LISBONA
Certo, è arrivato un campione universale come l'ex di Follonica e Bassano Sergio Silva. Rispetto all'anno scorso è arrivato anche un certo Carlos Lopez, che fino a un anno fa scendeva in pista al “Palau Blaugrana” di Barcellona. Ma alla fine, a mettere in rete la pallina, ci pensa sempre Luís Alberto Gomes Viana. Il portoghese classe 1976, con un passato a Bassano del Grappa insieme a Gigio Bresciani, è ancora una volta il miglior marcatore in campionato della formazione guidata da Luis Senica. E fino a qualche giornata fa era anche il miglior marcatore dell'intero campionato, salvo essere superato negli ultimi match da Hugo Azevedo (Desportiva de Valongo) e Reinaldo Ventura (Porto).
Ad oggi Viana ha messo a segno 23 reti in 15 partite in Primera Divisao: «Qual è il mio segreto? Non c'è nessun segreto - risponde l'attaccante lusitano da Lisbona -, solo tanto impegno e immensa passione per questo stupendo sport».
I biancorossi hanno lavorato sodo in questi ultimi giorni per centrare stasera un successo che vale molto di più dei semplici tre punti. Vincere significherebbe mantenere aperto il discorso qualificazione: «Stiamo lavorando tanto - commenta il 36enne, "camisola" numero 18 -, perché vogliamo a tutti i costi arrivare fino in fondo a questa competizione. Nella partita d'andata il Lodi ha meritato senza ombra di dubbio di vincere e ha avuto un aiuto extra: il suo pubblico. Ora toccherà a noi giocare in casa».
Quando Viana era a Bassano, l'Amatori era quello di Salinas, Rocchetti, Forto e capitan Giaroni. Ora le cose sono un po' cambiate: «Penso che anche solo rispetto all'anno scorso le cose siano cambiate, l'Amatori è più forte, sia con i nuovi giocatori che con il nuovo allenatore. Non ho potuto vedere la finale di Coppa Italia fra i lodigiani e il Bassano, ma credo di aver capito che l'Amatori è prima di tutto un grande gruppo».
In Portogallo, un po' come in Spagna, le giovanili continuano a sfornare pedine da lanciare in prima squadra; in Italia purtroppo questo passo tarda ad arrivare: «È molto importante avere un mix di giovani ed esperti nelle squadre - conclude l’attaccante del Benfica -. Penso che in Italia debbano cambiare tante cose, cominciando da coloro che invece di lavorare per la crescita di questo sport si servono dell'hockey per motivi personali. E purtroppo ne ho conosciuti tanti che fanno così in Italia».
A. N.