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L'Hockey in Spagna: una storia che parla anche italiano


Pubblichiamo un breve estratto da una pubblicazione spagnola (Apunts: Educació Física i Esports, 1991 (23) pp. 77-84) di CarIes Gallén, Direttore della rivista Stick) che narra degli albori dell'hockey su pista in Spagna in cui ha un ruolo primario un italiano, tale Pironti. Un po' di storia non fa male alla vigilia di un Italia-Spagna di grande importanza. Un ringraziamento particolare a Enrico Acerbi che ci ha fornito testo e immagini.

Scritto da Redazione - Pubblicato il 29/09/2011 - 15:50 - Ultima modifica 10/10/2011 - 08:22

L\'hockey pista nel 1879, noto anche come Bandy o Rink Polo


22 agosto 1954. La prima riunione della giunta direttiva della neonata FEP spagnola.


L\'Español, la prima squadra campione di Spagna nel 1944.


La Spagna campione del mondo nel 1954.

Le origini dell’Hockey Pista (d’ora in avanti HP), come per molto altri sport, sono da ricercare in Inghilterra, dove, alla fine del XIX secolo un signore inglese, tale Edward Crawford, dopo un viaggio a Chicago, portò in Europa una serie di idee per la pratica di nuovi sport ancora sconosciuti nel nostro continente.

Tra queste figurava anche il “rink hockey”, un’adattamento dell’ hockey su ghiaccio alle piste in legno, che in quegli anni iniziavano a proliferare in Europa occidentale, dove il pattino a rotelle aveva abbastanza seguaci, soprattutto in Inghilterra, Francia e Germania.

Quel primitivo “hockey a rotelle”, inventato da Crawford, aveva regole di gioco molto simili all’hockey su ghiaccio statunitense. I primi praticanti giocavano partite assai rudimentali con i pattini a rotelle, usando come stecca un normale attrezzo in legno preso dall’hockey su ghiaccio (con la pala piana per intendersi, al posto di quella attuale che è curva) e spingendo un “puck”, un dischetto piatto di legno, spesso circa 8 cm invece della nostra palla tonda di caucciù. Nelle più di 600 piste in legno che c’erano in Inghilterra all’inizio del XX secolo c’erano uno stuolo di gruppi di appassionati di pattinaggio che giocavano anche quell’hockey rudimentale sui pattini, in maniera del tutto informale, senza alcun tipo di competizione.

Il primo passo per organizzare il nuovo sport nascente avvenne nel 1905 con la fondazione, in Inghilterra, della Amateur Hockey Association e con l’inizio delle prime competizioni in città diverse come Herne Bay, ManchesterWembley e Londra. Poco a poco, e grazie agli emigrati inglese sparsi nel continente europeo, l’hockey pista si diffuse anche in altri paesi, interessando la gente soprattutto in Svizzera, Francia, Germania e Belgio, dove iniziava una qualche attività competitiva.

La prima notizia di un match tra rappresentative di paesi diversi data il 1910, anno in cui il Royal Rink Hockey Club di Bruxelles vinceva contro il Centaur Roller Club di Parigi per 3-0 e 3-1 e in cui la stessa squadra batteva il Metropolitan Club di  Parigi per  2-0. Era giunto il momento della definitiva organizzazione dell’Hockey Pista a livello internazionale. Tutto divenne ufficiale il 21 aprile 1924 con la creazione, a Montreux in Svizzera, della Federazione Internazionale di Pattinaggio. La FIRS nasceva per iniziativa di Fred Renkewitz, nato a Newcastle, il 6 dicembre 1888. Lui di madre inglese e padre svizzero, viveva a Montreux dall’infanzia, e aveva fondato il Montreux Hockey Club praticando l’hockey pista. Renkewitz approfittò della disputa di un torneo internazionale in quella località per riunire  rappresentanti dei quattro club partecipanti all’hotel Kursaal e propose la creazione di una federazione internazionale di questo sport. Il 21 aprile, quindi, si costituiva il primo “Bureau de la Fédération Internationale de Patinage a Roulettes”, che più tardi diverrà FIRS (Fédération Internationale de Roller Skating), inglobando le tre specialità del pattinaggio a rotelle (artistico, corsa e hockey pista) e con quattro paesi affiliati: Svizzera, Francia, Germania e Gran Bretagna. Proprio Fred Renkewitz fu il suo primo presidente, carica che mantenne sino al 1960!

Con la creazione della Federazione Internazionale si procedette alla regolamentazione definitiva delle norme di gioco. La popolarità dell’hockey pista andò sempre aumentando e con l’incorporazione in FIRS del Belgio e dell’Italia si pensò a creare un torneo di scala europea che servisse come presentazione di questo sport al pubblico.

E così, due anni dopo la nascita della FIRS nel 1926, il 10 di aprile, si inaugurava il primo campionato europeo di hockey pista, in una delle città “culla” di questo sport, la britannica Heme Bay, con la partecipazione delle sei nazioni affiliate al massimo organismo europeo: Inghilterra, Francia, Germania, Svizzera, Belgo e Italia, che finirono in classifica nelle stesse posizioni elencate.

L’esito di quel primo Campionato europeo per nazioni fu talmente incoraggiante che i dirigenti di questa disciplina già iniziarono a pensare di farla includere nel programma olimpico, un’aspirazione condivisa anche nei nostri giorni. Da quella data i campionati europei si tennero ogni anno, alternando la sede tra Heme Bay e Montreux, sotto il dominio degli inglesi, i veri “assi pigliatutto” della disciplina nei suoi anni iniziali.

Nel 1929 entrava nella FIRS il Portogallo, mentre un vero campionato mondiale ufficiale non fu mai organizzato prima del 1936. Anzi i campionati europei si fregiavano anche del titolo ufficioso di Mondiali all’epoca. Il 1936 fu l’anno in cui la Germania nazista organizzò i Giochi Olimpici di Berlino per una precisa volontà di Hitler che vedeva lo sport come sistema mediatico per propagandare il nome del suo paese nel mondo. S’incontrarono quindi le volontà del Führer tedesco e della FIRS che celebrò in Germania il primo mondiale delle tre discipline, torneo che vide ancora una volta dominare l’Inghilterra, trionfatrice di tutti i tornei disputati sino ad allora.

Nonostante il movimento dell’hockey pista fosse in notevole crescita, la Seconda Guerra Mondiale congelò tutto e la FIRS fu costretta ad interrompere l’attività per diversi anni.

 
L’Hockey Pista arriva in Spagna

La Spagna non fece mai parte del gruppo sino alla fine della guerra, nel 1947, però lo sport era comunque praticato amato-rialmente nel paese. Gli albori dell’hockey pista in Spagna non sono mai stati chiari.
La versione più accreditata è che furono gli emigranti inglesi ad introdurlo, anche se sono state trovate notizie che nel 1915, a Barcellona, erano sorte alcune squadre di hockey pista che giocavano tra loro partite rudimentali, mescolando elementi dell’hockey su prato sulle piste allora di moda come il Park Turò.

La moda delle piste di pattinaggio crebbe notevolmente proprio a Barcellona dove era possibile osservare gruppi di ragazzi che si affrontavano in partite di hockey pista amatoriali, sino a finire per fare una Federazione Catalana nel 1928.
Per combinazione il fondatore della federazione catalana fu un Italiano, abitante a Barcellona, Pironti, che copiò di sana pianta lo statuto della Federazione Italiana, da poco costituita, e su quelle basi modellò la Federazione Catalana.
Le prime squadre spagnole a disputare competizioni regolari furono Catalunya, Unió Universitaria, Skating, Maricel e Eagle. Le prime tre erano considerate di Prima Serie, le restanti di Seconda Categoria, dal momento che le serie erano determinate dai giocatori e non dai club. Ciononostante l’hockey giocato in Europa era assai primitivo all’epoca. In tutto il continente si giocava ancora con il dischetto e non con la pallina e in Spagna usavano un dischetto di 9 cm di diametro e solo 2 di spessore, in piste senza recinzioni né linee segnaletiche a terra. A partire dal 1930 si ha notizia che si giocava una specie di Campionato di Catalogna. L’hockey guadagnava appassionati anche fuori di Barcellona, soprattutto nella località di Cerdanyola (il decano dei club spagnoli in attività) e a Girona, dove il pioniere fu il GEiEG.

In seguito lo sport si estese a Reus, Sabadell, Vilafranca e toccò le isole a Maiorca fino ad arrivare in Galizia. Il primo Campionato Ufficiale di Catalogna fu giocato nel 1943 e vide la vittoria dell’Español sul Barça per 10-2, iniziando una serie ininterrotta di vittorie per parecchi anni. In quello stesso anno nasceva la Real Federación Española de Hockey y Patinaje, che inglobava anche l’hockey su prato e il pattinaggio, sotto la presidenza di Manuel Sáinz de los Terreros. L’anno seguente, il 2 giugno 1944, la pista barcellonese Piscinas y Deportes fu sede della prima Coppa di Spagna, vinta dall’Español sul Cerdanyola per 4-1, con il Palma di Maiorca terzo, dopo la vittoria per 5-3 contro il Delicias.

Però il passo definitivo per il consolidamento dell’hockey pista in Spagna avvenne nel 1946, quando, grazie agli sforzi del presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Joan Antoni Samaranch, allora giovane imprenditore e dirigente di questo sport, si abbandonarono i dischetti per la pallina e si modellò il regolamento uniformandolo agli altri pesi europei. Quel cambio di regolamento fu esplosivo per l’hockey pista e, creando uno sport più spettacolare aggiunse nuovi appassionati ancora, oltre alla nascita di nuovi club in Catalogna.
A far rinascere l’hockey pista come disciplina popolare furono dunque squadre come : Español, Barcellona, Club Patí, Unió, Cerdanyola, Girona, Patria, Vilafranca, Reus Ploms, Cruz Roja, Vilanova e Sabadell.

E, per la Spagna, era giunto anche il momento del battesimo fuori dai confini, quando accadde l’affiliazione alla Federazione Internazionale. A partire da quel giorno i contatti con l’Europa si intensificarono e le migliori squadre spagnole iniziarono a scontrarsi con le migliori europee (Paço d' Arcos, Novara, Monza), sempre grazie alle iniziative di Samaranch. Alcuni buoni risultati garantirono alla nazionale spagnola il biglietto per il III Campionato Mondiale o XIII Campionato Europeo, giocato a Lisbona nel maggio del 1947. Il primo selezionatore della nazionale spagnola fu proprio Joan Antoni Samaranch, che fece debuttare la Spagna il 17 marzo 1947 con la vittoria sulla Svizzera per 2-1 e due gol del leggendario Tito Mas. Al suo debutto la nazionale (formata da: Nadal, Rubio, Serra, Tito Mas, Trias, Bassó e L1uís Gallén) fece un’ottima impressione arrivando terza dopo Portogallo e Inghilterra. Quello stesso anno, l’Español (Espanyol), in pratica quasi tutta la nazionale spagnola, fu il primo club catalano a partecipare ad un torneo internazionale, la Coppa delle Nazioni di Montreux.

I Magici anni ‘50
La Seconda Guerra Mondiale vide variare molto il panorama hockeystico. Dopo la guerra il Portogallo prese le redini del comando al posto dell’Inghilterra diventando l’indiscutibile leader di questo sport a livello mondiale. Se, fino al 1939, l’Inghilterra aveva vinto i dodici Campionati d’Europa fatti e i due Mondiali, a partire dal 1947, quando l’attività internazionale riprese, la nazionale portoghese vinse quattro titoli consecutivi del Mondo e d’Europa; allora le competizioni si giocavano in un singolo torneo e davano i due titoli in contemporanea.
L’hockey pista entrò in una dinamica di espansione in Sudamerica, in paesi come Argentina, Cile, Uruguay, Brasile, Colombia, Venezuela e ... in Asia il Giappone, dove s’iniziava a giocare a questo sport.

Intanto, per quanto riguarda la Spagna, il vero “boom” dell’hockey si produsse negli anni ‘50. La Spagna, dopo il suo debutto internazionale del 1947, aveva conquistato due quarti posti e un campionato inferiore, negli anni 1948, 1949 e 1950. Il paese si era proiettato verso le posizioni d’èlite ma mancavano ancora i titoli. La prima vera opportunità per vincere fu il Campionato Mondiale del 1951, per la prima volta giocato in terra spagnola, a Barcellona.

Lo scenario eletto a rappresentare il grande evento fu il palazzetto dello sport della Gran Vía (oggi convertito in cinodromo). S’iscrissero 11 paesi ed era la maggiore rappresentanza mai osservata ad un torneo mondiale. Il campionato aveva ancora la facoltà di assegnare in sincrono i titoli Mondiale ed Europeo e si giocò in giugno, dal 1 al 10 del 1951. Per la Spagna rappresentò un evento chiave sia a livello organizzativo sia a livello agonistico, che culminò con il primo titolo della Spagna. La squadra spagnola, agli ordini di Joan Antoni Samaranch, era formata da Soteras, Zabali, Orpine II, Llinas, Serra, Trias, Mas e Bassó, e andò avanti, di vittoria in vittoria, lasciando solo un pari alla Francia, sino ad arrivare all’ultimo match contro il Portogallo, che però aveva perso con il Belgio; alla Spagna bastava il pareggio per essere campione.

Per l’incontro decisivo il palazzetto si riempì di 13.000 spettatori; un “tutto esaurito”. Nel primo tempo la Spagna dominò l’avversario andando al riposo sul 3:0 (due gol di Tito Mas e uno di August Serra). Nel secondo tempo, tuttavia, gli spagnoli pagarono lo sforzo fisico e calarono sensibilmente. I portoghesi approfittarono della circostanza riuscendo a pareggiare a tre minuti dalla fine. É difficile oggi descrivere l’immensa tensione ed il turbine di emozioni con le quali il pubblico seguì i tre minuti finali; un altro gol portoghese avrebbe interrotto il sogno spagnolo. Per fortuna l’urlo del palazzetto salutò un altro gol di Tito Mas, a un minuto dal fischio finale, e con l’immagine del portiere portoghese Pinto, battuto a terra, la Spagna conseguiva il suo primo titolo hockeystico della sua storia.

É superfluo sottolineare come quel titolo fu il vero motore di tutto il movimento hockeystico, gli trovò un pubblico appassionato che gradualmente scopriva la bellezza di questo sport. L’ “hockey sobre ruedas” poi “sobre patines” iniziò a comparire con costanza sui quotidiani dell’epoca e in quella decade “invase” la Catalogna, dove molti degli attuali club furono fondati proprio negli anni ’54, consolidandosi anche in altre regioni del paese. La popolarità dell’hockey giunse a tal punto che, dopo i due mondiali del 1952 e del 1953, dove la Spagna fu sempre terza, Barcellona alzò la voce per sollecitare l’organizzazione del torneo del 1954. Anche quel campionato fu disputato nel medesimo scenario del precedente (1951) e anche allora la Spagna sconfisse il Portogallo per 3:0 nell’ultima decisiva partita, vincendo il secondo titolo mondiale.

La FEP (Federación Española de Patinaje)
Il crescente entusiasmo e la popolarità dell’hockey fu anche la scintilla che fece decidere di creare una federazione autonoma (distinta dall’hockey su prato). Il 30 giugno del 1954 il generale Moscardó, delegato nazionale dello Sport, firmò l’ordine in cui si decretava la nascita della Federación Española de Patinaje, sotto la presidenza di Joan Antoni Samaranch, il commissario tecnico della nazionale sin dal 1951, che passò il testimone della guida della “roja” a Francesc Platón.

La prima federazione indipendente del pattinaggio inglobava discipline come hockey pista, pattinaggio artistico, pattinaggio corsa, e si costituiva con el seguenti persone: Joan Antoni Samaranch (presidente); Victoria Oliveras de la Riva, Eugeni Calderón e Josep Maria Giménez (vicepresidenti); José Palomo (segretario); Paulino Martín (segretario tecnico); Francesc Borrell (corsa); Caries Becerra (divulgazione); Francesc Torelló (giovanili); Francesc Mas (pubbliche relazioni); Manuel Domenech (comitato delle competizioni).

A partire da quel momento l’hockey pista divenne una realtà nazionale in Spagna. La Nazionale conquistò un altro titolo nel 1955 e per la prima volta fuori dalle frontiere nazionali: a Milano. Sempre quell’anno, a Barcellona, la Spagna, diventava campione europeo Juniores (II campionato), primeggiando anche in storici tornei come la Coppa delle Nazioni di Montreux.

A livello nazionale il club dominante dell’epoca era l’Español anche se, in realtà, esistevano solo due grandi competizioni: il campionato di Catalogna, che si giocava come un torneo di lega (andata e ritorno), e la Coppa del Generalissimo, che si giocava a eliminazione diretta. I biancazzurri dell’ Español avevano come principali rivali il Barcellona e il Reus Deportivo – le malelingue asserivano che i biancazzurri fossero i protetti federali. All’inizio degli anni ’60 entrarono in competizione altre realtà hockeystiche come il Voltrega e il Vilanova, alternandosi nei titoli ad un appagato Español. Fuori di Catalogna, in Galizia, nelle Asturie e a Madrid, l’hockey iniziava a farsi largo con forza.

La Lega Nazionale e la Coppa Europa
A metà degli anni ‘60, esattamente nella stagione 64-65, si formò la Lega Nazionale (il campionato spagnolo), però senza adottare da subito il torneo di lega, tutti contro tutti. Quel primo campionato si giocò in due fasi. La prima era una serie di campionati regionali, mentre la seconda era la fase delle finali, dove arrivavano le otto migliori squadre, quattro catalane e quattro del resto del paese. Le finali si tennero al Palacio Municipal de los Deportes di Barcellona e furono vinte dal Voltrega, che al tempo in pratica era la Nazionale. L’anno seguente alla formazione della Lega Nazionale nasceva anche la Coppa Europa, grazie all’opera di Victoria Oliveras de la Riva. allora presidente della FIRS, cui parteciparono solo quattro squadre: il Voltrega, i tedeschi dell’Herten, i francesi del Gujan Mestras e il Monza. Vinse la leggendaria “Nazionale” di Sant Hipolit, formata da campioni che hanno fatto la storia: Vilella, Barguñó, Parella, Humbert Ferrer e Salarich.

Dal 1956 le competizioni internazionali per nazioni vedevano finalmente separati i tornei mondiali da quelli europei, che si alternavano anno dopo anno. La separazione non portò bene alla Spagna che, nel 1957 vinse l’Europeo per poi dover attendere il 1969 per rivincere, mentre il titolo mondiale tornò in Spagna solo nel 1964, ancora a Barcellona, e fu ripreso poi a San Paolo in Brasile nel 1966.

Il Reus delle sei coppe
Transitati attraverso la metà degli anni ’60, emerse una provinciale catalana, il Reus Deportivo, che inanellò titoli su titoli grazie ai grandi giocatori che fecero la sua storia: Santi García, i fratelli Villalonga. Joan Sabater, Rabassa, Salvat, Boronat, Olivé, e più tardi Gira II, ecc. La squadra rossonera vinse tre Leghe Nazionali, prima che queste si convertissero, durante la stagione 69-70, nella presente “División de Honor”, altre cinque consecutive dopo il cambio del sistema tornei e tre Coppe di Spagna; dominato assoluti sino ai primi anni ’70.

In effetti però fu la Coppa Europa a dar il maggior prestigio al Reus Deportivo, sei titoli consecutivi dal 1967 al 1972, da cui derivò il soprannome di “Reus de las seis copas”; duelli memorabili con Monza, Novara, Benfica e lo stesso Voltrega. La squadra di Santi García, Vila, Villalonga, Nogué, Carbonell, ecc. e la direzione di Pere Torras, allora anche allenatore della Nazionale, fu il carburante per una lunga serie di titoli spagnoli agli inizi degli anni ‘70, i Mondiali (San Juan-70 e La Coruña-72), mentre molti Europei invcce erano terreno di caccia dei portoghesi come i Ramalhete, Rendeiro, Livramento, Xana, ecc.

L’epoca del Barça ... e il Liceo
Il Reus entrava negli anni ’70 con il ritiro graduale dallo sport agonistico dei sui cavalieri e così iniziava a perdere molto del suo potenziale. Ciò fece la fortuna di due sue rivali, il solito Voltrega e il Barcellona, i cui duelli tennero banco sulle cronache di quell’epoca. Barça e Voltrega si spartirono i titoli di Lega, di Coppa Europa e di Coppa di Spagna, ma quando la squadra di Sant Hipolit perse per età la sua favolosa squadra (Cabanes, Ordeig, Humbert, Ferrer, Nogué e Recio), i “blaugrana” rimasero soli accaparrandosi l’egemonia dell’hockey spagnolo e internazionale. Il Barcellona aveva un gran psicologo in panchina, Josep Llorente, e giocatori come Trullols, Vilapuig, Villacorba, Centell, Torres, Brasal e più tardi i vari Llonch, Torner, Pauls, Ayats, ecc. Il Barcellona vinse sei Leghe consecutive tra il 1977 e il 1982, otto Coppe Europa tra il 1978 ed il 1985 e da solo fece la parte anche della Nazionale. A quell’epoca erano nate anche due altre competizioni per club: la Recopa (Supercoppa) nella stagione 76-77 vinta dai portoghesi dell’Oeiras e la Coppa CERS nella stagione 80-81, vinta dai portoghesi del Sesimbra.

L’egemonia del Barça, tuttavia, iniziò ad essere scalfita dall’apparizione del Liceo di la Coruña, una squadra costruita a colpi di libretti degli assegni e nutrita di giocatori argentini e catalani. Il Liceo iniziava a comparire in vetta sin dalla stagione 82-83, dopo aver vinto la Coppa CERS l’anno precedente. Fu la prima squadra non catalana a vincere il titolo di campione nazionale, mentre la prima non catalana a vincere in assoluto il titolo era stato il Cibeles di Oviedo (Coppa di Spagna 79-80), battendo in finale il Barcellona in una memorabile finale giocata a Salamanca.

La Globalizzazione dell’hockey pista
Se dalla Seconda Guerra Mondiale Portogallo e Spagna si erano spartiti i titol, alla fine degli anni ’70 ed al principo degli anni ’80 cominciarono a comparire diverse alternative. La prima a rompere l’egemonia internazionale iberica fu l’Argentina dei fratelli Martinazzo, di Andino, Agüero, Coria, Rubio, ecc., che vinsero il Mondiale dell’anno 1978 a San Juan, ripetendosi nel 1984, a Novara. Era un momento di grande espansione per l’hockey pista, decisamente palpabile sino dal Mondiale del 1980 in Cile, vinto dalla Spagna con 16 squadre partecipanti e particolarmente nel Mondiale e Portugal-82, vinto dai lusitani con una partecipazione di 22 nazionali, il record assoluto di partecipazione a un Campionato del Mondo. La massiva partecipazione ai tornei, da un lato beneaugurante per il movimento, comportava notevoli ed imbarazzanti diffreneze di rendimento tra le varie squadre iscritte, con risultati grotteschi tipo il 56-0 della Svizzera sulla malcapitata India del 1980, ancor oggi record mondiale crediamo. Era palese che la FIRS doveva intervenire.

Lo fece creando due campionati mondiali A e B. la suddivisione partì dal 1984 con una riduzione di partecipanti al Mondiale “A” a sole 10 squadre; si guadagnò così in spettacolo. Nel 1986 in Messico ci fu il primo mondiale “B” vinto dalla repubblica federale tedesca. Le prime tre classificate salivano al mondiale A, dove c’erano altrettante retrocessioni.

Alla metà degli anni ’80 ci fu la definitiva affermazione dell’hockey italiano, con i due mondiali vinti negli anni 1986 e 1988, anche se l’Italia s’inserì nell’èlite internazionale prima soprattutto come Nazionale per poi essere seguita dalle squadre di club come Novara, Roller Monza e Hockey Monza.


BIBLIOGRAFIA
Archivio de El Mundo Deportivo.
Bollettini della FIRS.
Hockey sohre patines. collezione "Deporte 92". n" 13.
SASTRE. J.M Hockey sobre patines.
TORNER. J.E Mi aportación al hockey sobre patines.

  

 

 

 

 

Parole chiave: Italia, Spagna,
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