L'Italia non sa più segnare, Portogallo 3-0 nella ripresa

Gli azzurri si arrendono 3-0 al Portogallo dopo avere iniziato molto meglio dei padroni di casa e retto per un tempo intero. L'Italia paga l'incapacità assoluta di segnare, anche sui tiri da fermo. Meglio in difesa: il Portogallo segna solo su tiri da fermo.

Scritto da Redazione - Pubblicato il 12/09/2012 - 00:55 - Ultima modifica 17/09/2012 - 16:31

Miguel Nicolas e Valter Neves.

Foto Marzia Cattini

L'attacco non c'è e la difesa non basta. Italia-Spagna e Italia-Portogallo mettono l'hockey italiano davanti al suo grande, enorme problema: non ci sono attaccanti in grado di mettere dentro la pallina nelle partite che contano. A scanso di equivoci: non ce ne sono qui a Paredes e non ce ne sono nemmeno tra quelli rimasti a casa.
Il lavoro di Massimo Mariotti in questi due anni alla guida degli azzurri ha prodotto un risultato indubbio: l'Italia è una squadra a cui è molto difficile segnare. Perchè ha un portiere di ottimo livello come Leonardo Barozzi, ma anche perchè ha sistemato la fase difensiva con Motaran e Nicoletti che si sobbarcano un lavoro immane. Lo dimostrano i numeri: dei 5 gol presi contro Spagna e Portogallo non ce n'è uno solo su azione vera, sono tutti su rigore, punizione di prima o azione direttamente conseguente a punizione.

Anche questa sera contro il Portogallo è andata così. Con la differenza che nella prima parte di gara l'Italia ha fatto vedere qualcosa di più e di meglio del Portogallo, almeno fino alla metà del primo tempo. Al punto che la squadra di Rui Neto ha dovuto trasformarsi in guastatrice del gioco altrui, caricandosi subito di falli. Ma l'Italia non ha trovato il gol, si è innervosita, ha accorciato le azioni in modo precipitoso, consentendo al Portogallo di riordinare le idee e prendere in mano la partita. E i falli li ha fatti l'Italia, caricandosi fino al nono, regalato (come molti altri) a meno di un secondo dalla fine di un primo tempo chiuso a reti inviolate.
Nella ripresa gli azzurri hanno risentito inevitabilmente del match di ieri sera. L'inesistente ruolo dell'italia a livello europeo non si vede solo da come gli arbitri maltrattano la nostra nazionale (questa sera Ribò e Lewis sono stati, oltre che gravemente incompententi, anche piuttosto irritanti nella loro condotta casalinga), ma anche da come si confeziona il calendario di un Campionato Europeo costringendo gli azzurri a giocarsi i due match più difficili uno dopo l'altro. Il Portogallo non si è fatto pregare. Su uno schema da punizione il blocco perfetto di Helder Nunes su Ambrosio ha liberato un'autostrada per Jorge Silva che ha sbloccato la partita. Il raddoppio una manciata di secondi dopo quando Ambrosio ha commesso il 10' fallo e gli arbitri hanno combinato un pasticcio da terzo mondo hockeystico: Lewis ha espulso Silva per proteste e Ribò si è inventato un blu analogo per Ambrosio che però non ha proferito parola. Cornuti e mazziati, perche Barreiros è implacabile dal dischetto.
Il colpo del KO per l'Italia arriva 12" più tardi quando al Portogallo vengono fischiati falli a raffica da Lewis. Si arriva al 10' e Motaran spreca la punizione. L'Italia, di fatto, finisce qui. C'è tempo per il terzo gol portoghese con la punizione di prima trasformata da Ventura prima della lunga fase finale della partita. Con Ambrosio gravato di due falli e gli altri oriundi tutt'altro che incisivi, Mariotti si concede un quintetto di pura italianità mettendo in avanti Illuzzi e Festa che però non sfruttano l'occasione concessa loro di dimostrare le loro capacità. Anzi, le occasioni migliori capitano sul bastone di Nicoletti che trova sempre il portiere Silva a fare buona guardia.

La sconfitta di questa sera taglia definitivamente fuori l'Italia dalla lotta per il titolo e, a meno di improbabili scivoloni del Portogallo e ancor più improbabili della Spagna, anche da quella per l'argento, costringendo gli azzurri a sgomitare per il gradino più basso del podio che è l'obiettivo minimo di questa spedizione dopo il disastroso quinto posto di Wuppertal di due anni fa. Ora Mariotti dovrà lavorare sulla testa dei suoi giocatori per far capire loro che il nostro europeo ricomincia domani con la partita contro la Germania, da vincere a tutti i costi, così come quelle di giovedì contro la Francia e sabato con la Svizzera.

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