Amatori, è lunga la strada per lo scudetto

I giallorossi hanno chiuso l’andata primi con 36 punti, ma nell’era dei play off può non bastare. Solo 12 volte su 21 i campioni d’inverno hanno vinto il tricolore.

Scritto da Il Cittadino di Lodi - Pubblicato il 17/01/2012 - 19:50 - Ultima modifica

LODI
L'Amatori si gode il titolo di campione d'inverno, ma la strada che porta a quello vero è ancora molto lunga. In casa giallorossa, dopo l'incredibile vittoria in rimonta sul Follonica, si può brindare al primato di metà stagione, platonico e non sempre significativo, ma ugualmente importante e utile per tracciare un primo parziale bilancio. Un titolo che la formazione lodigiana aveva peraltro già raggiunto con un turno d'anticipo, vincendo a Bassano e approfittando del ko del Viareggio nel derby col Forte, e conquistato con un significativo vantaggio di 5 punti sulle inseguitrici.
Numeri importanti, senza dubbio, anche se guardando le statistiche verrebbe da dire che il titolo di campione d'inverno nell'hockey assume un valore ancora più platonico che negli altri sport, su tutti il calcio dove quasi sempre chi finisce primo il girone d'andata vince poi lo scudetto. Secondo le statistiche della Lega hockey da quando sono stati introdotti i play off (1982/1983) infatti in 21 occasioni su 29 una squadra ha chiuso l’andata in vetta da sola (le altre 8 c’è stato un ex aequo) e soltanto 12 volte si è poi cucita il tricolore sul petto.
Sono in ogni caso altri i numeri che confortano la “banda Marzella” e ne esaltano le gesta di questa prima parte di campionato. Anzitutto il record di punti raggiunto sabato, 36 in 13 partite, migliorando i 33 della stagione scorsa che erano valsi il primato in condominio con il Viareggio poi campione d'Italia. Un record per Lodi ma non assoluto, visto che il Prato 2002/2003 e il Follonica 2004/2005 avevano saputo fare meglio chiudendo il girone d'andata a quota 37 (12 vittorie e un pareggio). Tutte e due le formazioni toscane, entrambe “griffate” fratelli Bertolucci, chiusero poi il campionato a quota 73 e si laurearono campioni d'Italia al termine dei play off. L'Amatori di Marzella si invece è fermato (si fa per dire) a 36, come il Follonica 2007/2008 e il Prato 2003/2004: altri due squadroni che, dopo aver marciato a suon di record e vittorie all'andata, finirono in testa anche al termine del campionato, il Follonica con un tutto sommato modesto bottino di 69 punti, il Prato invece con 75, quello che tutt'oggi resta uno stupefacente record assoluto; se il Follonica però vinse lo scudetto dopo la finale play off con il Viareggio, il Prato finì poi col perdere il tricolore nella finale con il Bassano. Insomma, quelli della prima parte di stagione sono numeri che vanno presi con le molle e che spesso lasciano il tempo che trovano, specie nell'era dei play off, che a primavera rimettno tutto in discussione.
Che sia comunque stato un girone d'andata strepitoso e quasi perfetto per Losi e compagni non ci sono dubbi: 12 vittorie e una sola sconfitta, quella interna col Breganze che ha interrotto un altro record di questa stagione, fermando a 18 il numero di vittorie consecutive, 59 gol fatti e “solo” 33 subiti (ancora la miglior difesa); meglio del Viareggio 2011 e del Valdagno di due stagioni fa che vinsero poi lo scudetto. Numeri impressionanti ma praticamente identici a quelli dell'Amatori di Aldo Belli della passata stagione che finì l'andata a 33 punti (tre in meno di quello attuale) primo in coabitazione con il Viareggio, con 11 vittorie e due sconfitte, sempre con il Breganze e contro i bianconeri versiliesi. Furono 58 le reti segnate a fine andata e 34 quelle subite, anche allora la miglior difesa del torneo, ma a quel girone d'andata straordinario l'Amatori di “Aldinho” fece poi seguire un ritorno non all'altezza, con un crollo finale che fece chiudere la stagione al terzo posto a 56 punti lontanissimo dalla vetta. Ma la squadra attuale a disposizione di Marzella è senza dubbio più forte, ha un'altra mentalità, un altro gioco e un'altra personalità in pista. I presupposti affinché non si ripeta la storia dell'anno scorso, anche se la strada verso il tricolore è ancora lunga e ricca di insidie.

Stefano Blanchetti

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