Ancora un giorno e il tormentone “final eight” sarà finito, intanto l’Amatori ci pensa. L’ulteriore scadenza fissata dal Cerh per la presentazione delle offerte per organizzare il concentramento di Eurolega sarà domani a mezzogiorno, dopodiché si conoscerà la formula con la quale continuerà la più prestigiosa competizione continentale. L’assegnazione dell’organizzazione sta diventando sempre più un rebus: inizialmente la scadenza era indicata per il 31 marzo, poi è stata spostata al 15 aprile e ora al 20. Un rimandare unico dovuto al fatto che nessuna delle otto finaliste vuole prendersi in carico una manifestazione così onerosa, che prevede oltre al versamento di una tassa al Cerh anche il pagamento delle spese di soggiorno delle altre finaliste.
Se ancora una volta domani nessuno presenterà offerte idonee si procederà con quarti, semifinali e finali con andata e ritorno. Un problema enorme per le italiane vista la sovrapposizione di date con i play off scudetto (in Spagna e Portogallo il campionato finisce con la regular season).
A questo punto l’Amatori tiene aperta la porta a una possibile organizzazione al “PalaCastellotti”: «Ci stiamo pensando - le parole del patron giallorosso Fulvio D’Attanasio -, però le cifre delle quali si parla sono davvero esagerate (come minimo l’investimento si aggira attorno ai 50mila euro, ndr). Se avessimo uno sponsor in grado di coprire parte delle spese allora sarebbe un conto, ma solo con le nostre forze è davvero un rischio. Stiamo valutando tutto nel minimo dettaglio, abbiamo ancora un giorno per esaminare al meglio il caso».
Ultimamente si era fatta strada l’ipotesi di un’organizzazione congiunta fra Amatori e Valdagno: «Era molto interessante organizzare la “final eight” su due campi: a Lodi i quarti Reus-Amatori e Oliveirense-Barcellona e la rispettiva semifinale, in Veneto Benfica-Valdagno e Liceo-Candelaria sempre con relativa semifinale. In questo modo ognuno si copriva parte delle spese con gli incassi e poi la finale la facevamo a Lodi. La sinergia con il Valdagno c’era, ma il Cerh vuole una sede unica per tutta la “final eight” e quindi questa ipotesi è naufragata».
Aldo Negri