Anche l'Argentina si piega: la Svizzera trova la finale

Dopo il Portogallo, anche l'Argentina è costretta alla resa da una Svizzera determinata e stellare. Ancora una volta è il golden gol a designare il trionfo dei padroni di casa, meritato come non mai. La Svizzera sta cambiando le gerarchie dell'hockey su pista: ora le grandi non sono più quattro, ma cinque.

Scritto da Redazione - Pubblicato il 22/06/2007 - Ultima modifica
Sarà la Svizzera a contendere alla Spagna il titolo di campione del mondo di hockey su pista. Esattamente come accadde lo scorso anno ai campionati europei di Monza. Allora fu l'Italia a cadere sulla strada degli elvetici e si parlò di crisi dell'hockey italiano. Oggi, dopo il Portogallo, è l'Argentina ad uscire dalla lotta per il titolo contro Desponds e compagni.
A questo punto è lecito affermare che la geografia dell'hockey che conta va aggiornata e che non ci sono più finali e semifinali sicure per nessuno: la Svizzera, dopo tanto rincorrere, ha raggiunto le quattro grandi "storiche" sul tetto del mondo.
La maturazione è completa ancor prima della prima finale iridata nella storia dell'hockey elvetico. La vittoria di giovedì sul Portogallo aveva destato scalpore, ma a fianco della buona prestazione dei rossocrociati si era anche parlato di una pessima nazionale portoghese.
Con l'Argentina è stato diverso. La nazionale di Jorge Luz non ha molto da farsi perdonare: ha giocato una grandissima partita sfoderando tutti i suoi colpi migliori; forse il solo Farran è stato al di sotto delle attese. Ma la Svizzera vista al Pierrier è stato un osso troppo duro anche per la migliore Argentina.
Grintosa, tatticamente ineccepibile, tecnicamente eccellente e con una voglia di vincere senza eguali al mondo: questa è oggi la nazionale Svizzera che ha nel portiere Hauert e nel giovanissimo Federico Garcia Mendez (classe 1987 e nemmeno un minuto in panchina nella semifinale) i fuochi attorno ai quali ruotano ottimi elementi come Brentini, Desponds, Wenger e Jimenez.
Non è un fuoco di paglia questa Svizzera, ma il frutto di un lungo e paziente lavoro iniziato cinque anni fa dalla federazione elvetica che ha portato ad una crescita eccellente, fino ai massimi livelli mondiali.
E c'è da stare sicuri che anche Carlos Feriche, CT della Spagna, vivrà una notte di tensione: dell'Argentina conosce ogni dettaglio, della Svizzera, forse, gli sfugge qualcosa.

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