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Senica e un mix perfetto nel trionfo del Benfica


Clamoroso ad Oporto. Quindici giorni fa nel match per il titolo lusitano, Porto – Benfica finì 7-3 e ad inizio ripresa gli uomini di Tò Neves erano avanti per 6-1 in un dominio assoluto ed incontrastato. La Finale di Eurolega ha sovvertito i valori regalando al Benfica la sua prima coppa dei Campioni.

Scritto da Paolo Virdi - Pubblicato il 06/06/2013 - 07:59 - Ultima modifica 23/06/2013 - 13:37

Il gruppo vincente del Benfica.

Foto Marzia Cattini

Ciò che è successo domenica pomeriggio è semplicemente sorprendente. E per più di un motivo. La vittoria del Benfica nell’Eurolega 2013 è andata al di là di ogni pronostico, eppure è stata limpida, senza alcun favore (leggasi Porto-Valdagno  e un arbitraggio davvero discutibile). Tutti si aspettavano il Porto padrone di casa, oppure il Barcellona, al terzo disastro consecutivo, oppure il Valdagno della coppia Nicolia – Gil. Invece il Professor Sènica finalmente ha scavalcato l’ostacolo e portato in paradiso una squadra che, come recita Massimo Mariotti “è tra le più complete d’Europa”. Completa e che gioca a memoria: i dieci biancorossi giocano insieme da tre anni, ovvero da quando è stata creata questa corazzata, che nel tempo ha conquistato rispettivamente Coppa Cers, campionato portoghese, ed ora l’Eurolega. In sostanza sono stati rispettati tutti gli obiettivi.

Eppure il portiere non appariva tra i più forti d’Europa, anzi. In Portogallo non esistono degni eredi di Franklin o Ramalhete e nemmeno di Guillherme Silva. E Ricardo Silva certamente non fa parte di questa “casta”, tant’è vero che per parare i rigori veniva chiamato in pista il suo vice Hernandes, bravo nel parare i tiri da fermo, ma “pollo” nel prendere un gol sotto il suo guanto d’appoggio. Gli argentini Abalos e Lopez apparivano, fino a venerdì, una coppia di buon livello, ma in fase calante. “El Tuco”  non sembrava certo quello dei tempi di Bassano, mente Carlito sembrava sul viale del tramonto, dopo aver assaporato il dolce gusto del tetto d’Europa con le camisete di Liceo e Barcellona. Invece nel week end questo trio ha destato grande impressione di solidità, insieme al cinico Viana (a proposito, in pista c’era un trio di ex bassanesi, con Cacau, Abalos e Viana).

Se queste le possiamo definire “sorprese”, le conferme giungono da tre portoghesi ormai al top: il capitano Valter Neves, semplicemente perfetto nella finale con il Porto (con il neo dell’espulsione che ha dato il 5-5 a Ventura) e la coppia delle meraviglie Diogo Rafael – Joao Rodrigues: sono proprio loro due a confezionare il gol più importante della storia del Benfica. Per Joao Rodrigues è senz’altro la gioia più grande, con il golden-gol che lo lancerà per sempre nella storia del Club Benfiquista.

Infine diamo il giusto merito a mister Sènica: il Valdagno forese avrebbe dovuto rallentare i ritmi per mettere in difficoltà un Porto che ama giocare 50’ ad un ritmo forsennato. Cosa che ha fatto alla perfezione il Benfica, facendo sfogare l’adrenalina dei “Dragoes” e contenendone le sfuriate con una difesa ad uomo perfetta e bilanciata. I biancorossi hanno gestito il match in maniera diametralmente opposta rispetto a due settimane prima, quando persero il titolo lusitano con un 7-3 netto patito proprio alla “Dragao Caixa”. Ma l’hockey è uno sport incredibile: inseguire un trofeo per 44 anni e conquistarlo in casa del Porto nella prima finale tutta portoghese. Il fato, a volte, è davvero beffardo.

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Parole chiave: Coppe Europee, Eurolega, Final Four,
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