Seregno, il pass per i play off arriva con l’ottovolante

Pronostico rispettato nell’ultimo turno della regular season. L’Hockey Novara è apparso ormai in disarmo ed incapace di contrastare i biancoverdi. Per Marchini e soci ora il Follonica.

Scritto da Hockey Seregno - Pubblicato il 22/04/2009 - Ultima modifica
INGRAPH SEREGNO – HOCKEY NOVARA 8 – 1
Marcatori: 0’57’’ p.t. Festa (I), 11’53’’ Achilli (I); 2’19’’ e 6’32’’ s.t. Festa (I), 18’10’’ F. Lombino (H), 19’19’’ Oviedo (I), 21’47’’ Festa (I), 22’32’’ e 24’51’’ Oviedo (I).
Ingraph Seregno: Fontana (Belgiovine), Achilli, Enriquez, Marchini, Uñac, Flores, Oviedo, Festa. All.: Enriquez.
Hockey Novara: Ortogni (Volpe), F. Lombino, Ario, Cavani, Arlone, Parisano, Mastropierro. All.: Colamaria.
Arbitro: Ferraro di Bassano del Grappa.
Note: espulso temporaneamente per 2’ F. Lombino (H).

Consorzio Etruria Follonica, Metalba Bassano, Cgc Viareggio, Toyota Valdagno, Gemata Trissino, Afp Giovinazzo ed Ingraph Seregno ai play off, Camonda Breganze ai play out, Hockey Novara, Vailog Rotellistica Novara e Beck’s Forte dei Marmi in serie A/2, la prima a tavolino. Sono i verdetti al termine della regular season, probabilmente troppo Crudeli per qualche chiacchierone che nei giorni precedenti l’ultima giornata aveva pensato bene di giustificare il suo fallimento sportivo tirando in ballo la presunta disonestà altrui. La Ingraph Seregno, al suo primo anno nella massima serie, ha infatti conquistato meritatamente la qualificazione alla griglia che assegnerà lo scudetto, dove sabato prossimo (Palaporada, ore 20.45) affronterà il Consorzio Etruria Follonica nella prima gara dei quarti di finale.
La cronaca. Senza Santeramo, fermato per precauzione nel riscaldamento, bastano pochi secondi alla Ingraph Seregno per spegnere le ambizioni di un Hockey Novara privo dei suoi tre argentini e già condannato da tempo alla retrocessione a tavolino in serie A/2. I biancoverdi sbloccano il risultato dopo nemmeno 1’ con Festa, che trasforma un tiro diretto che lui stesso si era guadagnato. All’11’, Achilli raddoppia su assist di Oviedo. Quasi allo scadere, Fontana respinge un rigore di Mastropierro.
Il canovaccio della ripresa non si discosta molto da quello della prima frazione. Dopo 2’ un errore di Ortogni, che non trattiene una conclusione non irresistibile di Festa, fa scendere in pratica il sipario. Al 6’ ancora il materano va a bersaglio, coronando una progressione con un morbido tocco sottomisura. La contesa vive quindi una lunga fase di stanca fino al 18’, quando Lombino accorcia le distanze in mischia. Il finale è però ancora tutto di marca seregnese ed ha come protagonista Oviedo, che infila una tripletta ed introduce nel migliore dei modi la standing ovation per Uñac, in pista per una decina di minuti. Commovente è stato l’abbraccio che società e pubblico hanno tributato alla fine al trentaseienne sudamericano, all’ultimo atto della sua carriera agonistica prima del ritorno in Argentina, che nella valigia infilerà anche la maglia con gli autografi di tutti i suoi compagni donatagli dalla dirigenza e la targa che invece gli è stata regalata dai tifosi e che lascerà come memoria di sé, oltre alle tante battaglie vinte e perse, soprattutto la meraviglia di quel gol da favola segnato lo scorso anno contro il Promove Molfetta, una magia che nei quarant’anni di hockey su pista in città costituisce una perla davvero rara.

Dagli spogliatoi: per Uñac una valigia carica di ricordi
Il personaggio principe del dopopartita non poteva che essere Sergio Uñac. All’ultima presenza davanti al pubblico del Palaporada, l’argentino, in procinto di tornare a vivere nella sua nazione di origine, non ha nascosto l’emozione. «Qui sono cresciuto prima di tutto come uomo – ha spiegato – ed ho assaporato momenti indimenticabili. È arrivato però il momento di lasciare l’hockey giocato e pensare ad altro. Il mio futuro lo vedo come allenatore, a caccia di nuovi talenti». Tanti sono i ricordi di questo periodo, che inevitabilmente accompagneranno Uñac nel ritorno in Sud America: «Il più bello è stato il gol al Promove Molfetta lo scorso anno. Quell’azione ha segnato in pratica il mio recupero dall’infortunio al ginocchio e l’ho vissuta con più emozione della partecipazione al mondiale con l’Argentina». Un gol, questo, che resterà negli occhi di chi l’ha visto, con frenata sull’esterno, giravolta su se stesso, pallina alzata e schiacciata in rete dal sette dell’area. Ciao Sergio, ti ricorderemo così!

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