Lodi in vista di Viareggio, mentre il Seregno abbandona la A1

Scritto da Lodinotizieit - Pubblicato il 07/02/2012 - 15:15 - Ultima modifica

Una dolorosa perdita. Non è venuto a mancare nessun essere umano nell’hockey a rotelle, ma un intera Società: una squadra delle 14 appartenenti alla serie A1 non ce l’ha fatta a proseguire. Fuga di sponsor, anzi, nessuno dei papabili sostenitori ha poi firmato un concreto contratto, con conseguente fuga di dirigenti, appelli caduti nel vuoto, come da mesi il giornalista de “Il Cittadino Monza & Brianza”, Paolo Colzani, si impegna a fare. Ha provato davvero in tutte le salse a far riecheggiare nella città e nelle Istituzioni il problema “hockey a Seregno”, ma tutti gli appelli son caduti nel vuoto. «È difficile per me mettere in fila i pensieri in questo momento – è la riflessione di una persona che vive di hockey - Ciò che è accaduto a dire il vero non mi ha sorpreso, ma non nego che la notizia oggi faccia male egualmente, anche se ero inevitabilmente preparato. Penso all’impegno che giocatori ed allenatore hanno speso in questi mesi, a fronte della fuga dei loro dirigenti di fronte alle prime difficoltà: dirigenti che, anziché cercare una soluzione, hanno speso più tempo a rinfacciarsi in anticipo la responsabilità di ciò che, purtroppo, è poi accaduto. Penso all’illusione dell’annuncio dell’accordo con un nuovo sponsor, che mi aveva fatto pensare che, per una volta, la Dea Bendata si fosse ricordata di noi: invece, proprio questa si è rivelata la pagina più brutta di una storia che, se non avesse risvolti dolorosi, potrebbe essere definita comica». E per Colzani il problema poteva essere risolto al principio, ovvero senza iscrivere la squadra alla A1, non avendo i fondi necessari a disposizione. Ora invece il problema è di proporzioni gigantesche «di fronte di una crisi acclarata, sarebbe bastato liberare tutti i ragazzi e consentire loro di trovare una diversa sistemazione, per evitare che alcuni ora debbano mendicare un pasto e debbano convivere con l’ansia di non sapere quando potranno tornare nella natia Argentina. Penso ai tanti bambini del vivaio, che un paio di stagioni fa avevo seguito brevemente in prima persona giorno per giorno: nel frattempo, sono diventati ameno adolescenti, ma nella mia testa rimarranno sempre e comunque i miei bambini. Proprio per questo, non sapere in queste ore quale sarà la loro sorte costituisce una ferita che probabilmente sarà difficile si possa rimarginare. Non so se e quando si potrà ripartire: mi auguro che Seregno non venga cancellata dalla geografia di una disciplina di cui è stata a lungo una piazza tra le più prestigiose. In questo frangente, però, immaginare il futuro è davvero impossibile.»

A Valdagno la squadra non si è presentata con la scusa del malfunzionamento del pullman: una triste copertura per Tommaso Colamaria, che in questo Seregno ci ha messo la faccia, dignità e classe, elemento che lo ha sempre contraddistinto. Già in estate la dirigenza brianzola, anziché lasciare la serie A1 e rimanere con la squadra in serie B e le sole giovanili, ha preferito ingaggiare atleti di “grido” come il portiere Puzella, lo spagnolo Roca, Bertran e per ultimo l’argentino Zabala, prelevato dal Giovinazzo. Ora il problema è uno: portare avanti le giovanili, senza disperdere un patrimonio immenso, fatto di ragazzi, passione e gioia. La Lega hockey cercherà in tutti i modi di venire incontro alla società che non c’è più, ma ci sono costi strutturali del palazzetto e logistici importanti da affrontare, anche solamente per i genitori che vogliano andar avanti con passione.

Nella storia ne sono scomparse tantissime di società, grandi ( per citarne alcune, Roller Monza, Hockey Monza, Reggiana, l’Hockey Club Lodi, l’Amatori nel ’96 e lo stesso Seregno che fallì e ripartì da zero), ma mai la serie A1 restò “zoppa” in corsa: è la prima volta nella storia che una società abdica a metà stagione, senza riuscire a portare a termine il torneo. E non è l’unica zona d’ombra di un campionato che lancia troppi spunti polemici e va in contro ad una crisi senza tempo, proprio quando finalmente si cominciavano a fare programmazioni serie (basta vedere il “Progetto campioni 2015”) ed i media, soprattutto grazie alle web tv, danno una copertura quasi totale degli eventi, una cosa mai successa fino ad oggi.

Ma la crisi in Italia è seria: a Molfetta hanno stretto i denti, lasciando andare i giocatori tecnicamente più forti, eppure sono stati in grado di battere il Trissino, facendo conto di un entusiasmo senza precedenti, dove un tecnico, Michele Poli, si sobbarca una mole di lavoro enorme… per pura passione. Questo è l’hockey, con i suoi fatti e le sue vicende contraddittorie, che deve lottare e trovare soprattutto un filo conduttore che porti, le società in primis, alla salvezza ed alla crescita della disciplina, perché, nel 2012, sarebbe anche ora di smetterla con isterici campanilismi ed amicizie di pura facciata.

L’Amatori aspetta Viareggio, con Antezza e Festa in lenta ripresa

Tornando in casa lodigiana, ed evitando ogni possibile polemica, lasciamo alla giustizia (ordinaria e sportiva) i fatti di Giovinazzo guardando avanti, con immensa fiducia nel futuro: tra sette giorni sarà l’ora di Viareggio-Lodi, match sentito come non mai, che sarà duro e pieno di difficoltà. La classifica parla chiaro: l’Amatori è primo, il CGC Viareggio segue a soli 2 punti, insieme all’altra novità stagionale, quel Forte dei marmi di Roberto Crudeli che viene da 8 vittorie consecutive, compresa quella conquistata proprio a Viareggio. E l’Amatori arriverà all’appuntamento del Palabarsacchi lavorando sodo, come sta facendo Marzella con i suoi uomini. Peccato però che a guidare la squadra in panchina non ci sarà il tecnico, squalificato… a data da destinarsi. A gestire i ragazzi in panchina potrebbe essere compito di Gigio Bresciani, uomo in possesso del patentino di allenatore, che ha già guidato, con buon profitto il Bassano quattro stagioni fa. Nel week end scorso non si è giocato e tre giallorossi, Losi, Festa e Antezza, hanno fatto lo stage di due giorni a Montecchio Maggiore (Vi) con la Nazionale guidata da Massimo Mariotti (coadiuvato proprio da Crudeli e Caricato: curiosamente i tre tecnici principali avversari dei giallorossi, con Viareggio, Forte e Valdagno. E meno male che Vanzo non è nello staff della squadra Azzurra…), il portiere ormai è un punto fisso, insieme al viareggino Barozzi, al quale contende la gabbia della Nazionale: nell’amichevole contro la Under 23, vinta dalla Nazionale maggiore 4-2, Losi ha giocato, facendo bene, nel secondo tempo. Ma bisogna stare attenti: tra i tanti giovani emergenti, i due devono ben guardarsi alle spalle da Gnata, quest’anno vice di Oviedo, con il posto prenotato, in un futuro non troppo lontano, per la porta del Valdagno. Antezza e Festa invece sono stati giustamente presenti nel primo mini raduno, nonostante gli acciacchi fisici dei due bomber: Festa non ha partecipato attivamente, in quanto è alle prese con una fastidiosa pubalgia, uno dei mali più consueti e peggiori per un giocatori di hockey. Antezza invece ha quel mal di schiena a carattere continuativo che non lo abbandona mai, per questo il bomber materano necessita di un equilibrio, soprattutto negli allenamenti: per questo è fermo da due giorni, nei quali non si è allenato e ha guardato i compagni dalla pista. Ma, scongiuri a parte, dovrebbe riprendere mercoledì ed esser pronto per la trasferta in Versilia.

Manca quindi una settimana ad uno degli appuntamenti principali, che nel giro di due mesi porterà i giallorossi sulle piste più ardue sia in Italia, che in Europa: Viareggio e Benfica, Forte dei marmi e Vic, ma anche Valdagno e Breganze, saranno test probanti sulla tenuta fisica e mentale di una squadra che ha già messo, forse troppo presto, una preziosa Coppa Italia in soffitta.

Paolo Virdi

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