Il ciclone Nazionale investe l’Amatori

Sette azzurri hanno rifiutato la convocazione: c’è anche Losi. Il presidente della federazione Aracu “invita” i presidenti di club a collaborare con il ct Mariotti.

Scritto da Il Cittadino di Lodi - Pubblicato il 07/08/2012 - 12:28 - Ultima modifica

LODI
Il caos "diserzione" dalla Nazionale azzurra si abbatte anche sull'Amatori. A quattro giorni dal primo raduno in preparazione agli Europei di Paredes di settembre, che scatterà venerdì a Grosseto, sulla seconda Italia targata Massimo Mariotti si scatena un vero e proprio polverone che suscita polemiche roventi e potrebbe anche portare a pesanti conseguenze future. Un polverone la cui scia si sta piano piano dipanando abbattendo anche sulle rive dell'Adda, toccando i tre giallorossi convocati dal ct azzurro, vale a dire Alberto Losi, Sergio Festa e il nuovo acquisto Domenico Illuzzi. Il problema riguarda le numerose richieste di alcuni atleti (ben sette, a quanto risulta, sui quindici convocati da Mariotti) di essere esentati dal rispondere alla convocazione per presunte difficoltà di vario genere, da acciacchi vari a motivi di studio o di lavoro. Una sorta di "diserzione" di massa che potrebbe riguardare come detto anche gli atleti dell'Amatori.
I nomi al momento restano top secret, ma di sicuro uno di coloro che hanno chiesto di non partecipare agli Europei è Alberto Losi, che per i soliti motivi di studio preferirebbe saltare la kermesse in Portogallo con annessa fase di preparazione, e non è da escludere che tra i sette "disertori" ci siano anche Festa e Illuzzi, anche se non ci sono al momento conferme (ma nemmeno smentite) dalle parti.
«L'Amatori vuole fortemente che i suoi atleti vadano in Nazionale sempre - precisa il direttore sportivo giallorosso Gabriele Rachelini -, perché è un onore per loro e per la società. Siamo informati e a conoscenza della posizione di Losi, con il quale inizialmente stavamo cercando insieme una soluzione per via dei suoi problemi universitari; ma a questo punto, vista la situazione, potremmo rivedere i piani. In ogni caso possiamo garantire che tutti e tre i nostri atleti si presenteranno regolarmente al raduno di venerdì».
Nel frattempo la federazione ha subito preso di petto la vicenda. Il presidente Sabatino Aracu in persona infatti ha inviato una lettera a tutte le società, invitandole alla massima collaborazione al fine di far rispettare agli atleti le convocazioni in Nazionale: «La federazione si sta impegnando in modo particolare per un rilancio del settore hockey pista che ci possa permettere di ritornare su livelli di rilievo anche in campo internazionale - scrive Aracu -. Ciò premesso, sono a chiedere la vostra preziosa collaborazione per far sì che gli atleti convocati dai nostri tecnici, al di là delle norme regolamentari che prevedono l'obbligo di rispondere alle convocazioni, rispondano prontamente e non sottovalutino le attività nazionali in quanto sarebbe vanificato tutto il lavoro che stiamo facendo. Per gli atleti convocati la partecipazione deve essere elemento di orgoglio a cui rispondere dando il meglio di se stessi dal punto di vista della volontà, dell'impegno fisico e morale in quanto la partecipazione porta in sé anche la rappresentanza della federazione e della Nazione nel mondo. L'onore di vestire la maglia azzurra costituisce il massimo riconoscimento di ordine sportivo e morale".
Dal canto suo il commissario tecnico Massimo Mariotti commenta così la vicenda: «È senza dubbio una cosa non bella per tutto il movimento, io mi auguro che quelli che hanno avanzato queste richieste ci ragionino su e ci ripensino, così che si possa procedere con il lavoro che abbiamo in programma per l'Europeo. Trovo deprimente che un atleta possa rifiutare la Nazionale, specialmente ragazzi di 20 anni che sono agli inizi e per i quali la maglia azzurra dovrebbe essere il massimo obiettivo da raggiungere. Non posso e non voglio fare nomi, venerdì ci ritroviamo e faremo la conta di chi c'è e chi non c'è: da perdere ce l'ha solo chi rinuncia, io e la federazione andiamo avanti a testa alta per il bene dell'Italia».
E non solo, visto che eventuali rinunce, non motivate da comprovati motivi fisici, potrebbero essere punite con pesanti sanzioni o squalifiche, andando così a intaccare sensibilmente anche il lavoro dei club. In questo clima non certo ideale l'Italia venerdì comincerà i lavori a Grosseto. Resta da capire con chi e soprattutto con quali prospettive.

Stefano Blanchetti

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