Geo&Tex, tra vivaio e impegno sociale

Scritto da Bassanopiucom - Pubblicato il 23/06/2013 - 16:19 - Ultima modifica

I fuochi d’artificio in casa Geo&Tex sono stati sparati nell’immediata vicinanza dell’eliminazione ai playoff per mano dell’Alimac Forte dei Marmi. Rivoluzione completa, varo di un nuovo progetto tecnico, spazio ad alcuni elementi svezzati nel vivaio e preparati da alcuni anni in prestito tra A1 e A2. In attesa del colpo «definitivo», sono in corso diverse trattative, vediamo come la società giallorossa intende proseguire la crescita del settore giovanile.

La prima necessità del factotum Giudice è quella di reperire un sostituto di James Taylor. L’inglese infatti ha guidato la sua under17 fino alla conquista del titolo 2013 a Follonica. Ma ora con il suo ritorno in Inghilterra creerà un altro vuoto da colmare, oltre alla voragine che ha lasciato in prima squadra: «Riteniamo di confermare lo stesso numero di squadre della stagione appena conclusa – spiega il tecnico salernitano –. Per quanto riguarda Taylor mi sto attivando per rintracciare un allenatore in grado di sostituirlo, non è facilissimo ma preferiremo decisamente avere un allenatore ad ogni squadra. Per il resto non cambierà molto». Il progetto-vivaio non ha solamente una valenza tecnica, prova ne è che ci sono due formazioni per ogni categoria che arrivano addirittura a tre per quel che concerne l’under20. Evidentemente non vengono mantenuti in società solo i ragazzi più dotati: «Il fatto di mantenere più squadre per ogni categoria rappresenta uno sforzo che la proprietà fa per permettere a tutti di giocare. Se così non fosse il giorno della partita dieci giocatori verrebbero convocati mentre gli altri rimarrebbero a casa. Evidentemente ad inizio stagione si dividono i giocatori in base alla loro bravura, o sarebbe meglio dire bravura presunta. Nelle categorie inferiori, invece, partecipano solo due formazioni ai campionati di categoria perché il numero di tesserati è inferiore. Se avessimo più giocatori, l’optimum sarebbe farne tre. Ripeto, le spese di gestione non sono indifferenti, bisogna dare merito alla proprietà che si accolla questo impegno che potrei definire sociale».

Marco Polo

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