L’hockey piange Brezigar

REGGIO
Un intervento chirurgico che pareva perfettamente riuscito non è bastato a salvare la vita di Claudio Brezigar, autentica leggenda dell’hockey su pista italiano, conosciuto ed amato anche a Reggio e Scandiano dove aveva ricoperto l’incarico di allenatore.
Brezigar, 81 anni, è morto in una clinica di Modena; la città dove si era stabilito proveniente dalla sua Trieste e dove ieri pomeriggio, nel Duomo, si sono svolte le esequie.
Pluriscudettato con la Triestina e poi l’Amatori Modena, campione del mondo e d’Europa, aveva intrapreso la carriera di tecnico dopo quella formidabile di giocatore. A Reggio arrivò nella stagione 1983/84 per prendere il timone di una Corradini Reggiana già in fase calante, dopo i fasti dello scudetto conquistato nell’aprile del 1982. Claudio Brezigar, esonerato dall’incarico di tecnico della prima squadra cittadina, ha poi ricoperto questa mansione nelle giovanili, sia a Reggio che a Scandiano.
Tutti lo apprezzavano e stimavano, nell’ambiente rotellistico non soltanto reggiano e modenese, per la sua grande educazione e signorilità.
Brezigar lascia la moglie Mirella ed il figlio Luca, avvocato penalista che presiede, nella città d’oltre Secchia, la Camera penale “Carlo Alberto Perroux”. Il suo legame con Modena era così forte che nel 1959 decise di lasciare la Triestina e pur di vestire la maglia gialloblù geminiana scelse di restare inattivo per un anno (all’epoca era vietato il passaggio immediato da un club all’altro). Scelta poi premiata dallo storico scudetto che l’Amatori Modena conquistò nel 1960.