Non c'era il pulman scoperto, che tanto aveva entusiasmato l'anno scorso. Costava troppo. Così, anche i campioni dell'hockey su pista hanno dovuto arrivare a piedi nel cuore della città, dove hanno trovato una tiepida accoglienza. Almeno 2 mila tifosi li attendevano però al PalaLido.
Poco entusiasmo dunque durante la passerella in centro. Eppure la stagione aveva portato come mai lustro a Valdagno con la conquista del Grande Slam (Supercoppa, Coppa Italia e scudetto) oltre alla partecipazione alla Final Four di Eurolega. Senza contare il bilancio delle tre stagioni precedenti con due scudetti e due supercoppe. Assuefazione per tanta gloria? Forse. Certo, ci si attendeva un centro pronto ad esplodere di entusiasmo e invece
un'ora prima dell'appuntamento piazza del Duomo era animata, ma solo da un matrimonio, per il resto solito via vai per la tradizionale “vasca”. Nessuna vetrina con richiami color biancoceleste, nessun drappo dalle finestre. Le bandiere tricolori penzolavano da quelle del Palazzo, accanto al portico un manifesto di grazie da parte del Comune e nulla più.
Piazza del Comune piena a metà, la maggior parte di persone occupate in un drink. Sulla pavimentazione un bimbo di pochi anni tirava colpi ad una pallina da tennis con una mazza da hockey. Intorno alle 18.45 l'arrivo a piedi della rosa al completo della Recalac. Qualche bandiera sventolava, sono partiti alcuni applausi ma non c'è stato il tributo che ci si aspettava. Sono spuntate delle macchinette fotografiche e i giocatori sono stati costretti a modificare più volte la posizione per accontentare chi voleva un ricordo. Niente palco per le presentazioni com'è stato nel passato, ma soltanto un passaggio fra la gente, qualche stretta di mano e qualche abbraccio, poi tappa al Garibaldi per stemperare la sete creata da un caldo umido insopportabile.