Per Joao è una festa d’arrivederci

Il portoghese ieri è partito per un torneo in Argentina con l’Angola: tornerà il 5 marzo.

Scritto da Il Cittadino di Lodi - Pubblicato il 20/02/2013 - 18:26 - Ultima modifica

PORTO
In quei grandi occhi verdi c'era la speranza di tornare a casa e dimostrare tutto. Di far vedere a mamma Fatima che il suo Joao era davvero un giocatore importante, capace di fare grandi cose e addirittura di strappare un punto alla squadra della sua città. Di dimostrare a papà Josè che la squadra italiana nella quale milita ha puntato forte su di lui e che un po' la sua scommessa la sta vincendo. Di far capire a nonna Rita che quei trenta tifosi lodigiani innamorati della propria squadra si sono sciroppati qualche migliaio di chilometri anche per lui. Di far vedere alla sorella Gisela com'è diventato grande e per regalare alla fidanzata Marta due gol freschi freschi, come il bacio che le schiocca appena fuori dal palazzetto.
È come un bambino al luna park Joao Pinto, fin dal momento in cui venerdì pomeriggio alle 16 la squadra si è radunata al palazzetto per raggiungere l'aeroporto di Orio al Serio. La voglia di tornare a casa e di affrontare da avversario quello stesso Porto che l'ha cresciuto è troppa: «Per me una partita contro il Porto non può essere uguale alle altre - spiega Pinto -, perché io qui ci sono cresciuto, qui ho passato la mia infanzia. È un'emozione particolare e avevo voglia di dimostrare qualcosa prima di tutto a me stesso».
Prima della partita Gigio Bresciani deve aver anche inarcato un po' il sopracciglio, perché il portoghese funambolico era un unico salutare a destra e a manca vecchi amici e vecchi compagni... Impossibile non biasimarlo. Ma una volta iniziata la partita si è trasformato nel primo tifoso dei propri compagni, incitando a più non posso la squadra anche nel momento più buio. E alla fine, con una doppietta, la vittoria è arrivata: «Siamo proprio contenti - commenta mamma Fatima dopo la partita -, abbiamo tifato tutto il tempo per l'Amatori. Se ero emozionata? Sì, tantissimo, è stato tutto troppo speciale».
Quasi quasi nelle dediche sfugge il più importante, ovvero il cane “Marito”: «Eh non dimentichiamo proprio lui, che gira per Oporto con la maglietta dell'Italia». Joao, energia allo stato puro. E mentre chi scrive è asserragliato al quarto piano di un hotel vicino allo stadio, si sente in lontananza un clacson strombazzare a più non posso per poi urlare in “portoghitaliano”: «“Vigo” (riferito al meccanico Vigotti, nda), andiamo a festesciare».
Perché il sogno di vivere con i propri compagni la notte di Oporto è finalmente realtà. Poi ieri mattina la partenza per l’Argentina, dove disputerà un torneo internazionale con la maglia dell’Angola, suo Paese d’adozione. L’Amatori non sè opposto a questa chiamata, lui tornerà in Italia il 5 marzo. Vai Joao, vai nel blu, di...Pinto di blu.

Al. Ne.

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