Fra poco più di una settimana i riflettori dell'hockey su pista europeo punteranno sulla sconosciuta località di Torres Novas, sperduta cittadina che si trova nel cuore del Portogallo centrale, a 30 kilometri dalla ben più nota città di Fatima e a oltre 100 dalla capitale Lisbona.
E' in questa insolita cornice che i portoghesi hanno deciso di ambientare la Final Four di Champions League che vedrà protagonisti i "padroni di casa" del Porto, gli spagnoli del Reus Deportivo e del Noia e i campioni d'Italia dell'Etruria Follonica.
Insolito il posto e nuova la formula per questa Final Four, la prima orfana del Barcellona. Non più eliminazione diretta ma un "todos contra todos" che non mancherà di suscitare perplessità, soprattutto se le ultime partite dovessero risultare inutili per l'assegnazione del trofeo.
Il Porto ha eletto il Reus Deportivo come principale avversario da battere. I draghi avevano l'opportunità di scegliere il nome della squadra da affrontare per ultima e la scelta è caduta proprio sui rossoneri catalani.
Vedremo subito se i portoghesi hanno avuto ragione, dato che ad inaugurare la Final Four sarà la terza sfida stagionale tra Porto e Follonica.
A seguire i campioni d'Italia ci saranno un centinaio di tifosi che affronteranno una trasferta tutt'altro che agevole per inseguire un sogno che l'hockey italiano ha sempre visto svanire in passato. Per tutti quelli che resteranno a casa ci penserà Mamma Rai a garantire la visibilità dell'evento: tre partite e tutte in diretta su Raisport Satellite.
Venerdì 5 alle 21.15 potremo vedere Porto-Follonica; il giorno successivo alle 18.00 Follonica-Reus e domenica alle 19.30 Follonica-Noia. Il tutto con l'ormai familiare e competente voce di Federico Calcagno. Da non escludere, poi, che RTPinternational, il canale in chiaro della TV portoghese, decida di irradiare tutte le partite del Porto, garantendo così una copertura pressochè totale dell'evento.
La copertura TV di una finale di Champions League disputata all'estero è l'ennesima dimostrazione del buon lavoro che la Lega Hockey ha portato avanti in questi anni, imponendo grandi sacrifici ai club in un momento già di per sè molto difficile, ma ottenendo una visibilità per l'hockey su pista che appena tre anni fa avremmo definito semplicemente irrealistica ed impossibile.
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