Ci ha messo un po per ritrovare il sorriso Massimo Mariotti, nonostante un successo che legittima il titolo di squadra più forte al mondo. Mi sarebbe piaciuto riuscire a fare una prestazione più spettacolare spiega il tecnico del Golfo una coppa intercontinentale non si gioca tutti i giorni in Italia: è stata la prima volta ed è stato importante vincerla ma avrei voluto fare qualcosa di più. Da parte nostra abbiamo giocato una buona partita contro una squadra giovane, brevilinea, il San Juan ha pensato soprattutto a contenere e su un fondo come questo si sono trovati maggiormente a loro agio. Noi abbiamo una squadra in alcuni uomini un po pesante per struttura fisica ed abitudine al parquet e il fondo della pista non ci ha chiaramente aiutato.
Le occasioni comunque ci sono state e il successo è più che meritato. Sul 3-0 abbiamo preso il 3-1 evitabile, sul 4-1 è successo la stessa cosa: alla fine non siamo riusciti a fare quel passo in più che avrebbe permesso di chiudere la gara in maniera diversa, però resta la soddisfazione enorme di aver chiuso un ciclo sportivo, solo quello perché quello globale della società e dei ragazzi continua, di vittorie iniziato due anni e mezzo fa e che stasera ci ha laureato campioni del mondo per club, il massimo per Follonica e per la carriera di questi giocatori. Lho già detto tante volte nel corso della stagione: alla fine conteranno i trofei, lEtruria ne ha già conquistati tre ed in Italia comunque vada nessuno sarà capace di fare di meglio, questa squadra non è finita e lo ha dimostrato anche stasera indipendentemente da chi resta, da chi se ne andrà e da chi arriverà, il nucleo rimarrà questo e rimarrà vincente.
FOLLONICA. Lo stereo a palla nello spogliatoio, che ripete sempre quelle due canzoni: We are the champions dei Queen e Balliamo sul mondo di Ligabue. Oggi la gioia è tutta per il titolo di campioni del mondo, che rimarrà per sempre a lettere doro nel palmares degli azzurri. Questo successo è il coronamento di un cammino iniziato con la coppa Cers conferma Mirko Bertolucci abbiamo completato la scala reale nel minor tempo possibile, visto che ci sono squadre che in tutta la loro esistenza non vincono quello che abbiamo vinto noi in tre anni. La coppa del mondo è il decimo trofeo vinto in meno di tre campionati, forse solo il grande Barcellona ha fatto qualcosa di simile. Adesso ancora qualche ora di festa, perché bisogna essere bravi a vincere ma anche a godersi i successi, poi di nuovo a testa bassa nel campionato, perché noi non ci accontentiamo mai e ci piace più rivincere che vincere.
Un cammino che rimarrà per sempre nella storia dellhockey mondiale conferma Ale Michielon raggiungere la coppa intercontinentale vuol dire passare tanti anni a lottare ed almeno un paio a vincere di tutto. Si chiude un cerchio ma siamo già pronti per riaprirne un altro, siamo qui per lottare e per continuare a vincere. Non siamo mai sazi e questa è la nostra forza. Infine ricordo a tutti che questo è lunico appuntamento che rende un club campione del mondo, se non vinci la Champions a questo punto non ci arrivi. Sintesi confermata dal gemello Alberto, che si è pure tolto lo sfizio di segnare: Serata esagerata e spettacolare. Sono orgoglioso di essere fra gli unici, assieme ai miei splendidi compagni, uomini e guerrieri, ad aver disputato e vinto la coppa intercontinentale in Italia. E un regalo anche per tutti i nostri tifosi che non ci hanno mai mollato e che hanno urlato per tutte le partite di tutti i trofei. Nella vita spesso non bastano le parole, questa è una sensazione meravigliosa . Sul gol: di certo è una soddisfazione immensa ma se non ci fossero i compagni non sarei qui a festeggiare, ognuno fa il suo e stavolta il gol è toccato a me, la prossima toccherà a qualcun altro.
Ha segnato a Torres Novas, lo ha fatto anche contro il Conception: quando servono i suoi gol Sergio Silva non manca mai. Una soddisfazione che non avrà mai pari, anche se spero che ci siano ancora serate come queste. E un traguardo importantissimo che tutte le società del mondo vorrebbero giocare, io ho avuto la fortuna di trovare qui a Follonica dei campioni, di formare una squadra fortissima e di vincere tutto quello che cera da vincere. La serata di oggi è il top, siamo tutti felici e faccio i complimenti a tutti i compagni e ad un pubblico che si è meritato un bel pezzo di questa coppa, ci hanno sempre aiutato a vincere con la loro presenza e con le loro grida. Infine unultima cosa: per giocare una finale di coppa intercontinentale e diventare campioni del mondo di club chiunque deve vincere o la coppa Panamericana o la Champions in Europa, quindi i campioni del mondo siamo noi.
Una soddisfazione particolare è anche quella di Enrico Mariotti, litaliano più titolato al mondo. Sono orgoglioso di rappresentare una società come lEtruria, oltre ad un pubblico ed una città che mi hanno dato tantissimo, lo vorrei sottolineare a lettere maiuscole. Abbiamo vissuto due anni e mezzo nellovatta, il mio impegno è sempre massimo e cerco di dare il meglio di me stesso al servizio della squadra. Con questo successo si è chiuso un capitolo ma adesso iniziamo a scrivere altre pagine, rimane il campionato che è un obiettivo fondamentale. Grazie ancora alla città, le autorità, i tifosi che ci seguono ovunque e che non smetterò mai di ringraziare, i compagni e chi mi è stato vicino nel momento per me difficile della malattia ad inizio stagione.
E forse il giocatore più in forma del periodo, Alessandro Bertolucci ha dato fastidio al San Juan appena entrato in campo. Non mi prendevano mai, mi sentivo bene e ho cercato di dare il massimo come sempre, non ho segnato ma ho dato una buona spinta alla squadra nei cambi di ritmo. Le iniziative personali in queste serate passano in secondo piano, contano la squadra, la città, i tifosi, questa storia che abbiamo scritto e che continueremo a scrivere. Il bello deve ancora venire, bisogna tenere cucito lo scudetto conquistato nel 2006, questa squadra la danno sempre per finita ed invece siamo ancora in prima linea a vincere.
Anche al Palagolfo la porta azzurra è rimasta in buone mani, quelle di Guillerme Silva. Questa coppa lho vinta già 17 anni fa ma non mi ricordo nemmeno che emozioni ho vissuto allora, stasera il palazzetto pieno di follonichesi ci ha dato una spinta ulteriore e noi abbiamo regalato uno spettacolo importante, una sfida secca che andava giocata come abbiamo fatto, studiando lavversario e sfruttando i loro punti deboli giocando il nostro hockey. E una grande soddisfazione giocare in questa squadra, adesso sotto con lo scudetto.
Assieme a Marco Pagnini, medagliato con orgoglio a soli 18 anni, Andrea Tosi è lunico follonichese fra i giocatori. Quando si fa parte di un gruppo così è sempre una soddisfazione, anche se non si gioca molto. So qual è il mio ruolo, cerco di svolgerlo al meglio e quando vengo chiamato in causa voglio rispondere presente, anche perché in allenamento durante la settimana la mia dose di pallinate me la prendo anche io! Sono orgoglioso di far parte di questo gruppo, adesso speriamo di continuare a vincere con questi ritmi.
Michele Nannini