Rapetto si difende:

Con un lungo comunicato stampa, il presidente dell'Hockey Novara Massimo Rapetto fa la sua analisi della situazione della società, addossando le responsabilità dello stallo a chi ha sempre remato contro, in primis l'Amministrazione Comunale e le istituzioni dell'hockey accusate di mancanza di collaborazione e ostilità.

Scritto da Hockey Novara - Pubblicato il 29/01/2009 - Ultima modifica
La situazione societaria nella quale versa l’Hockey Novara, impone una doverosa analisi sul contesto venutosi a creare ed in particolare sulle cause che stanno indirizzando come unico responsabile, colui che in più di un’occasione è risultato essere l’unica fonte di sopravvivenza per la società e per il blasone che la stessa ricopre nell’intero panorama sportivo nazionale.
A distanza di quattro anni dall’impegno che il Presidente ha assunto, nei confronti dell’Amministrazione Comunale, degli imprenditori locali, degli addetti ai lavori ed in particolare verso tutti i tifosi e gli appassionati della squadra, le difficoltà riscontrate nel trovare consensi ed appoggi di qualsiasi natura, non solo economica, contribuiscono ad alimentare un senso di sconforto che penalizza ulteriormente le circostanze attuali. Gli sforzi profusi per ridurre il passivo societario, che al momento dell’acquisizione appariva oltremodo sconcertante, (con il rischio annesso di un triste fallimento societario), non hanno mai avuto risonanza adeguata negli effetti benèfici che ne sono derivati. Eppure tali informazioni risultano un dato oggettivo, nella verifica dei bilanci societari degli ultimi esercizi. Da parte della stessa figura, che oggi viene colpevolizzata da più versanti, non sono mai state avanzate richieste esorbitanti o pretese assurde, se non una maggior disponibilità nell’utilizzo degli impianti sportivi comunali, a cominciare da un numero di ore più adeguato per gli allenamenti della prima squadra, in considerazione della categoria in cui la stessa milita e per equità di giudizi con le altre società sportive, che condividono il Palazzetto dello Sport “Stefano Dal Lago” quale impianto a propria disposizione.
Per lungo tempo si è fatto accenno al “difendere la Novaresità di questo sport, autentico patrimonio dell’intera città”, ma assai di rado si è sottolineato quanto l’imprenditoria locale cittadina, eccetto poche figure, si sia completamente svincolata da qualsiasi impegno economico nei confronti dell’Hockey Novara. Quando si pensa alle responsabilità connesse ad una gestione di una società sportiva, non ci si può limitare a quelle relative al mantenimento di un organico e di uno staff.
La necessità di disporre di un settore giovanile, con motivazioni da parte degli Organi competenti che ci appaiono esagerate, oltre al fatto che le previste entrate hanno subìto un consistente slittamento, (legato principalmente alle evidenti ed attuali difficoltà finanziare dei nostri sponsor), rappresentano un ulteriore impedimento nella consueta amministrazione quotidiana.
Eppure, nel contesto delle attività sportive degli ultimi anni, sono risultati molteplici i sostegni pubblici a favore di alcune società, peraltro neppure legate all’identità della città di Novara.
A rappresentare la “goccia che fa traboccare il vaso” sono state le recenti illazioni apparse sui quotidiani. Appare evidente che si vogliano addossare le colpe più insensate all’attuale dirigenza e, (si sottolinei), non solo nei confronti del Presidente della società bensì dell’intero Staff, che subisce in questo modo anche lo scherno di veder vanificata tutta la passione e la professionalità, che cerca di impiegare di continuo nel proprio ambito. Si è addirittura arrivati ad affermare che la negligenza di persone altamente qualificate all’interno della società e legate al mondo dell’hockey da svariato periodo, sia la causa di problemi finanziari che si ripercuotono sugli atleti della prima squadra.
Non ultimo, la derisione di un progetto innovativo, per il quale ci si è rivolti a partner che oltre a fornire un importante ritorno d’immagine, curiosità ed interesse, sia nei media locali che nazionali, creano un’opportunità unica nel suo genere attraverso un piano di comunicazione dedicato: l’inserimento nella squadra di un coach motivazionale, per un allenamento mentale affiancato a quello fisico e tecnico, nello stesso principio adottato da altri blasonati team europei e da alcuni campioni italiani quali Alessandro Del Piero, Isolde Kostner, Loris Reggiani, Kristian Ghedina e Gianluca Genoni, solo per citarne alcuni. Spiace dover riscontrare che, anche chi lavora assiduamente per l’Hockey Novara, seppur nell’ombra, si veda deriso nelle intenzioni di risollevare la squadra, innescando quel circolo virtuoso essenziale nell’accrescere la fiducia nei giocatori, nei tifosi e negli sponsor stessi, oltre ad un evidente riscontro favorevole cittadino.
In conclusione, qualunque sia il destino della squadra più blasonata d’Italia, è necessario che ogni persona coinvolta in questa situazione, per la parte di propria competenza, si faccia carico delle responsabilità oggettive derivanti dalla mancanza di collaborazione e dall’ostilità nei confronti di chi ha deciso di sostenere la propria fede, con passione ed entusiasmo, in un ideale che non ha eguali fra nessuna squadra professionistica in Italia.

Il Presidente
Massimo Rapetto
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