Nellimpianto intitolato a don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare Italiano nel lontano 1919, larmata di Antonio Scioli si presenta con un Pino Marzella in meno (al suo posto in panca cè Tommaso Capurso, ndr), con un Messina che, nella lista dei convocati, sostituisce Altieri e con un muro umano di circa 500 afecionados sugli spalti. I ragazzi capitanati da Dagostino, pur non brillando troppo, sembrano aver ingranato la marcia giusta agganciando il terzo posto in classifica, seppur in condominio con Viareggio e Roller Bassano. Merito del successo nel derby in cui, dal primo minuto, Tommaso Capurso spedisce in campo Garcia Mendez, Depalma, Dagostino e Illuzzi davanti a Bargallò. Il protagonista in negativo, nei primi minuti, è Gimenez che manda a lato una punizione di prima guadagnata da Illuzzi (brutto il fallo di Ambrosio, punito con il cartellino blu, ndr). L'avvio di gara è caratterizzato da troppo tatticismo. Ne risente lo spettacolo legato solo ad azioni estemporanee. Sino al 5 minuto di gioco quando Depalma premia un invito al bacio di Dagostino battendo Puzzella. Il Molfetta si getta in avanti, ma i biancoverdi hanno gioco facile in ripartenza, sprecando, però, molto con Puzzella che, in ben due occasioni, nega il raddoppio a Garcia Mendez. Una splendida azione di Vianna non ha la fortuna che merita. Qualche istante più tardi ancora Vianna obbliga Bargallò ad un doppio miracolo dei suoi su una punizione di prima (blu sbattuto in faccia ad Illuzzi, ndr), mentre Cirilli in area non aggancia la pallina del possibile 1-1. LAfp ritorna a spingere nel finale. E se dapprima Ranieri grazia Puzzella perché conclude totalmente sbilanciato, nel finale di tempo è proprio il guardiano biancorosso a negare il raddoppio su una sventola confezionata ancora da Ranieri. A fil di sirena, invece, arriva lultimo prodigio di Bargallò che persevera il vantaggio deviando una punizione di prima di Ambrosio. Il blu, questa volta, se lo becca Gimenez che, dopo la sirena intermedia, ha un battibecco con Fermi. Larbitro, in un baleno, lo allontana definitivamente dal campo con un cartellino rosso che costringe i ragazzi biancoverdi a ricominciare la contesa in doppia inferiorità numerica. Il tiro a segno del Molfetta, però, sbatte contro un Bargallò insuperabile: ci provano Bertran e Ambrosio, ma il fortino ospite regge eccome. Garcia Mendez intanto spedisce alle stelle una nuova punizione di prima (blu allargentino Vianna, ndr), mentre Puzzella usa il petto per respingere una sfuriata offensiva di Dagostino. La partita, dopo lincrocio dei pali di Illuzzi, si scalda anche perché se Vianna da una parte si becca il secondo cartellino blu in pochi minuti, il Giovinazzo dallaltra sbaglia lennesima punizione di prima della serata con Illuzzi che si fa ipnotizzare da Puzzella. Il quale, all11 minuto, è costretto a capitolare dinanzi ad Illuzzi che concretizza nel migliore dei modi un preciso assist del solito Dagostino. Gli arbitri alzano le antenne e fischiano il decimo fallo causato dagli ospiti. Una scorrettezza che conduce il freddo Marzella, dal dischetto, a trafiggere Bargallò. Match riaperto a 12 minuti dallepilogo. A quel punto però i giovinazzesi ritrovano prima il coraggio, poi il controllo della partita. E, nuovamente, il gol arriva puntuale con Illuzzi. Il Molfetta prova a riorganizzarsi, ma i ragazzi di Capurso giocano bene (Turturro trova il piede di Puzzella su un bolide da lontano), mentre Depalma spedisce sopra la traversa lennesima punizione di prima assegnata dagli arbitri dopo il blu ad Ambrosio. Partita in discesa? Non proprio, perché il cuore dei molfettesi continua a battere. E perché il Giovinazzo, che non disdegnerebbe il quarto gol in grado di chiudere la partita, lascia qualche spazio di troppo dietro. E così, in modo cinico, il Molfetta accorcia le distanze (il 2-3 porta la firma di Bertran). Ma col cocktail grinta-qualità, gli ospiti impensieriscono Puzzella con Dagostino e Illuzzi, mentre la penultima punizione di prima del derby è smanacciata da Bargallò su Marzella. Lultima, invece, di Garcia Mendez a soli due secondi dalla fine finisce in fondo al sacco. A tempo scaduto secondo gli arbitri. Che fischiano la fine del primo derby in serie A1 col punteggio di 2-3. In pochi secondi dagli ultimi scampoli di sofferenza si passa alle grida di gioia. C'è un'euforia pazzesca, e non potrebbe essere altrimenti, nell'ambiente biancoverde. «Se è un sogno non svegliateci», urlano alcuni tifosi a fine partita (giunti in Puglia da Piacenza, ma anche da Bruxelles). Complimenti al Giovinazzo, e largo all'euforia, comprensibile e meritata, come la super vittoria nel derby.