Tantissimo Barozzi, tanta Italia, un po' di fortuna: azzurri in finale

Con la Spagna finisce 1-0. Decide un gol di Ambrosio che viene dimenticato dagli spagnoli e segna la rete decisiva. Poi l'Italia si difende con le unghie e con i denti, ma soprattutto con un Barozzi perfetto e anche di più. Un pizzico di fortuna ha fatto il resto.

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Scritto da Redazione - Pubblicato il 15/07/2016 - 22:14 - Ultima modifica 21/07/2016 - 15:47

Ambrosio e Barozzi a fine partita.

Foto Marzia Cattini

Lo scriviamo di getto questo commento a Italia-Spagna 1-0, senza ripercorrere passo passo una partita per la quale la cronaca non serve: riguardatevela e soffrite come abbiamo sofferto noi a bordo pista, come hanno sofferto gli italiani sugli spalti qui ad Oliveira. E godete come abbiamo goduto noi!
Preferiamo una cronaca emozionale perchè l'hockey come quello che hanno espresso Spagna e Italia questa sera è emozione pura, dal primo all'ultimo minuto. Diciamolo: ci abbiamo fatto tutti un pensierino a questa Spagna rimasta con un solo vero fenomeno, Jordi Bargallo, e forse non più così perfetta nemmeno sotto il piano tattico. Se segnamo per primi, se Barozzi para, se poi teniamo... possiamo anche vincerla.
Ecco, la cronaca vera è tutta qui: l'Italia che segna per prima su un episodio che da sfavorevole (un evidenta fallo di Bargallò su Ambrosio) invertito dall'arbitro Rainha,  diventa l'azione clou della partita: Verona vede, fa un lancio perfetto di 25 metri e pesca Ambrosio che batte Grau in quello che sarà l'unico gol della partita. L'Italia che difende bene davanti a un Barozzi che ricorda a tutta Europa, se ce ne fosse ancora bisogno, che il miglior portiere da questa parte dell'Oceano Atlantico è lui. L'Italia a cui gira tutto bene perchè non s'è mai vista la Spagna tirare fuori dallo specchio prima un rigore e poi una punizione e perchè a inizio secondo tempo il suono di pali e traverse si è fatto sentire spesso.
Il totale, semplificando un po, fa 1-0 e, così come il pareggio di due anni orsono contro gli spagnoli ci spinse in alto, così questo storico successo ci manda in finale. Curiosità alla Tomaino: l'ultima vittoria degli azzurri sulla Spagna datava anno 2003, al mondiale di Oliveira de Azemeis. Era una semifinale e andammo a giocarci il tiolo (perdendolo ai supplementari) contro il Portogallo.
In realtà tra quello che vi abbiamo raccontato e quello che è accaduto in pista c'è tanto altro. C'è un'Italia che nel primo tempo gioca alla pari con la Spagna e ha anche le sue occasioni per raddoppiare. C'è un'Italia che nella ripresa punta tutto sulla difesa, non lascia spazio di manovra a Jordi Bargallo (che, fenomeno qual è, riesce comunque ad essere il migliore e più incisivo dei suoi), soffre e rende la vita impossibile alla Spagna: tanto possesso pallina per gli spagnoli, ma conclusioni realmente pericolose non tante e tutte fermate da Barozzi. C'è, in definitiva, il lavoro di Massimo Mariotti e del suo staff in questi anni alla guida delle squadre azzurre: sulla testa dei giocatori, che oggi non soffrono di complessi di inferiorità verso nessuno, sulla loro tecnica individuale, sulla tattica della squadra.
Tutto questo ci ha portato alla finale dove difenderemo il titolo conquistato due anni fa anche grazie al Portogallo (che fermò sul pari la Spagna nell'ultima partita) proprio contro i lusitani. Grandi favoriti, ma che guardano con grande rispetto a questa splendida italia.

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