L'hockey femminile prova a ripartire da Viareggio

Nei giorni scorsi la città toscana ha ospitato un centro di addestramento riservato al settore femminile al quale hanno partecipato 17 ragazze. E' stata un'occasione per riflettere sulle prospettive del settore femminile. In questo articolo riportiamo le riflessioni che gli organizzatori del centro ci hanno inviato.

Scritto da Redazione - Pubblicato il 13/12/2007 - Ultima modifica
Si è svolto a Viareggio dal 30/11 al 2/12 il primo Raduno di addestramento tecnico riservato al settore femminile dell’hockey pista.
L’appuntamento, organizzato con il patrocinio della Federazione, ha visto la presenza di diciassette ragazze provenienti da tutta Italia ed è stato importante sotto diversi aspetti: da un lato è servito ai tecnici della federazione (Gallotta, Pampaloni, Pozzan) per stabilire, assieme agli allenatori di società presenti, un punto di partenza per un programma che punti a migliorare la qualità tecnica delle atlete al fine di riuscire in un prossimo futuro a ripresentare una Nazionale rosa che sia non solo rappresentativa ma anche competitiva.
Dall’altro ha dato modo ai responsabili delle società direttamente interessate all’attività femminile (tra cui Eugenio Vannucci per l’SPV Viareggio e Paola Zolin per il Bassano Hockey 54) di confrontarsi sui problemi di questo settore ancorché piccolo ma vitale che, da sempre, deve destreggiarsi tra difficoltà dovute alla cronica mancanza di risorse economiche e, anche, alla diffidenza di molte società e tecnici che, ottusamente, ritengono l’hockey femminile un inutile spreco di risorse e spazi.
Senza voler approfondire troppo la questione o dare il via a sterili polemiche vale la pena però di constatare che la maggioranza degli sport di squadra ha sia il settore maschile che quello femminile (vedi ad esempio il rugby che spesso ultimamente è portato ad esempio per il suo spirito sportivo ) e se un domani si volesse presentare la candidatura dell’hockey pista al CIO per l’ammissione alle Olimpiadi probabilmente anche questo aspetto avrebbe un peso.
Detto questo è invece importante sottolineare quello che da Viareggio è scaturito, vale a dire un forte patto di collaborazione tra le Società, le atlete e i tecnici appassionati, volto al reperimento di fondi e sponsor che possano servire per aiutare nuove realtà oltre che per intensificare appuntamenti come quello appena trascorso.
Appuntamento che, va sottolineato, è stato tutto a carico delle ragazze e delle loro famiglie che si sono sobbarcate le spese di trasferta e soggiorno al raduno.
Altro aspetto che è emerso nei giorni di raduno è stata la volontà di superare vecchie logiche campanilistiche, vale a dire: in campo massimo agonismo, ma poi, fuori, massima disponibilità ad aiutarsi anche con trasferimenti temporanei, se con questi si può formare una squadra in più.
E se questo può voler dire rischiare uno scudetto, pazienza…
In questo momento per Viareggio, Eboli e Bassano (le realtà più rappresentative dell’hockey pista femminile italiano) è più importante dimostrare che questa disciplina è capace di crescere e migliorarsi, anche nella mentalità e nella cultura sportiva.
Questo è l’obbiettivo principale da raggiungere senza il quale uno scudetto da attaccare alla maglia è solo una patacca in più.
Perciò l’intenzione è quella di riproporre a breve un altro raduno aperto a tutte le ragazze che amano questo sport, e, nel contempo, verrà iniziata un’opera di informazione sull’attività femminile in atto che la renda più conosciuta e visibile a tutti. Sarà a quel punto importante tornare anche ad interessare quei settori istituzionali che, come nel caso del Ministro per le attività sportive, On.le Giovanna Meandri, la scorsa estate, incontrando la squadra campione d’Italia del Breganze, aveva promesso un interessamento alla causa dell’hockey femminile.

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