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Lo strano caso della Svizzera: i campioni sono tedeschi e perciò niente Eurolega


Nel rilancio dell'hockey svizzero, che sta conoscendo un periodo di rinascita a livello di club, c'è anche l'aiuto di due squadre tedesche: il Weil e il Friedlingen. Sono state le protagoniste dell'ultima sfida scudetto "elvetica", ma non le vedremo nè in Eurolega, nè in coppa Cers perchè il regolamento lo vieta. Per questo il Friedlingen si prepara alla fusione con il Basilea per diventare svizzero a tutti gli effetti.

Scritto da Enrico Acerbi - Pubblicato il 22/09/2012 - 10:24 - Ultima modifica 30/09/2012 - 19:08

La Svizzera sta attraversando una fase di rinnovamento nell’hockey, dopo aver vissuto un periodo d’oro per la sua storia. La squadra nazionale svizzera è una delle più antiche nazionali europee e del mondo, presente sin dagli albori della storia dell’HP e organizzatrice di uno dei Tornei più qualificati del settore: il Torneo di Montreux o Coppa delle Nazioni (inventato da turisti inglesi nel lontano 1921 e da allora sempre disputato, pause belliche a parte), che si tiene a cadenza biennale. Dopo una fase di scadimento tecnico che ha tenuto gli svizzeri fuori dalle competizioni per cinque anni, la Svizzera non ha disertato nessuna competizione sin dal 1989, portando avanti un lavoro progressivo in grado di far salire atleti delle nazionali giovanili sino alla Senior. Dopo le generazioni degli anni ’30 e ’50 che avevano conquistato vari terzi o quarti posti agli Europei (incluso un secondo posto nel 1937) e un terzo e un quarto posto ai Mondiali, la Svizzera si è allontanata per anni dai podii, arrivando a disertare le competizioni dal 1984 al 1989.
All’inizio degli anni ’80 l’hockey svizzero ha sofferto svariati problemi, sia a livello di quantità di praticanti, sia a livello di qualità.
Le squadre svizzere erano concentrate per il 100% nei cantoni francesi e tedeschi, e solo dal 1985 allargando la partecipazione al canton Ticino. Le regioni di lingua francese e tedesca aumentarono i Club di HP nella prima decade degli anni ’90, quando il numero delle squadre risultava quasi raddoppiato (da cinque a sette nuovi Club su 15). Delle otto squadre della Prima Divisione svizzera (LNA 2011/2012) sei furono fondate tra il 1980 ed il 1990.
La crescita ha anche beneficiato dell’esperienza internazionale di ex atleti come Jean-Baptiste Piemontesi e Jean-Luc Christen in grado di operare sclte tali da produrre buoni risultati. Dal 1990 la Svizzera si guadagnò tre quarti posti agli Europei (1994, 1996, 1998) e una serie di buoni piazzamenti ai Mondiali (11º nel 1989, 9º nel 1991 e tre volte sesta consecutivamente negli anni 1993, 1995 e 1997), per un attimo rendendola la prima potenza non professionista nel panorama hockeistico.
Di fatto questa evoluzione, purtroppo, non fu affiancata da un’analogo supporto economico. L’hockey svizzero fu, da sempre, ed è attualmente amatoriale; molte volte capita che i giocatori si paghino la logistica delle trasferte per poter partecipare alle competizioni internazionali. Così la crescita si bloccò.

Alla fine degli anni ’90 in Svizzera c’erano circa 20 Club ma fu dal 2000 in avanti che là si ebbe una svolta decisiva. In primis iniziarono ad arrivare allenatori spagnoli per le selezioni nazionali e per i Club, poi il campionato fu arricchito dalla partecipazione di squadre tedesche ed austriache (le più vicine ai confini) ed arrivarono i primi giocatori stranieri, argentini, italiani, portoghesi e spagnoli (alcuni dei quali, naturalizzati, come Federico García-Mendez), sono stati i cardini della nazionale nella sua epoca migliore.
L’interscambio europeo diede una scossa al movimento hockeistico svizzero, soprattutto alle selezioni nazionali giovanili. Nel 2000, l’allenatore portoghese Pedro Antunes fu chiamato alla guida della nazionale Juniores, che guidò sino al 2006 conquistando una serie di buoni piazzamenti; due quinti posti, quattro quarti posti ed un terzo posto (il miglior risultato di sempre di una giovanile elvetica). La Svizzera fu terza nel 2005, a Santander in Spagna, con in porta Roman Langenegger (il portiere meno battuto del torneo) e con Simon von Allmen, Gael Jiménez e Federico García-Mendez. Il passaggio di alcuni giocatori alla Senior determinarono i due migliori piazzamenti svizzeri agli Europei e ai Mondiali. Dopo aver spaventato i portoghesi ai quarti di finale del Mondiale di San Jose, perdendo con un minimo scarto (3-2), Jiménez e Mendez, Hauert in porta, Matthieu e Florian Brentini in attacco, Jérôme Desponds, Samuel Wenger, Michael Muller e Stefan Rubi, sotto la guida dell’anziano internazionale svizzero, Alain Richard, trovarono ulteriori glorie. Furono vice campioni europei nel 2006 a Monza e vice campioni del mondo in casa, nel 2007 a Montreux.
In quegli anni e con quei giocatori nasceva il primo embrione dell’hockey professionistico svizzero, ovviamente rivolto al mercato straniero; Nils Hauert, Federico García-Mendez e Jérôme Desponds emigrarono al campionato italiano, Mendez anche in Francia. Anche il campionato nazionale, in quegli anni, dimostrava di poter evolvere. L’ingresso di Club tedeschi ed austriaci nei calendari (Weil, Friedlingen ad esempio) fu visto come fondamentale spinta alla promozione dell’hockeypista. In verità il maggior difetto di quelle formazioni di “vicini di confine” era di avere pochi o nessun svizzero in rosa; solo Daniel Dietrich nel Weil e nessuno nel Friedlingen. Parallelamente aumentavano gli arrivi di giocatori stranieri soprattutto dal Portogallo, ma anche dall’Argentina, dalla Spagna e dall’Italia, fino ad arrivare, nel 2011, a 20 presenze straniere nella LNA. Maggiore era il deterioramento del contesto economico dei paesi d’origine, più stranieri arrivavano in Svizzera, dove potevano passare a fare i protagonisti, laddove prima erano solo comprimari; il tutto ancora in un contesto pienamente amatoriale fatta eccezione per il Club tedesco, il Friedlingen, campione LNA del 2012. Loro furono i primi ad ingaggiare giocatori professionisti nel campionato svizzero, come lo spagnolo Jordi Camps, il brasiliano Michel Dantas Zanini e i due argentini Cachi Paez e Fabri Chula Marimont.

Per una delle tante cose strane dell’hockey, i campioni svizzeri del Friedlingen non faranno parte dell’Eurolega (in quanto tedeschi), né saranno in coppa CERS nemmeno a rappresentare la Germania, in quanto non qualificatisi nel campionato tedesco. Il CERS infatti aveva deliberato che non sarebbero state ammesse alle coppe squadre non partecipanti ai propri campionati nazionali, come le due finaliste svizzere Weil e Friedlingen. Così, il 16 giugno, il Ginevra ed il Diessbach hanno spareggiato per decidere quale “svizzera” sarebbe andata in Eurolega, partita che diede ragione ai giallorossi ginevrini.
Tuttavia ai campioni di Svizzera sta accadendo un’altra “avventura”. Prima però bisogna precisare che la tedesca Friedlingen si trova sul Reno e che, in pratica, è un sobborgo di Weil am Rhein, l’altra finalista. Di lì, percorsi 7 Km e passata la frontiera svizzera, si arriva a Basilea (Basel). Proprio in questi giorni, a Basilea, si sta perfezionando la fusione della società RHC Friedlingen con l’RS Basel di hockeypista; ciò potrebbe far diventare il Friedlingen una “vera” squadra svizzera e sarebbe, forse, il primo caso di una squadra scudetto che sparisce l’anno successivo.

L’amatorialità dell’hockey svizzero è anche attestato dallo scarso impatto mediatico. Pochi sono i siti web e soprattutto organizzati come blog, come quello, raccomandato, di Pedro Antunes, una miniera per l’hockey all’indirizzo http://patinslover.blogspot.com; la stessa federazione svizzera ha il sito bloccato da un virus da mesi.
In giugno parte il grido d’allarme della Federazione, altro che elezioni!

29.06.2012 « La CT (Commissione Tecnica) cerca urgentemente membri! Chi si mette a disposizione per il nostro sport?
Per svariate ragioni non siamo sicuri di poter continuare il campionato svizzero. La CT è in difficoltà. Se vi sta a cuore il Rink-Hockey e siete pronti ad aiutare, allora dateci i nominativi subito. Una Task Force, sotto la guida di Jean-Baptiste Piemontesi e di Rico Armati, è stata organizzata a causa delle numerose dimissioni, per poter redarre il calendario della stagione 2012/2013 ed assicurare lo svolgimento del campionato. Dobbiamo costituire anche una nuova CT.
Mancano questi ruoli: Presidente, responsabile antidoping, responsabile delle piste, centro raccolta dei risultati, responsabili settoriali delle seguenti sezioni : LNB, LNC, Jun. B, Jun. C, Jun. D/E.
Si cercano persone affidabili con un certo grado di creatività, esperti del nostro sport, o che hanno ricoperto cariche analoghe presso altre discipline sportive. Il tempo da dare dipenderà dal numero delle persone a disposizione. Con un numero adeguato il tempo non sarà poi molto.
Un responsabile di Lega deve controllare e registrare i risultati, verificare i “referti di gara” e trasmettere le ammende o le sospensioni. Tutte le decisioni, in seguito a un reclamo, saranno prese collegialmente dal CT... Il Presidente deve saper rappresentare il CT e avere abilità di negoziatore. Nei momenti difficili deve saper mantenere il sangue freddo e poi contattare gli altri membri del comitato.
Se siete pronti a mettere in gioco le vostre capacità contattate la segreteria generale federale (office@rollhockey.ch). » Verrebbe da dire, qua da noi “sederi” incollati alle sedie mentre oltralpe sedie desolatamente vuote.

Alla FSRH rimane la soddisfazione di avere circa 1000 tesserati all’hockeypista, dei quali il 60% sono ragazzi, non pochi per un paese così piccolo, e la possibilità di farsi onore nelle competizioni europee e mondiali, pur senza immaginare risultati come nel 2006 e nel 2007. Ai recenti europei di Paredes la Svizzera è arrivata quinta per aver battuto soltanto Germania e Inghilterra, ma dopo aver lottato con i francesi perdendo di misura.

articolo di Pedro Miguel Caldas sul suo blog http://hoqueiem.blogspot.it
tradotto e integrato da Enrico Acerbi

Parole chiave: Coppe Europee, Eurolega, Coppa Cers,
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