D’Attanasio vede un Amatori da scudetto

Vinto il suo primo trofeo, il presidente giallorosso si aspetta un 2012 da protagonista: «La Coppa Italia è stata una gioia, ma è solo il punto di partenza».

Scritto da Il Cittadino di Lodi - Pubblicato il 03/01/2012 - 19:30 - Ultima modifica

LODI
«La Coppa Italia è per noi un punto di partenza, non certo di arrivo. E per questo 2012 sogno lo scudetto».
Così parlò il presidente dell'Amatori, Fulvio D'Attanasio. La gioia per il primo trofeo messo in bacheca è ancora grande nel cuore del numero uno della società lodigiana, così come in quelli di tutti i tifosi, ma lo sguardo di un presidente vincente deve guardare già oltre, al prossimo obiettivo e al prossimo trofeo da collezionare. E c'è un po' tutto questo nella prima chiacchierata del nuovo anno con D’Attanasio, che si lascia andare ai ricordi del primo successo, alla soddisfazione per una squadra forte e finalmente vincente, fino al rapporto “speciale” col nuovo tecnico e agli obiettivi ambiziosi per la seconda parte di stagione.
Presidente, cominciamo dalla vittoria in Coppa Italia. Che ricordi ha di quella notte?
«Indubbiamente ricordi bellissimi ed emozioni forti. Questa vittoria è stata il coronamento del lavoro faticoso e intenso fatto in tutti gli anni precedenti. Quando abbiamo cominciato, 15 anni fa, sognavamo di arrivare a vivere una notte così e avercela fatta ci riempie di gioia e orgoglio. È stato un momento bellissimo, ma come ho ripetuto alla squadra e a tutti i dirigenti questa vittoria per noi deve rappresentare un punto di partenza, non di arrivo. L'abbiamo inseguita a lungo e ora che è arrivata vogliamo fortemente che sia solo la prima di una lunga serie. Abbiamo una squadra forte e giovane che siamo convinti possa vincere tanto nei prossimi anni».
Ripensando alla notte del 22 novembre, quali fotogrammi le sono rimasti più impressi?
«Senza dubbio i festeggiamenti dentro lo spogliatoio, momenti che la gente non conosce, ma particolarmente importanti e significativi per tutti noi. Con poche parole, abbracci o semplici pacche sulle spalle ci siamo detti tutto e in un solo momento abbiamo racchiuso le emozioni di uno o più anni. E poi ci sono le tante immagini in pista, di tutti i tifosi, i ragazzi e le famiglie che festeggiavano, come il sindaco Lorenzo Guerini, il dottor Maurizio Di Maio in rappresentanza della Banca Popolare e il presidente della Provincia, Pietro Foroni: tutta la città era lì con noi, è stata una serata davvero indimenticabile».
I meriti di questa vittoria e delle strepitosa prima parte di stagione sono da dividere tra tutti, ma è innegabile che ci sia tanto di mister Marzella. Che rapporto c'è tra lei e il tecnico pugliese?«
Devo dire che con Pino c'è un rapporto speciale, un legame molto forte e sincero. Mi ha subito stupito e colpito, è un vero trascinatore, uno che ha dentro tanto, pieno di sentimenti e che vive di emozioni. Prima che un grande allenatore lui è un grande uomo come ne ho conosciuti pochi nel mondo dell'hockey. Ci siamo confrontati tante volte e abbiamo scoperto di avere le stesse idee e una sintonia totale. Non allenava da due anni, aveva voglia di vincere e di mettersi in gioco in una piazza importante che, come lui, puntava a vincere: questo binomio mi ha fatto subito pensare che avessimo fatto la scelta giusta ed è stato così. A questo proposito, ci tengo a dire che la scelta fatta in estate è stata difficile e molto sofferta: separarsi da Aldo Belli, al quale mi legava un rapporto quasi fraterno, è stata una scelta non certo nata dai sentimenti, ma dalla razionalità che un dirigente deve avere per operare nella maniera giusta. Pino ci ha dato tanto dal lato umano e sportivo, ma soprattutto di mentalità, quella che mancava a dei bravi ragazzi per diventare dei campioni».
E tra questi campioni, c'è qualcuno che l'ha particolarmente impressionata in questi primi quattro mesi?
«La nostra forza è il gruppo e la dimostrazione è che l'allenatore sin qui ha cambiato spesso quintetto, segno che tutti sono importanti e decisivi allo stesso modo. Sono molto contento però per Platero, che l'anno scorso era entrato quasi in punta di piedi e aveva incontrato delle difficoltà, mentre oggi si esprime su livelli eccezionali e si sta confermando sempre più un acquisto azzeccato. E per Festa che, dopo la stagione scorsa molto buona, aveva cominciato l'anno sottotono e non capivamo cosa avesse: evidentemente Pino l'ha capito e ora è sempre più decisivo. E poi vorrei citare Sanpellegrini per quel gol col Viareggio: al di là della grande gioia del momento, mi è sembrato un piccolo segno di come fosse arrivato il momento che i giovani lodigiani vincessero finalmente anche contro i vecchi leoni che tanto hanno dato all'hockey italiano».
Dopo una prima parte di stagione così, la gente adesso sogna lo scudetto: quante possibilità ha il suo Amatori di poterlo vincere?
«Diciamo che siamo più vicini degli ultimi due anni. L'obiettivo è sicuramente la finale e poi una volta lì ce la giocheremo: l'inserimento di un giocatore importante come Squeo va proprio in questa direzione, per avere una squadra ancora più forte con ricambi tutti all'altezza. Il cammino è ancora lungo e le avversarie toste, ma direi che siamo pronti. Il primato per me conta poco, quel che conta è confermarci ai vertici della classifica e poi arrivare ai play off preparati: una squadra giovane e affamata di vittorie come la nostra, a posto fisicamente, alla fine potrebbe fare la differenza».
Infine uno sguardo all'Eurolega e alla possibilità di centrare la “final eight” al primo tentativo...
«L'Eurolega la considero in un certo senso la continuazione della Cers dello scorso anno, quando uscimmo battendo il Benfica che poi vinse la coppa, dimostrandoci all'altezza. Siamo partiti bene: vincere col Vic in quel modo è stata una grande dimostrazione di forza, confermata poi in Germania. Ora sarà fondamentale la gara col Benfica in casa: con una vittoria avremmo un piede nelle finali. Stiamo ben figurando anche in Europa e vogliamo continuare a farlo, ma il nostro obiettivo primario è e resterà il campionato».

Stefano Blanchetti

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