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Come era facilmente prevedibile, l'Italia sbatte contro lo scoglio Spagna e affonda per la prima volta ai campionati europei di Oviedo.
Troppo forti i padroni di casa per sperare di uscire vivi dallo scontro diretto. Tanto più che gli azzurri non giocano certo al meglio delle loro possibilità e commettono leggerezze pagate carissime, soprattutto in fase difensiva.
La partenza dell'Italia è semplicemente disastrosa. In pochi minuti la Spagna ci assedia nella nostra area di rigore, impedendoci qualsiasi sortita offensiva e rendendo difficili persino gli alleggerimenti. Agli ibericii bastano meno di due minuti per far saltare il precario assetto difensivo dell'Italia e il grimaldello per aprire la porta si chiama Marc Gual: sono sue entrambe le reti del primo tempo che lanciano la Spagna verso una facile vittoria.
La reazione degli azzurri è nulla sul piano pratico. La differenza in pista è tale che ai nostri riesce difficile qualsiasi cosa: dalla debacle generale si salvano soltanto Leonardo Barozzi, che in più di un'occasione riesce a salvare la nostra porta dalla capitolazione, e Mattia Cocco, l'unico a metterci un pizzico di lucidità anche nell'inferno del pressing spagnolo. Delude, invece, Juan Travasino, troppo distratto in difesa e a corto di idee nell'organizzazione della manovra italiana.
La ripresa è la fotocopia del primo tempo, con la Spagna che cambia solo l'autore delle reti e si affida ad una doppietta di Teixidò. La reazione azzurra si concretizza solo in un penalty trasformato magistralmente da Travasino.
Alla fine gli azzurri contengono i danni in un onorevole 4-1, ma la differenza tra le due squadre è apparsa netta ed evidente, così come lo era apparsa tra la Spagna e tutte le altre avversarie.
Domani pomeriggio alle 17.30, contro l'Inghilterra nei quarti di finale, sarà tutto un altro avversario e un'altra musica: si torna a giocare contro i terrestri con i quali possiamo dire la nostra.