Dario Rigo: 'Con la nazionale una esperienza indimenticabile'

Il Capitano giallorosso si racconta ai suoi tifosi e a tutti gli appassionati di hockey. Fra pochi giorni taglierà il traguardo dei 35 anni e dopo 15 anni in azzurro è arrivato il suo addio alla nazionale della quale era capitano. E intanto si attende con

Scritto da Stefano Zamperin - Pubblicato il 30/03/2005 - Ultima modifica
A pochi giorni dal suo 35esimo compleanno, Dario Rigo, il Capitano dell'Infoplus Bassano Hockey 54, si racconta dopo due anni e mezzo a Bassano del Grappa.

Due stagioni fa sei arrivato a Bassano del Grappa, è stata per te la scelta giusta? Da Novara a Bassano, un cambiamento totale.
"E' stato un cambiamento anche di abitudini, di comodità. Molti ci credevano invincibili dopo aver vinto tutto o quasi con il Novara ed il primo anno a Bassano è stato abbastanza duro. Io e i gemelli Michielon avevamo qualche acciacco, alcuni elementi non rendevano al massimo; al Prato sono ritornati i fratelli Bertolucci dal Portogallo e il portiere Bargallo è esploso: le difficoltà sono state davvero tante. Per non parlare della sfortuna: usciti in Semifinale in CERS per una traversa all'ultimo minuto e i rigori hanno sentenziato a nostro sfavore lo Scudetto."

L'anno dopo una mini-rivoluzione, è arrivato Carlos Dantas, insieme a Orlandi
"Abbiamo acquistato senza dubbio una mentalità vincente sia nello spogliatoio sia tutto intorno a noi. Sicuramente è stato un anno da sogno, tutto o quasi perfetto. Prima Coppa Italia, poi la Finale di CERS che sappiamo com'è andata, sfiorata di pochissimo, poi dei travagliati Playoff culminati però con la vittorissima dello Scudetto."

E di questa stagione cosa ne pensi?
"Il 70% della squadra è cambiata, è bene ricordarlo. Eppure siamo riusciti a conquistare la Finale di Coppa Italia, la Finale di Coppa CERS, un Mundialito insperato e il futuro ci aspettano anche altri grossi traguardi. I primi mesi dopo gli Europei in Francia (secondi, ndr) subito la trasferta in Argentina, terribile, una partita dietro l'altra in quindici giorni, un tour de force dei più duri."

E dopo le vacanze natalizie il periodo più nero degli ultimi anni, annullato da una reazione veemente di tutto il gruppo
"Terminata un'amara Coppa Italia, le vacanze servivano per rilassarsi e trovare nuovi stimoli. E invece è accaduto tutto il contrario, quasi che i nostri meccanismi costruiti per tanti mesi con i nuovi compagni, tutto d'un tratto siano stati cancellati come un uragano in pochi giorni. La sconfitta di Forte dei Marmi ci ha fatto tanto riflettere, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo cercato di capire i problemi che a tratti sembravano irrisolvibili. Molto è dovuto dall'assenza per un mese di Orlandi a dicembre, poi anche io a Gennaio ho avuto qualche problema fisico. Poi anche Tataranni è fuori da un mese, e speriamo sia l'ultimo, perchè il lavoro per noi è aumentato. Non è stato un periodo fortunatissimo. Ora con l'umiltà e con il lavoro siamo riusciti a venirne fuori e ci aspetta un Aprile molto duro. Abbiamo comunque un gruppo affiatato."

I nuovi arrivati e la squadra di quest'anno
"Squadra totalmente cambiata. Ognuno ha il suo compito, una suddivisione perfetta dei "lavori" da compiere. C'è chi come Mauricio Videla, non avrà le superdoti offensive, però fa il lavoro da centrocampista, raccoglie palline e dispensa assist dappertutto, e c'è chi come Martin Montivero che vede la porta come pochi ho visto fare nella mia carriera; c'è chi come Tataranni da' il meglio nello stretto e chi segna dovunque, Orlandi; c'è chi come me e Gigio copriamo e rilanciamo l'azione. Io Gigio e Alberto ci conosciamo a memoria, gli altri li stiamo conoscendo partita dopo partita e dobbiamo noi fungere da colla al gruppo. Ognuno è inquadrato ma la cosa molto bella è che tutti partecipano alla difesa e hanno voglia di aiutare la squadra anche nei momenti di difficoltà, e quanti ne abbiamo avuti fino ad oggi!"

Sembra esserci un rapporto speciale tra te, Orlandi, Gigio e il nuovo arrivato Nicolia.
"Carlos è arrivato a Bassano in condizioni fisiche terribili. A poco a poco sta ritrovando una corretta condizione fisica. Le doti che ha in attacco sono incredibili e il suo unico neo è proprio la difesa. Anche lui qui sta migliorando e tutti noi vogliamo che si integri nel gruppo. Ho conosciuto molti giovani e a 18 anni non è facile uscire da casa, attraversare l'oceano e cercare nuove amicizie ed anche nuove sensazioni."

La città, il pubblico e i tifosi
"Da questa stagione c'è una nuova aria intorno alla squadra. Certo abbiamo vinto tutto quello che c'era da vincere in italia, anche i tifosi dopo 50 anni da "eterna seconda" ci danno meno pressione, sicuramente un peso in meno anche per loro, anche se effettivamente i traguardi e le conferme non mancano mai. Da quando abbiamo festeggiato in piazza lo Scudetto, molto è cambiato, la gente c'è più vicina, ci conosce forse di più, siamo meno extraterrestri. Anche quando passeggio in centro incontro chiunque, due chiacchiere e un saluto, senza problemi, una serenità unica. Nelle partite l'affetto è più evidente dalla Curva ed anche nel nuovo spicchio dei tifosi dei club, ed anche a Valdagno l'emozione è stata fantastica, fortissima. Merito del calore di tutti i nostri tifosissimi."

35 anni, oltre 25 anni di carriera hockeystica, come lo vedi l'hockey italiano?
"La nostra generazione sta ancora dettando i ritmi ma in questa stagione qualcosa sta lentamente cambiando. La generazione della Nazionale Italiana sta lentamente calando, soprattutto per la questione età, e da sotto stanno evolvendosi i giovani, trovando piano piano più spazi, ed emergono alcune squadre rivelazione come il Roller Novara, una delle società più ambiziose in fatto di giovani. I due livelli si stanno equilibrando e nei prossimi anni si accentuerà questa uguaglianza. Per lo Scudetto siamo in tre a lottare, con Follonica in pole position, noi subito dietro con il Prato vicinissimo. Non escludo altre realtà quali Roller Novara nell'inserimento nei playoff."

La tua vita è stata delle grandi sfide, sempre voglia di sfide nuove, solo a Monza ci sei stato consecutivamente per tre anni
"Si - sorride Dario -. Ho sempre bisogno di grande sfide: sono nato a Trissino, poi mi sono trasferito a Novara, Vercelli, Monza, altre due volte Novara, La Coruna ed infine ora tre anni a Bassano e un prolungamento per altri due. "

Grandi sfide in campo, dai sempre il massimo ad ogni partita, ti hanno eletto il Capitano della squadra prima del campionato, ed ora grande sfida anche oltre alla pista, l'arrivo di un figlio
"Amo le sfide. Ad oggi è difficile sentirsi padre. La scorsa settimana io e mia moglie abbiamo saputo ufficialmente che sarà maschio il nostro figlio e lo chiameremo Tommaso. Non è ancora un cambiamento, tutto avverrà a Luglio, ci stiamo preparando per un evento bellissimo. La gravidanza è davvero serena e manca poco all'evento."

Con l'arrivo di tuo figlio hai però deciso qualcosa di importante nella tua vita sportiva: hai dato l'Addio alla Nazionale Italiana
"Dopo quindici anni ininterrotti di Nazionale, anche come Capitano, ho deciso di dare l'Addio anticipatamente alla carriera azzurra. Quindici anni con la maglia azzurra indimenticabili, faticosi. Ho scritto alla Federazione Italiana e mi ha risposto direttamente il Presidente Sabatino Aracu con una lettera di ringraziamenti per il mio apporto alla Nazionale. Una lettera graditissima."

Il tuo futuro nell'hockey?
"Per ora penso al biennale qui a Bassano. Mi diverto ancora a giocare a hockey."
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