La sua scelta di emigrare in Svizzera, a Biasca nel canton Ticino, ha scatenato un vero e proprio terremoto nell'ambiente lodigiano. Marco Motaran ha lasciato Lodi e in città dal week end non si parla d'altro. Tantissimi i messaggi di saluto e d'affetto ricevuti dal giocatore via facebook e sui vari forum hockeistici, ma non sono mancate anche le polemiche suscitate da alcune esternazioni dei leader della nuova dirigenza giallorossa, che con dichiarazioni più o meno ufficiali hanno espresso tutta la loro amarezza (per così dire) in merito alla vicenda. A tre giorni dalla clamorosa decisione il 29enne difensore vercellese racconta la sua verità, spiegando i motivi che l'hanno spinto a lasciare dopo ben sette stagioni: «Per me non è stata una decisione facile, a Lodi ho trascorso praticamente il 70% della mia carriera e andare via è un po' come lasciare quella che sento la mia seconda casa. Questa opportunità, al di là di quello che dice qualcuno, mi è arrivata in quest'ultima settimana e nel giro di pochi giorni abbiamo fatto tutto precisa Motaran -. Mi hanno da subito fatto sentire importante e dimostrato di volermi fortemente, a differenza di qualcun altro, e questo ha influito nella mia scelta. Oltre al fatto che mi hanno garantito un impiego extra hockey: chi mi conosce sa che anche a Lodi ho sempre cercato di lavorare anche al di fuori dell'ambiente sportivo e questa è un'occasione importante per il mio futuro che ho ritenuto giusto cogliere. A chi dice che avrei dovuto comunicare la mia voglia di andare via mesi fa, vorrei rispondere che non ho mai pensato di lasciare l'Amatori, tanto che mia madre giusto due settimane fa ha fatto l'abbonamento. Non avrei mai giocato con un'altra squadra in Italia, poi mi hanno chiamato dalla Svizzera con questa proposta e ho deciso di accettare».
I VECCHI ATTRITI CON BELLI
In molti sostengono che sulla sua scelta abbia pesato il ritorno in panchina di Aldo Belli, allenatore con cui Motaran in passato non ha avuto rapporti proprio idilliaci. Questa la replica del giocatore: «È inutile negare che tra me e Aldo qualche problema c'è stato. I rapporti tra noi nell'ultimo anno che ha allenato non sono stati ottimali, alcune dichiarazioni fatte dopo il suo addio li avevano un po' complicati, ma io avevo scelto di stare qui anche con lui in panchina chiarisce -. Non ho mai chiesto di andare via, fino a questa offerta: se fossi rimasto è normale che avremmo dovuto parlare prima di cominciare, ma una volta fatto io avrei dato il massimo come ho sempre fatto con qualunque allenatore».
«NON MI VEDEVANO CAPITANO»
Motaran replica poi alle esternazioni del direttore generale Roberto Citterio, per così dire "seccato" per il comportamento del difensore piemontese: «Innanzitutto sarebbe bene ricordargli che il mio contratto che lui definisce oneroso, e addirittura vincolante nelle loro scelte di mercato, lo firmai tre anni fa col presidente, ma all'atto pratico oggi le cifre erano ben diverse spiega -. Intanto perché l'anno scorso tagliarono i compensi a tutti e a fine campionato, nell'unico incontro che ho avuto con loro, mi era stato chiesto un ulteriore ridimensionamento: dunque la cifra non era più quella che è stata definita onerosa. Poi forse lui non mi vedeva come capitano, ma tutta la gente che in questi giorni mi ha scritto la pensava diversamente già da qualche anno. Sentire certe cose sul mio conto mi ha infastidito: penso di avere sempre dato tutto per la maglia giallorossa, ho giocato anche 30 secondi per tempo senza mai fare casini e mandato giù tante situazioni senza mai tirare indietro. Mi sento un tifoso giallorosso e, al di là di tutto, auguro le migliori fortune all'Amatori».
Stefano Blanchetti