Finalmente è prevalsa la razionalità. E ad una settimana dalla decisione, a nostro giudizio sconsiderata, di vietare il casco ai maggiorenni, la Federazione ha avuto il coraggio di fare un passo indietro e rivedere una normativa che se applicata non avrebbe portato nulla di positivo al nostro sport. Grazie allora agli organi federali per aver preso atto dell'opinione contraria di molte società, e grazie a tutti quei sodalizi che, come il nostro, si sono schierati immediatamente contro una decisione troppo sventata e superficiale. Torna dunque il casco, ma non per tutti. Nella massima serie, i maggiorenni potranno scegliere. Certo, al momento questa scelta federale non ci riguarda in modo diretto (il Roller Zichele milita in A2, dove fortunatamente il casco è ancora obbligatorio), ma non crediamo sia comunque positiva una norma che predeve eccezioni, differenze e una forte discrezionalità. Servono regole certe. Sì al casco per tutti, allora, è la convinzione del Roller, che come accaduto in questi giorni sarà pronto anche in futuro a sostenere l'assurdità di una regola che nulla potrà apportare di nuovo al fascino della nostra disciplina. Nulla se non l'aumento del rischio e una seria minaccia alla sicurezza e l'incolumità dei giocatori.
L' Hockey Roller è nato 10 anni fa per promuovere questo sport tra i giovani, e nella bellezza di questo gioco crede. Non serve renderlo più rischioso per aumentarne la spettacolarità. Per questo non riusciremo mai a mettere i nostri ragazzi in pericolo per il rispetto di una regola che non condividiamo. E per questo non riusciremo mai a comprendere quanti, in questi giorni di fermenti e discussioni, hanno definito ãla miglior decisione che si poteva prendereä la scomparsa del casco. Ci ha meravigliato e sinceramente turbato vedere quelli che ritenevamo veri e propri ãmitiä dell'hockey nazionale, accogliere con favore il divieto del casco, e farlo con giustificazioni a nostro giudizio incomprensibili. E' stato detto che da fastidio, che è meno telegenico (come se tra l'altro l'hockey fosse tutti i giorni in tv!!!), che non protegge tutto il viso (e allora, diciamo noi, obblighiamo anche l'uso della maschera protettiva), e che nel resto d' Europa non si usa. E così, invece di spingere affinchè la Fihp, più sensibile e attenta di altre realtà internazionali all'incolumità dei suoi giocatori, si faccia sostenitrice a livello mondiale dell'importanza del casco, c'è chi arriva a dire che le protezioni non servono perchè incidenti gravi come quello occorso ad Alberto Casagrande, se ne vedono solo una volta ogni settant'anni. Noi Alberto lo conosciamo bene, visto che fortunatamente fino a due stagioni fa ha indossato i nostri colori. Abbiamo avuto la fortuna di rivederlo in pista e di scoprirlo completamente riabilitato. Ora sta bene e ne siamo felici, ma non per questo siamo disposti a rischiare che per colpa di norma insensata si metta a rischio la salute di nessuno dei nostri ragazzi. Quindi ribadiamo ancora una volta il nostro sì al casco e ringraziamo quanti come noi credono in questo sport e nella sua vera spettacolarità.
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