In casa del Lanaro Breganze non hanno preso a cuore leggero la squalifica di cinque giornate dell'attaccante Josè Garcia (oltre al turno comminato al tecnico Marozin), e il ricorso giace sul tavolo dell'avv. Fausto Pozzan, pronto per essere spedito. La stangata è conseguente ai fatti di Viareggio, dove nel finale della gara di sabato sono successi, in campo e fuori, episodi molto “caldi” e controversi che tuttavia, secondo i dirigenti breganzesi, sarebbero stati affrontati dal giudice sportivo con l'applicazione di due pesi e due misure.
«È una mazzata spropositata – si sfoga per tutti il presidente Stefano Tognetti –: primo perché Garcia è giocatore serio e corretto; secondo perché punisce oltre ogni logica l'immagine della nostra società; in terzo luogo perché il Viareggio, padrone di casa e primo responsabile dei fatti, ha subìto danni tutto sommato marginali e comunque non coerenti con i nostri; in quarta battuta perché è stato interpretato ciò che è successo nel tunnel di uscita dalla pista in modo opposto al vero».
Diversi trattamenti per i due Garcia, dunque?
«Certo – riprende Tognetti –, è stato Emanuel Garcia, il toscano, a provocare il tutto, colpendo proditoriamente Romero e Garcia. E se la cava con tre turni. Josè Garcia, il nostro, mentre usciva dal campo, sotto il tunnel che il Viareggio ha steso colpevolmente in ritardo, era atteso da tre tifosi, o dirigenti che siano, con piglio aggressivo e minaccioso. Ciò non si è visto nel filmato, in internet, ma è successo. Gli arbitri, nel referto, hanno voluto vedere solo Josè Garcia che si allontanava e si agitava, reputando, all'opposto, il suo atteggiamento difensivo come fatto aggravante. Incredibile. Questa appare autentica sudditanza psicologica, è ora di finirla di difendere il Viareggio, che ne ha per tutti (lo chiediamo a Lodi e Valdagno, per fare due nomi?) e la fa sempre franca. È una vergogna. Marozin? Ha solo chiesto strada a Bertolucci che, appena toccato, si è accasciato al suolo
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