Intervista a Cirilli, lo 'straniero' dell’Afp

E’ uno degli “intoccabili” di mister Marzella ed una delle colonne portanti dell’Afp Giovinazzo, squadra neo promossa in serie A1 : stiamo parlando di Antonio Cirilli, esterno classe 78’ della squadra biancoverde, con il vizio del gol. Ha iniziato a giocare ad hockey all’età di otto anni ponendo le basi per una carriera che lo ha poi portato a disputare un mondiale ed un europeo.

Scritto da - Pubblicato il 27/03/2007 - Ultima modifica
La serie A2 gli andava un pò stretta ed ora che con i suoi compagni ha conquistato la certezza di tornare nell’olimpo dell’hockey nazionale, lo abbiamo avvicinato per una interessante chiacchierata.

Antonio, quest’anno ti stai esprimendo con continuità ed hai già messo a segno ben 21 reti, cosa ne pensi?
“Quest’anno è stato sicuramente uno degli anni più proficui da quando gioco ad hockey, le mie caratteristiche calzano perfettamente con quelle della squadra, un team che lo scorso anno mi ha accolto con molto entusiasmo e che mi permette di esprimermi ad alti livelli e di realizzare molte reti”.

Un tuo pregio ed un tuo difetto?
“Il mio pregio maggiore è l’umiltà, qualità che cerco di dimostrare sia ai miei compagni di squadra che agli avversari; difetti sinceramente non saprei dirtene comunque basta chiedere a chi mi conosce, te ne troverebbe mille…”.

In questa stagione non partivate favoriti eppure avete raggiunto l’A1. Qual è stato il vostro segreto?
“Quest’impresa l’avevamo già sfiorata la scorsa stagione, ci sfuggì di un soffio soprattutto perché ci mancò un pò di fortuna che a volte riveste un ruolo importante. Quest’anno invece ci impegniamo molto di più negli allenamenti, la nostra preparazione è più adeguata ad un campionato di A1 più che di A2 e poi abbiamo un pubblico fantastico che ci ha sempre sostenuto anche in trasferta”.

Un commento sul carismatico Pino Marzella e sul presidente Vito Favuzzi…
“Marzella ha un bel caratterino…chi lo conosce lo sa, a volte è molto duro e diretto nell’esprimere i suoi pensieri altre volte riesce benissimo ad interpretare lo stato d’animo di un giocatore. Il mister è molto preparato sia a livello tattico che tecnico, a mio parere è uno dei migliori in Italia. Favuzzi invece, mi ha voluto fortemente a Giovinazzo, è un uomo vivace ed estroverso, è stato bravo a trovare gli sponsor per far disputare alla squadra un campionato degno degli obiettivi che la società si era prefissata”.

Come ti trovi a Giovinazzo, tu che sei l’unico giocatore non giovinazzese dell’Afp?
“Sono molfettese, e nonostante l’accesa rivalità tra Molfetta e Giovinazzo sono stato accolto bene da tutto l’ambiente biancoverde. Gioco a Giovinazzo già dalla scorsa stagione e quest’anno il legame con la squadra e soprattutto col mister si è rafforzato molto. Marzella mi aveva già allenato a Molfetta in passato e per dire la verità non avevo un buon ricordo di quell’annata probabilmente per la mia immaturità, dato che avevo solo 17 anni e anche perché probabilmente il mister non aveva ancora molta esperienza come allenatore”.

Dato che sei un molfettese doc, è inevitabile una domanda sulla squadra della tua città. Cosa ne pensi della retrocessione repentina dell’H.C. Molfetta?
“Nel momento in cui si passa dalla A2 alla A1 e quindi si decide di confrontarsi con un palcoscenico di tale spessore di conseguenza anche la società deve essere all’altezza di tale palcoscenico. Sono convinto che il Molfetta non era pronto per tale salto ma non voglio entrare nel merito delle scelte della società molfettese”.

Volendo toglierti qualche sassolino dalla scarpa, chi butti giù dalla torre e chi invece vorresti ringraziare?
“Non provo rancore per nessuno, non fa parte del mio carattere; vorrei invece ringraziare il compianto Raul Micheli, mio ex allenatore della nazionale che è stato l’unico a credere in me, facendomi esordire nel mondiale di Reus 99’ e nell’europeo di Wimmis 2000. Lui credeva nei giovani, con la sua morte tale politica si è arenata, così Spagna e Portogallo ora sono più avanti di noi…”.

Chiudiamo con una domanda di mercato. Il tuo cartellino è di proprietà del Bassano 54 : rimarrai a Giovinazzo o è ipotizzabile un tuo trasferimento il prossimo anno?
“E’ ancora presto per parlare di mercato, bisogna attendere la fine della stagione poi tirerò le somme e valuterò eventuali richieste, che in passato ho sempre rifiutato per terminare gli studi. Non nego che se mi arrivasse una chiamata da Bassano ci penserei, è una delle piazze più ambite dell’hockey italiano. Comunque ora penso solo al Giovinazzo e se ci sarà la possibilità sarò ben contento di sudare ancora per questi colori anche nella prossima stagione. Io, la squadra e la società abbiamo un progetto che contiamo di portare a termine”.

Massimiliano Napoli
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