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L'Argentina non conosce ostacoli: anche il Cile si illude e poi crolla


Il Cile segna su rigore il gol del vantaggio che gela il Cantoni, ma il sogno dura poco: il derby delle Ande si trasforma in un monologo argentino che alla fine lascia sul campo un Cile tramortito da un pesante 12-3 che non lascia spazio a recriminazioni. L'Argentina affronterà in semifinale il Portogallo col vento in poppa e i favori del pronostico: l'obiettivo è la finale con la Spagna per vendicare San Juan 2001.

Scritto da Redazione - Pubblicato il 30/09/2011 - 04:43 - Ultima modifica 01/10/2011 - 04:53

Esteban Abalos e Reinaldo Garcia.

Foto Marzia Cattini

ARGENTINA - CILE 12-3 (primo tempo: 4-1)
MARCATORI: 8.50 Fenandez (rig), 9.08 R.Garcia (rig.), 14.33 Nicolia, 19.46 Velazquez (rig), 20.00 Alvarez. Nella ripresa: 5.20 Paez, 7.49 E.Garcia, 8.16 Ordoñez, 10.18 R.Garcia, 10.38 E.Garcia, 11.24 Fernandez (Pun), 11.47 Alvarez, 12.11 Diaz, 14.03 e 17.34 E.Garcia.
ARGENTINA: M.Alvarez, Ordonez, Velazquez, E.Garcia, R.Garcia, Abalos, P.Alvarez, Paez, Nicolia, Kennan. All. Martinazzo.
CILE: Armijo, Illanes, Castro, Diaz, Osorio, Carmona, Salgado, Fernandez, Andrade, Escudero. All. Llera. 
ARBITRI: Valverde e Gomez (Spagna) 

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Dura qualche minuto l'illusione cilena di fare le scarpe all'Argentina sulla pista di casa, nel mondiale di casa. Dura il tempo che serve alla squadra di Martinazzo per serrare le fila dopo il rigore del vantaggio ospite, siglato da Fernandez. Dopodichè la differenza tra le due squadre diventa tanto più evidente quanto più passa il tempo.
Il Cile non si nasconde e affronta l'Argentina a viso aperto: niente difesa chiusa e contropiede, niente precauzioni per limitare i danni: marcatura a uomo e uno contro uno. Una tattica coraggiosa, ma suicida che funziona solo nei primi minuti di gara, quelli in cui la squadra di casa lascia maggiore spazio agli avversari: è già successo con la Germania, con l'Italia e ora con il Cile.
Poi, però, quando la macchina di Martinazzo di mette in moto non ce n'è per nessuno: azioni corali, azioni personali, tiri da lontano e deviazioni sottoporta: nel repertorio di questa Argentina c'è di tutto e Martinazzo usa tutte le note a sua disposizione per produrre la migliore delle melodie.
Nel DNA di questa Argentina c'è anche quello spirito da killer che serve per vincere nei grandi eventi. Con il Cile viene fuori alla fine del primo tempo e con il risultato ancora in bilico sul 2-1. Bastano gli ultimi 14 secondi della prima frazione per chiudere la partita segnando due gol, l'ultimo sul filo della sirena.
La ripresa è uno show a uso e consumo del pubblico in cui un Cile tramortito dalla finale della prima frazione, fa da sparring partner e subisce le continue folate offensive della formazione di casa.
Una Argentina che, se vuole il titolo, lo dovrà sudare fino in fondo. Dopo aver battuto l'Italia nel girone, la squadra di Martinazzo affronterà domani il Portogallo in semifinale e, dovesse passare il turno, dovrà vedersela con la Spagna



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Parole chiave: Mondiale San Juan, Argentina, Cile, Quarti di finale,
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