio operato senza lasciare ombra di dubbio e questo non è mai successo.
Dall’inizio della stagione la società si è dimostrata assente sotto tanti punti di vista: organizzazione e presenza fisica. Non è solo una mia opinione, ma un sentimento diffuso e condiviso anche da chi ha operato con me in seno alla squadra di serie A2. La società è stata sempre presente solo attraverso comunicati stampa che a volte non hanno contribuito a mantenere la serenità all’interno della squadra: non avevamo bisogno di questo.
Io avevo accettato questa sfida con tanto entusiasmo. Essendo questa la mia prima esperienza in A2 avrò sicuramente commesso degli errori, ma tutti sapevamo di aver una squadra di categoria inferiore e il mio compito era quello di farla crescere. Forse non ho fatto abbastanza e mi prendo le responsabilità come se la prendono i giocatori. Chi non se le è mai prese è la società, forse perché non è chiaro se è Villa d’Oro oppure UVP, quindi nessuno si fa carico di nulla.
Il motivo delle mie dimissioni non ha nulla a che vedere con la presenza del professor Gianni Massari nei progetti della nuova società. Figuriamoci. Il prof. non si discute e a lui va tutto il mio rispetto e la mia ammirazione; il suo contributo come consulente della commissione tecnica può solo migliorare il lavoro fatto fino ad ora, che tuttavia non ritengo sia da buttare.
Mirandola negli ultimi 10 anni è stata punto di riferimento nell’Emilia, primeggiando in quasi tutte le categorie giovanili. Negli ultimi 7 anni ci siamo proposti ai vertici dell’hockey giovanile Italiano con risultati stupefacenti per la nostra realtà: 4 finali scudetto (1 oro, 3 argenti) e 2 bronzi nelle finali di campionato italiano: 3 finali (2 ori e 1 argento) e 1 bronzo alle finali di coppa Italia. Inoltre abbiamo contribuito alla causa azzurra con ben 7 atleti nelle diverse nazionali giovanili.
Non mi sento rappresentato, al contrario, da una commissione tecnica che dovrebbe giudicare il nostro operato, all'interno della quale non c'è chiarezza nei criteri sulla assegnazione dei ruoli.
Non penso di dimettermi dall’incarico che ho nelle squadre giovanili, perchè ritengo che sia una gestione diversa rispetto a quella della serie A2 e soprattutto per l’impegno preso nei confronti dei bambini e genitori, a meno chè la società la pensi diversamente; in questo caso non potrò farci nulla.
Voglio concludere facendo un “in bocca al lupo” ai giocatori della squadra di A2, ringraziandoli tutti e augurando loro la salvezza. Sarò un loro tifoso (nel bene e nel male avrò sempre una percentuale di responsabilità) e a tutto l’Hockey Pico dico che fino a quando avrò la possibilità di esserci, l’hockey mirandolese non sparirà e farò tutto il possibile per la sua crescita. Anche perché sono un argentino mirandolese!!!!
Ruben Alejandro Jofrè