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L’Hockey Lodi, la “rivalità” con il Novara e quella coppa assegnata per... pioggia


La finale della prima edizione della manifestazione tricolore vide protagonisti i bianconeri.

Scritto da Il Cittadino di Lodi - Pubblicato il 21/11/2011 - 10:06

LODI
La strana storia della Coppa Italia che l’Hockey Club Lodi perse per... pioggia. E forse l’origine della rivalità tra Lodi e Novara. È il 1966, l’hockey in Italia si gioca da più di quarant’anni ma è e rimane uno sport di dilettanti. Anche ai massimi livelli. L’organizzazione da parte della federazione è lacunosa, anzi si rivela un boomerang anche il tentativo di allargare gli orizzonti di una disciplina da sempre rinchiusa in spazi troppo stretti. In quell’anno oltre ai campionati di Serie A, B e C si decide di organizzare la prima edizione della Coppa Italia. L’hockey è uno sport estivo, perché ci sono le piste, mica i palazzetti. Le tribune, quando ci sono, non hanno nemmeno una tettoia. Quindi o si gioca d’estate o si rischia di non giocare per niente.
Nel 1966 succede che la stagione regolare, che solitamente va da giugno a settembre, si allunga perché si rende necessario uno spareggio per non retrocedere, al quale purtroppo partecipa l’Hockey Club Lodi. È la squadra dei lodigiani Mario Simonetti, Beppe Bisleri e Pietro Peja, dei fratelli monzesi Aldo ed Enrico Gelmini, del portiere brianzolo Patrini e del terzino milanese Breda; e come prime riserve ci sono altri due lodigiani, Rinaldo Uggeri e Piero Carini. La squadra bianconera è al suo sesto campionato di Serie A e l’anno precedente si era salvata senza troppi patemi, ma stavolta qualcosa va storto: in squadra ci sono sei attaccanti e appena due difensori e solo grazie alla vittoria all’ultima giornata sul Bassano si evita la retrocessione diretta. Ma non un’ulteriore sfida con l’Arengo Monza per giocarsi la permanenza in A.
«Dovevamo giocare di sabato sera (l’8 ottobre 1966, ndr) in campo neutro a Novara - racconta Rinaldo Uggeri - sulla pista scoperta che ancora esiste (il Comune l’ha coperta con un pallone e destinata alle partite del settore giovanile: ah, che rimpianti per ciò che invece è successo al nostro “Revellino”, ndr). Ma pioveva che Dio la mandava, quindi decidemmo di rinviare lo spareggio alla mattina dopo. Il Monza rimase la notte a Novara, noi tornammo a Lodi e devo ammettere che forse qualcuno non andò subito a dormire... La domenica ripartimmo all’alba, ricordo che venne a prendermi Simonetti con la sua “500”. A Novara il tempo era ancora brutto, ma non pioveva e la pista non era troppo bagnata (i documenti ufficiali della federazione nelle note della partita riportano: “Pista ancora umida per la pioggia caduta sabato”, ndr). Quindi giocammo».
I bianconeri, stanchi per il viaggio, però giocano male. Malissimo. Perdono 5-1, malgrado il gol finale di Simonetti. E nello spogliatoio ci sono musi lunghi: qualcuno accusa non troppo velatamente il portiere Patrini, monzese, di aver venduto la partita. Prove ovviamente non ce ne sono, ma di fatto l’anno successivo Patrini lascia l’Hockey Lodi per vestire proprio la maglia dell’Arengo Monza... Tant’è, il risultato della pista non cambia: i bianconeri retrocedono in B proprio nell’anno in cui nasce l’Amatori.
«Non ricordo molto di quella stagione - racconta Pietro Peja, difensore di quella squadra che abita a Borgo San Giovanni -. Ho giocato 32 anni nell’Hockey Lodi, il giornale “La Libertà” di Piacenza scrisse che feci 430 partite. Altri tempi: non c’erano palazzetti, le piste erano all’aperto. Al “Revellino” c’era una tribuna fatta con i tubolari».
Come detto, la stagione 1966 non è finita perché, a conferma del valore di quella rosa, l’Hockey Lodi si è guadagnato la finale di Coppa Italia, in cui deve affrontare il Novara del cannoniere Zaffinetti (ed eccoci alla famosa rivalità). Ma il maltempo è di nuovo in agguato, quindi a sorpresa le società decidono di anticipare di un giorno la partita di andata al “Revellino”. Si gioca mercoledì 12 ottobre, non c’è più Uggeri che il giorno prima è partito per Trapani per il servizio militare. E non c’è nemmeno l’infortunato Breda.
“All’insaputa di tutti - riporta un ritaglio della “Gazzetta dello Sport” rintracciato nell’archivio della Lega hockey - sovvertendo la primitiva decisione che dava per stasera l’effettuazione della prima gara di finale della Coppa Italia, Lodi e Novara hanno disputato ieri sera il loro confronto”.
Gli azzurri, nelle cui fila milita anche il futuro giocatore e allenatore dell’Amatori Franco Mora (che sulla panchina giallorossa ha poi vinto scudetto e Coppa delle Coppe), si impongono per 3-2, segnando nel primo tempo con Zaffinetti al 4’ e Crotti al 17’ e nella ripresa con Marcon al 13’, resistendo poi alla rimonta lodigiana che si ferma ai gol di Bisleri al 23’ e Simonetti al 24’.
“Ovviamente lo stadio era deserto - riprende l’articolo della “Gazzetta” -. I lodigiani hanno ceduto di stretta misura (...) dopo una partita generosa e gagliarda in cui hanno riscattato l’incontro perduto contro l’Arengo”. E poi ancora: “Hanno perso di stretta misura ma a loro scusante va messa anche un po’ di sfortuna, per i tre pali colpiti in pieno a portiere battuto e per l’assenza di Breda, che nelle ultime partite aveva dimostrato di essere il più in forma. Dobbiamo dire infine che, more solito, i lodigiani hanno fallito ben cinque rigori, e questo evidentemente non si può più attribuire alla malasorte”, si chiude l’articolo un po’ di parte.
L’umore nell’ambiente bianconero non è certo dei migliori e la prospettiva di tornare per il retour match a Novara una settimana dopo lo spareggio perso con l’Arengo contribuisce a rabbuiare gli animi di tutti. In più, piove. Ancora. A Lodi, quanto meno. Così dirigenti e giocatori hanno tutto fuorché l’intenzione di affrontare un nuovo viaggio a vuoto a Novara per una coppa che, essendo alla prima edizione, tutti considerano all astregua di un’amichevole.
“Alle 15 di oggi - si legge sull'articolo della “Gazzetta” del 16 ottobre - i dirigenti del Lodi avevano telefonato alla segreteria del Novara comunicando che, in considerazione della pioggia, ritenevano inutile venire a Novara per l’incontro fissato di comune accordo per oggi alle ore 16, e avevano lasciato in libertà i loro giocatori”.
Ma a Novara, purtroppo, non piove. E allora: “L’arbitro designato, Farneti di Monza, (...) assegnava la vittoria (5-0) al Novara per rinuncia del Lodi”.
E la prima Coppa Italia va in archivio così.

Ma.Op.

Parole chiave: Amatori Lodi, Coppa Italia, Finale,
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