Gnata, De Oro, Giulio Cocco e Zanin salutano il Breganze, con tanta emozione

Tutti e quattro si preparano a lasciare Breganze: Gnata e De Oro giocheranno e Forte dei Marmi, Cocco andrà al Lodi e Zanin rientra a Bassano. Tutti hanno lasciato un segno nella loro esperienza in rossonero.

Scritto da Redazione - Pubblicato il 26/05/2016 - 20:51 - Ultima modifica 06/06/2016 - 16:30

I protagonisti di questo lungo articolo sono gli atleti rossoneri che, terminata questa stagione, prenderanno altre strade. Come Gerard Teixido che, presentando Oriol Vives alcuni giorni fa, si è già ufficialmente accomiatato dalla società rossonera (qui l'articolo). Questi atleti esprimono tanta gratitudine per quello che hanno ricevuto dall’Hockey Breganze e dalla sua gente. E qualcono di loro lo dice con viva commozione. Magari confidando, prima o poi, in un ritorno.
Come Riccardo Gnata, breganzese doc, terzo nella speciale classifica di rendimento dei portieri della serie A1 2015-16, portiere della nazionale e, per larghi tratti della stagione, il miglior numero uno del campionato. Una sera di gennaio, nel primo tempo di un match di Eurolega, ai supercampioni del Barcellona stava passando la voglia di tirare in porta. Perché pareva inutile. Al di là dell’aspetto tecnico, Gnata è uno dei top player di questo sport, capace di emozionarsi davvero quando parla di questa e delle precedenti annate giocate qui.
Ricky, stai per andare dal Forte dei Marmi, Ti rivedremo ancora in maglia rossonera? Magari per finire la carriera?
“Di sicuro questo con il Breganze non è un addio e di sicuro non tornerò a Breganze solo per finire la carriera. Penso sia il sogno di ogni giocatore, e comunque è il mio, quello di vincere lo scudetto con la maglia del proprio paese. E siccome non si è ancora avverato, diciamo che dovrò tornare per forza! Onestamente però non penso alla fine della mia carriera. E’ ancora presto”.
Che ricordi Ti lascia questo anno?
“Al termine di questa stagione, che sicuramente mi lascia un sacco di ricordi positivi, sono rimasto con un po’ di amaro in bocca per come è finita. Ma l’amarezza provata mi servirà nel prosieguo della carriera per allenarmi ancora di più e non vivere più quella sensazione provata alla fine della seconda partita col CGC Viareggio. Anche se, si sa e bisogna metterlo in conto e accettarlo: le sconfitte fanno parte della vita di uno sportivo!"
Per te, breganzese, cosa vuol dire giocare a hockey pista?
“So cosa significa la parola hockey su pista per il mio paese e sicuramente so cosa significa la stessa parola nella mia vita. Sono convinto che, sia a Breganze che nella mia carriera, ci sia ancora tanta strada da poter percorrere e auguro il meglio a questa società, a questo pubblico e a questi tifosi. Ho passato qui due anni fantastici. Ho difeso la porta che fin da bambino, quando andavo alla partita al sabato sera, sognavo di difendere. Ho giocato in una delle formazioni breganzesi più forti di tutti i tempi, arrivando a disputare una final four di Eurolega contro il Barcellona. Diciamo che i sogni che volevo realizzare da bambino, quando ho iniziato a giocare a hockey, erano tre e intanto uno si è avverato”.
Ti ritieni un atleta fortunato?
“Certo. Qui ho avuto la fortuna di giocare con grandi campioni  e ho ritrovato anche i miei compagni delle giovanili, cioè amici prima che compagni. E’ stato davvero un onore aver giocato di nuovo con il Breganze”.
C’è qualcuno che vuoi ringraziare?
“Volevo ringraziare tutti quelli che ci hanno e mi hanno sostenuto in questo percorso, dalla società ai tifosi. Volevo ringraziare pubblicamente i miei compagni e il mio staff. Approfitto anche per fare un grandissimo in bocca al lupo a Mattia Cocco, compagno di tante battaglie e amico di vita: è stata una cosa grande giocare con lui, ma soprattutto averlo conosciuto”.

C’è un altro atleta breganzese che seguirà Ricky Gnata a Forte dei Marmi. E’ Gaston “Tonchi” De Oro, protagonista di una grande stagione, con 26 gol in campionato e altre reti importanti; le due nella finale di Supercoppa per esempio. Lui è la conferma al detto che uno trova la sua patria nel posto dove sta bene. Perché è vero che è nato a San Juan, Argentina, ma si sente breganzese nel profondo. Ormai parla dialetto veneto e ogni volta che ci pensa, al fatto di andar via dall’Hockey Breganze, gli viene da piangere. Ma la carriera di un giocatore è così, a volte si lascia un posto per iniziare altrove una nuova avventura, anche per fare altre esperienze.
Ma prima c’è da salutare la “sua gente”. Tonchi cosa provi in questo momento?
“Penso che lasciare Breganze dopo 3 anni come questi ultimi sia una cosa che lascia il segno, soprattutto per quanto mi sono affezionato a questo paese e alla sua gente. Ho giocato per tre anni ad alti livelli e siamo riusciti a toglierci qualche soddisfazione. Ma questo è lo sport ed è il mio lavoro. Nello sport un giorno sei in un posto e il giorno dopo sei in un altro. Ma questo non è il problema”.
E allora qual è il problema?
“Il problema è quando ti abitui così bene  in un posto dove trovi affetto da parte di tutti e questo vale ancora di più per me, straniero lontano da casa. Allora si fa davvero fatica a lasciare un paese come Breganze. Vorrei davvero ringraziare tutti: il paese, i tifosi, la dirigenza, lo staff, i bimbi che ho allenato, i miei compagni. Perché tutti voi insieme avete fatto in modo che ci tenga tanto a questa che per me è ormai una famiglia. Come ho detto un po’ di tempo fa, mi sento sicuramente in debito con tutti quanti”.
Ti rivedremo a Breganze Tonchi? E come giudichi questa e le altre annate vissute qui?
“Penso di avere qualche altro anno di carriera ad alti livelli. E spero ci siano presto le condizioni per poter tornare qui e vivere ancora altre avventure insieme. Per quest’anno? Sono il primo ad avere detto che abbiamo finito in una maniera che nessuno si aspettava e che sicuramente nessuno voleva. Ma è questo lo sport. Per me l'anno è stato fantastico perché ho trovato un gruppo stupendo di persone. Abbiamo vinto quando nessuno se lo attendeva e abbiamo vissuto emozioni bellissime insieme che nessuno si aspettava. Nello sport vince solo uno e nella vita non si può avere tutto. Io non ho tutto, ma per fortuna per cinque anni ho avuto e vissuto Breganze. Grazie di cuore a tutti, arrivederci”.

Anche Giulio Cocco, dopo due anni a Breganze si trasferirà altrove. Saluta dopo aver fatto vedere le sue indubbie qualità che a soli 20 anni ne fanno uno degli atleti di più sicuro avvenire in Italia e non solo, come confermano le sue prestazioni in maglia azzurra, finora solo nelle giovanili, ma molto presto anche agli imminenti europei senior. Andrà a Lodi, una delle formazioni più importanti dell’hockey pista italiano, vincitore della coppa Italia 2016 e finalista scudetto. Giulio a Breganze ha realizzato gol di pregevole fattura, alcuni “ai limiti dell’impossibile” come il parziale del 2-3 a Valdagno; qui è cresciuto e migliorato molto ed è felice di aver fatto questa esperienza.
Giulio come valuti questa stagione?
“È stata una bellissima stagione in cui sono cresciuto molto sotto tutti gli aspetti, tecnico e non solo. Grazie davvero a tutti”.

Un altro che lascerà Breganze è il secondo portiere Alberto Zanin, bassanese. Lo reclama l’azienda di famiglia e gli impegni di lavoro non gli consentono di allenarsi con continuità in una formazione di serie A1 che fa anche le coppe europee, come la squadra rossonera nell’annata appena conclusa. Alberto Zanin è un ottimo atleta che ha interpretato nel modo migliore il ruolo di secondo portiere. Oltre a farsi trovare pronto nelle occasioni in cui c’è stato bisogno di lui, si è sempre allenato con intensità e professionalità, contribuendo ad elevare il livello tecnico della squadra. Ed è stato un’ottima spalla per Ricky Gnata dal punto di vista tecnico e umano.
Anche Alberto ci parla in termini entusiasti della sua esperienza breganzese, nonostante abbia giocato poco. Il che non può che accrescere la stima e la riconoscenza che società, staff e compagni di squadra gli hanno tributato.
Alberto il tuo bilancio dell’annata 2015-16?
“Mi sono trovato benissimo a Breganze e solo gli impegni di lavoro mi impediscono di continuare. Ho vissuto un anno entusiasmante dal punto di vista tecnico ed umano, con compagni di squadra, staff tecnico e dirigenti di cui posso solo dire un gran bene. Grazie di cuore per tutto”.

 

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