L'Italia insiste: a Monza si discuta delle nuove coppe
Con una lettera inviata al Cerh e a tutte le Federazioni e firmata dal segretario generale Emilio Gasbarrone, la Fihp chiede "ai sensi delle vigenti norme" che venga discussa la proposta di modifica delle coppe europee. Ecco quali sono le proposte che l'Italia vuole e che la Spagna osteggia in tutti i modi.
Scritto da Redazione
- Pubblicato il 17/06/2006 - Ultima modifica
Non si chiude il tormentone legato alla prossima edizione delle coppe europee. Dopo il colpo di mano spagnolo che ha portato alla cancellazione del punto all'ordine del giorno dell'Assemblea del 23 luglio prossimo a Monza, la Federazione Italiana reagisce. Lo fa con una lettera in cui si appella alle norme vigenti e in cui chiede che di riforma delle competizioni europee per club si parli a Monza e si assuma una decisione.
Nei prossimi giorni vedremo quale sarà la decisione del Cerh e del suo presidente Graça dimostratosi particolarmente docile e arrendevole nei confronti delle pretese spagnole.
Intanto vale la pena dare un'occhiata a cosa chiede di così sconvolgente l'Italia da mandare in crisi le altre due potenze dell'hockey europeo.
La proposta italiana cerca di dare risposta a tre problemi emersi in questi anni: favorire la copertura televisiva della Champions League, ridurre i costi di partecipazione per i club, ridurre il pesante effetto indotto sui campionati nazionali, costretti a continue variazioni di calendario.
Alla nuova Champions League dovrebbero prendere obbligatoriamente parte: la squadra detentrice del trofeo e le squadre che vincono i rispettivi campionati nazionali. Sarebbe invece facoltativa l'iscrizione della squadra vincitrice della coppa nazionale e di quella giunta seconda in campionato. In ogni caso ogni nazione non potrebbe avere più di tre squadre iscritte (più l'eventuale detentrice).
Il turno preliminare, da giocare a novembre, servirebbe per ridurre le squadre a 16 (se il totale delle iscrizioni è superiore) oppure a 12 (se le iscritte sono da 13 a 15). Le squadre qualificate verrebbero quindi suddivise in quattro gironi da tre o quattro squadre secondo la loro posizione nel ranking europeo unico che prenderebbe il posto dei due attualmente esistenti (Champions League e coppa Cers). Le teste di serie sarebbero i campioni in carica e le prime tre della classifica.
La fase a gironi verrebbe sostituita da una serie di concentramenti (tre o quattro a seconda del numero di squadre per girone, uno al mese da gennaio ad aprile); ogni club ospiterebbe un concentramento sulla propria pista dove, dal venerdì alla domenica, le squadre si affrontano tutte tra di loro. I punti conquistati in ciascun concentramento si sommerebbero a quelli conquistati nei concentramenti differenti fino a dare la classifica finale del girone.
Per assegnare la coppa sono prospettate due opzioni: Final Four (con semifinali e finale) oppure Final Eight (con anche i quarti di finale).
Come è facile constatare, la formula ha il merito di garantire a tutte le squadre partecipanti la possibilità di giocare in casa propria un intero concentramento e, al tempo stesso, contiene i costi riducendo il numero delle trasferte. Per non parlare dell'effetto sui campionati nazionali che sarebbero costretti a rinvii infrasettimanali soltanto una volta al mese e non a cadenza quindicinale come accade oggi.
Per quanto riguarda la coppa Cers, invece, non si prevede alcun cambiamento rispetto alla formula attuale.
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