Mai un cambio di panchina in oltre 70 anni di vita dell´Hockey Valdagno aveva prodotto effetti positivi così eclatanti come quello del passaggio di testimone da Gaetano Marozin a Franco Vanzo. La mossa decisiva risale al 10 novembre dello scorso anno. Per motivi di lavoro Vanzo fu costretto a bagnare il debutto in panchina solo il successivo martedì 22 nel match interno contro il Matera.
«Dopo la vittoria in Supercoppa, la squadra ha fallito l´obiettivo di centrare la finale di coppa Italia –così motivò il cambio di guida tecnica il presidente Paolo Centomo-. Un traguardo importante non raggiunto che, tra l´altro, ha tolto al Valdagno la ghiotta opportunità di un derby vicentino con il Bassano ´54. Anche le prestazioni in campionato sono state stentate e, quando si è vinto, non si è espresso quel gioco brillante che da Marozin ci aspettavamo».
E contro il Matera, quinta giornata dell´andata, fu successo pieno per 6-2 e immediato non solo il feeling tra tecnico e giocatori, ma anche con tutta la tifoseria e gli appassionati dell´hockey biancoceleste. Seguì la vittoria a Breganze, poi la sconfitta di misura (5-4) a Lodi. Successivamente tre vittorie di fila, poi la sconfitta (8-6) a Forte dei Marmi, quindi sette vittorie consecutive che avevano rilanciato la squadra sul podio. Ma fu il prologo al periodo più difficile, tra la 19a e la 21a giornata con le sconfitte con Breganze (7-6), con il Lodi (4-3) e a Giovinazzo (5-1) che fecero nuovamente scivolare la squadra. Ma le successive tre vittorie (con Trissino, a Bassano e con Forte dei Marmi) riproposero una Recalac da podio. Determinante per la conquista dell´ultimo scalino fu la trasferta a Prato. Ne uscì un 4-4 che, a causa della contemporanea vittoria a tavolino del Giovinazzo contro il già retrocesso Seregno, fece slittare i biancocelesti al quarto posto. Tutto rimandato allora all´ultima giornata.
La vittoria interna contro il Sarzana fu del tutto inutile per il contemporaneo blitz del Giovinazzo a Seregno. La classifica finale vide al terzo posto i baresi e al quarto, staccati di una lunghezza, i biancocelesti. A quel punto la griglia dei play off prevedeva per la Recalac il delicatissimo derby con Bassano. Il resto è storia recente. La magia di questo secondo scudetto del Valdagno non è l´unica nel curriculum di Franco Vanzo. La serie cominciò al Thiene negli anni ´90, con delle semifinali play off che a quei tempi fecero scalpore, con delle sfide epiche contro un grande Roller Monza. Vanzo ha poi girovagato una vita nel Veneto, vincendo il tricolore con il Bassano, a cui ha fatto seguito il miracolo fatto con il Breganze, portato in semifinale scudetto.
In una intervista di fine maggio 2011 il tecnico biancoceleste svelò senza problemi l´alchimia di un Valdagno risuscitato. «Quando presi in mano la squadra –disse Vanzo- tutti mi dicevano che c´erano mille problemi, sia tra i giocatori, che con lo spogliatoio. Io non ho trovato nulla di tutto questo. Chiaro che per me la squadra viene prima di tutto, c´era bisogno di infondere tranquillità all´ambiente».
Il tecnico biancoceleste, come affermò allora, è sempre stato fedele al suo credo sugli effettivi protagonisti di una stagione. «Per me la squadra, intesa come gruppo, è fondamentale e le individualità vanno gestite al meglio. Sono loro, i giocatori, che vanno in pista e sono loro che fanno la differenza a questi livelli. E in ogni caso, la cosa più importante, oltre ad avere qualità, è lavorare, lavorare sodo».
Innegabile il merito dell´allenatore: quello di avere compattato tutta la rosa, ma c´è anche un altro particolare importantissimo come la rivalutazione di giocatori che si sono rivelati assolutamente fondamentali nella corsa allo scudetto (Gaston De Oro e Eddy Randon) e dato nuovi stimoli anche a chi era più abituato a stare in campo (Massimo Tataranni). Lo scudetto è arrivato come sacrosanto premio.
Giannino Danieli