Toyota Valdagno a Vic, miracolo solo a metà

RONCATO PATì VIC: Baget, Pla, Lopez, Carbò, Roca, Bancells, Adroher, Torra, Galan, Fernandez. All. Ferran Pujalte
TOYOTA MARCANTE VALDAGNO: Vallortigara, Motaran, Nicolia, Zarantonello, Cocco, Pranovi, Rigo, Perdoncin, Raed, Puzzella. All. Alberto Lodi
Arbitri: Josè Oliveira (P) e Joaquim Araujo (P)
Reti: pt 1’ Roca (R), 23’ Torra (R), 24’ Pranovi (T); st 1’ rig. Adroher (R), 22’ Rigo (T).

Grande Vic, ma Toyota da chapeau. Le ha provate tutte il team biancoceleste, ma questi spagnoli si sono dimostrati degni del secondo posto che occupano nella Liga alle spalle del Barcellona.
La Toyota parte con Puzzella, Motaran-Rigo, Cocco-Raed. Gli spagnoli partono a razzo e colpiscono già al 1’ con una percussione del capitano “Titi” Roca. Los de Osona fanno davvero la voce grossa come avevano promesso, fin dal via gli uomini di Pujalte si esaltano con un gran possesso di palla e alla Toyota non resta altro che affidarsi al gioco di rimessa. A metà tempo entra anche Nicolia, ma il Cabezon e Raed riescono a ricavarsi spazi con il contagocce. I biancorossi in avanti pressano come ossessi, i biancocelesti rispondono con una saetta di Motaran senza fortuna. Si va avanti così fino al 23’ quando Torra ruba palla a centropista, parte velocissimo in contropiede e solo in area insacca il 2 a 0. A 1’ dalla fine una bordata di Pranovi rimette in gioco le sorti del match. Al riposo è 2-1.
Ripresa. Dentro Puzzella, Rigo-Pranovi, Nicolia-Raed. La maledizione prosegue, dopo 1’ a causa di un fallo di pattino in area il Vic usufruisce di un rigore che il ‘pichichi’ Adroher insacca: 3-1. Il Vic ha sempre innestata la massima intensità, è pure velocissimo nei rientri, marca a uomo come una furia scatenata. Ci riprova Motaran, ma Fernandez è un mago. Brividi da polo nord in un minuto: al 12’ blu diretto a Raed, ma il Vic sbaglia la punizione di prima; al 13’ grande chance per la Toyota, rigore di Nicolia, sventa ancora Fernandez. Ma la Toyota è irriducibile: al 22’ un siluro di Rigo accorcia sul 3-2. Peccato, è l’ultimo sussulto.