Fausto Pozzan rilancia: dopo il campionato tornino la coppa Italia e le nazionali

Parla uno degli artefici del ritorno del campionato italiano femminile che dice la sua su quanto successo a Sandrigo e su quello che dovrebbe accadere in futuro alle donne dell'hockey. Pozzan propone di organizzare la coppa Italia con una formula simile e di puntare sulle nazionali femminili (senior e under 19) per dare speranza al settore.

Scritto da Redazione - Pubblicato il 25/12/2012 - 00:03 - Ultima modifica 02/01/2013 - 08:11

Una fase della finale femminile tra Bassano e SPV Viareggio.

Foto Elisa Ercego

La disputa del campionato femminile a Sandrigo durante il week end dell’Immacolata ha stimolato molte riflessioni: alcune benevole, altre critiche da parte di chi segue questa disciplina sportiva.
Le critiche, se espresse in modo civile e rispettoso, sono ben accette perché fanno riflettere e magari aiutano a crescere. In questo senso ritengo giusta l’osservazione del neoconsigliere federale Marcello Bulgarelli che ha pacatamente invitato tutti a riflettere per migliorare quanto è stato fatto.
E allora, poiché la questione mi riguarda da vicino, essendo stato uno dei promotori della manifestazione che si è svolta proprio nel paese dove abito, mi permetto di sottoporre all’attenzione di chi mi leggerà alcune personali osservazioni. Queste:

1) non è stato un minitorneo, ma, con tutti i limiti del caso, è stato un vero campionato, valido anche dal punto di vista tecnico. Chi, tanto per fare un esempio, ha visto la finale per il titolo, e c’erano atleti e tecnici di serie A1 e A2 maschile a vedere le partite, ha espresso giudizi lusinghieri anche sulla qualità del gioco espresso. Sono state fatte delle riprese televisive che sono andate in onda nelle tv locali vicentine: mi auguro possano essere viste da più parti per trovare conferma in ciò che affermo;

2) le formazioni schierate, sei, erano formate da almeno 8 atlete: SPV Viareggio, anzi, ha presentato una lista di 11 giocatrici. Vuol dire che c’è stata partecipazione reale, e non virtuale, con buona pace di chi afferma che a giocare erano le stesse atlete di 6 anni fa. Io 6 anni fa c’ero, perché allenavo una formazione femminile, e ricordo squadre formate solo da 5-6 atlete. Credetemi: stavolta c’è stata partecipazione e qualificata;

3) sono state fatte delle deroghe al regolamento: sì lo so. Perché sono uno di quelli che le ha richieste al settore tecnico che, alla fine, le ha concesse. Per la cronaca: l’ok della federazione ad organizzare il campionato è arrivato il 22 novembre 2012. E, nonostante ciò, grazie a Maddalena Castello, Presidente del Pool Hockey Pista Vicenza che, con la collaborazione dell’ASD H. Sandrigo, e col patrocinio del Comitato Regionale Veneto presieduto da Giorgio Grigolato ha organizzato l’evento, abbiamo lavorato con alacre impegno perché tutto fosse pronto per l’8 e 9 dicembre, giornate di gare. E, mi pare, ce l’abbiamo fatta visto che la manifestazione si è svolta regolarmente. Insomma è stato un campionato avvincente e combattuto in cui non ci siamo fatti mancare nulla... polemiche con gli arbitri comprese, e, lo dico con tutto il rispetto per chi si è lamentato, sarebbe stato meglio se non ci fossero state;

4) quanto alle deroghe regolamentari:
- sono stati permessi i prestiti temporanei delle atlete che giocano, assieme ai maschi, nelle società che non hanno la formazione femminile: ma questo lo prevedono le norme per l’attività 2012-13 in vigore dallo scorso giugno;
- è stato permesso alle atlete nate nel 1999 di poter giocare, anche se le carte federali prevedevano l’età minima di 14 anni; è vero, ma già in passato questa federazione aveva permesso alle atlete di anni 13 di giocare in categoria senior: solo che allora non c’era il numero sufficiente di squadre. Quest’anno invece le squadre c’erano. Anche perché a 13 anni (e spero di non urtare la suscettibilità di nessuno, sennò pazienza) la maggior parte delle ragazze sono “fisiologicamente” formate e, quindi, in grado di competere con le atlete più adulte: e ci sono altre discipline sportive che permettono l’utilizzo delle tredicenni ad avvalorare questa mia tesi;

5) qualcuno sostiene che non ha senso continuare a “forzare il regolamento” e che, se non ci sono atlete a sufficienza è inutile giocare il campionato femminile. Opinione legittima per carità ma che dimentica un dato fondamentale: il “regolamento”, per quanto riguarda il settore femminile è già “forzato” di per sé, perché permette alle ragazze e ai ragazzi di giocare assieme, anche in categoria senior… E questa è la “forzatura principale”, visto che, in quasi tutti gli sport di squadra, i maschi giocano coi maschi e le femmine giocano con le femmine!
E, allora, delle due l’una visto che, purtroppo, le atlete italiane che giocano a hockey pista sono ancora troppo poche:
- o FIHP vieta alle ragazze di giocare a hockey pista così ci togliamo il pensiero e “salvaguardiamo le sacre norme regolamentari”... e qualcuno sarà contento;
- o permettiamo a quelle che ci sono di giocare, con dei ragionevoli compromessi, sperando che il numero delle atlete aumenti così non ci sarà più bisogno di deroghe;
A proposito: le ragazze del 1999 sono scese in campo eccome, sennò il Lodi, tanto per fare un esempio, non poteva partecipare al campionato.
E, quanto alle atlete non più giovanissime, come Chiara Marchesini, Caterina De Mita, Paola Zolin e Barbara Corsano (e mi vorranno perdonare le altre che, per ragioni di spazio non ho citato), hanno semplicemente dimostrato che l’amore per lo sport non ha età, giocando benissimo.
E poi, lo sappiamo tutti che in serie A1 giocano, e molto bene, atleti più che quarantenni che hanno vinto campionati del mondo ed europei con la maglia della nazionale. Putroppo qualche anno fa visto l’Italia ha vinto il suo campionato europeo nel 1990, mentre l’ultimo mondiale vinto è del 1997;

6) mi rendo conto di essere stato un po’ polemico ma, francamente, io penso che, in tempi di crisi economica e con le difficoltà che affronta questo sport (ci siamo già scordati che in A2 ci sono solo 11 squadre perché una si è ritirata alla vigilia del campionato?) far ripartire una disciplina sportiva dopo 6 anni sia una nota di merito... e una speranza per l’intero movimento hockeistico nazionale. Tra l’altro la federazione, nell’assegnare la manifestazione al Pool Hockey Pista Vicenza, ha richiesto di contribuire alle spese di viaggio e vitto delle squadre partecipanti, soprattutto le più lontane dalla sede. Con l’aiuto degli sponsor si è fatto anche questo e non mi risulta che sia accaduto molto spesso in passato;

7) Cosa fare ora?
La prima cosa da fare è non disperdere l’effetto che il campionato femminile ha generato.
Le ragazze hanno giocato con entusiasmo e non vedono l’ora di scendere in campo ancora: e allora visto che il Veneto ha fatto la sua parte siano altre parti d’Italia, adesso, a farsi promotrici di manifestazioni dedicate all’hockey pista femminile.
Lo dico senza polemica: mi piacerebbe ci fosse più unione d’intenti lasciando perdere inutili “rivendicazioni territoriali”. Già siamo pochi ad occuparci del settore... sarebbe il caso di evitare gelosie, restando uniti e collaborando, tutti insieme. So benissimo che Molfetta, Matera, Eboli hanno con grandi sacrifici portato avanti il settore femminile e, personalmente, le ringrazio, ma anche a Lodi, a Viareggio e in Veneto si prova a fare altrettanto. Anzi nel vicentino tutte le società lo hanno capito, mandando le proprie atlete ai centri regionali la scorsa primavera e, dopo l’estate grazie all’impegno di alcuni volontari (in particolare Claudia Scrimin, Alessando Ferronato e con la supervisione di Massimo Giudice) si è lavorato con profitto allestendo alla fine 2 formazioni, il Bassano e l’Amatori Breganze, una delle quali (Bassano) ha poi vinto il campionato;

8) E allora perché non organizzare la Coppa Italia? Magari prima di Pasqua?
La formula può, anzi dovrebbe, essere la stessa applicata per la manifestazione di Sandrigo: prestiti temporanei e via libera alle ragazze di 13 anni compiuti: si faccia la Coppa Italia senior femminile. E ancora, magari pensando alle atlete più piccole (le nate negli anni dal 2000 in poi) perché non organizzare un torneo dimostrativo a carattere regionale o interregionale? Sono sicuro che, se si fa una ricerca, si trovano ragazzine che giocano al minihockey o nella categoria Under 10 in molte società… Perché non organizzare un “Torneo delle Regioni” per le più piccole?

9) Capitolo nazionale.
Parlare di nazionale per un movimento di (forse) ottanta atlete è sbagliato?
No che non lo è visto che, senza parlare delle top Spagna e Portogallo, Francia (che ha appena vinto un mondiale), Svizzera, Germania, Inghilterra non hanno molte più atlete delle nostre eppure alle manifestazioni riservate alle squadre nazionali partecipano regolarmente.
Ha senso per una federazione con budget limitati e con molte discipline affiliate allestire una nazionale femminile? Io dico di sì; anzi secondo me sarebbe il caso di allestire due squadre nazionali: la senior e l’Under 19 o Under 20 visto che il campionato di Sandrigo ha dimostrato che ci sono atlete molto promettenti nate nel 1995-1996-97 e 98…
Perché sì? Perché le ragazze convocate ai centri estivi di Roana hanno dimostrato qualità tecniche, voglia di imparare, propensione al sacrificio e disciplina. Tutte doti meritevoli di una chance azzurra. Qualcuno obietterà che una nazionale italiana non potrà certo essere competitiva. Obiezione legittima: ma ritengo che l’unico modo di diventare competitivi è di riprovarci.
Come si fa per i costi? Abbattendo un tabù e aprendo alle sponsorizzazioni. Il campionato femminile di Sandrigo è stato possibile grazie agli sponsor... io credo che presentando un progetto serio e credibile qualche azienda potrebbe dimostrare interesse.Almeno proviamoci...
Veramente: non è il caso di sprecare un patrimonio di entusiasmo, energie, buona volontà e potenzialità come quello che si è rimesso in moto, ora, grazie alla passione di pochi e all’intuizione di uno che ha sempre visto lontano come il Professor Gianni Massari.

La palla, anzi, stecca e pallina passano ora al Consiglio Federale e al Settore Tecnico: andiamo avanti, non fermiamoci ora….
Buone Feste a tutte/i.

Fausto Pozzan

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