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Viareggio non perdona a Carnevale e passa al PalaLido


Un Valdagno poco reattivo, parso a tratti sfiduciato, cede ad un Viareggio essenziale e superiore. Ora le cose si complicano per la squadra di Vanzo che dovrà affrontare partite decisive per la salvezza.

Scritto da Enrico Acerbi - Pubblicato il 10/02/2016 - 09:44 - Ultima modifica 15/02/2016 - 11:29

Sembra uno scherzo del destino, quando l’ultimo di Carnevale propone al Palalido la squadra della “Città del Carnevale” stesso, Viareggio. Fino a qualche anno fa la partita era il “clasico de hoquei”; di quattro anni di sfide all’ultima stecca è rimasto assai poco, oltre ai cori della curva. Sul Carnevale, Nicolaj Evreinov diceva: “A Carnevale tutto il mondo è giovane, anche i vecchi. A Carnevale tutto il mondo è bello anche i brutti.” La prima parte della frase potrebbe far contenti i viareggini (poi i vecchietti staranno in panca o senza pattini), la seconda parte potrebbe essere un augurio per questo Valdagno in crisi di punti; ebbene non lo sarà. Grasso è questo pessimo martedì sera, piove a dirotto e, all’inizio, regala spalti con larghi vuoti; Pantalòn “No ghe xe mia zente ciò.” Arlechin: “I gavrà proibìo la trasferta anca ai Valdagnesi.” Poi, invece, il Palalido gradualmente avrà più degna cornice di pubblico.
Valutando i due starting five la partita sembra impossibile, per Valdagno. La squadra di casa entra in completo blu con Cunegatti, Zen, Campagnolo, Fariza e Bicego; i bianconeri toscani rispondono con Barozzi, Montigel, Palagi, D’Anna e Jepi Selva. L’inizio, però, è tutto dedicato a Stefano Campagnolo che, due giorni fa, ha avuto un grave lutto: un minuto di silenzio ed uno striscione lo abbracciano. Fischia una coppia inedita da noi, Galoppi e Uggeri; sono due magrolini speculari, uno fischia contro Tizio, l’altro subito contro Caio (la partita sarà facile da gestire e senza contestazioni).
Ora, per dover far di cronaca, ci dovremmo ancora rifugiare nel Carnevale e in Stendhal con la sua frase “Mi metterei volentieri una maschera sul volto e con diletto cambierei il mio nome” pur di poter celebrare una prova coraggiosa dei nostri ragazzi; ahinoi non sarà così.
L’inizio viareggino è furente e D’Anna trova subito una deviazione al volo in porta; non è passato che un minuto e siamo già 0-1. Un vera spernacchiata del Burlamacco. Tutto il primo tempo poi trascorre con un Valdagno che cerca di ragionare, ma è lento, a tratti poco concentrato. Gli avversari cercano le ripartenze con un magistrale Cunegatti che li ferma, ovunque provino. Franco Vanzo alla balaustra pare indemoniato, gesticola, si gira e borbotta con l’alone, rosso fumo, che gli circonda il viso; poi è time out e recupera l’aplomb da vero signore. Fa male a dirlo ma il pallino è in mano ai toscani di Bertolucci. Solo la fine del tempo movimenta il match. A due minuti dal riposo Zen insacca di “corpo” e la rete è annullata, mentre a 17 secondi dal termine un incredibile palla persa è trasformata in rete da Jepi Selva per lo 0-2.
I commenti in tribuna narrano di giocatori indisposti, vittime di malanni stagionali, stanchi; qualcuno azzarda a dire che il merito è della difesa viareggina, squadra sulla cui caratura tecnica non si può discutere. Nemmeno gli arbitri si sono dannati, fischiando solo sei falli di squadra in tutto e ridendosela tra loro (2-4).
Il secondo tempo non si apre con auspici migliori. La prima azione valdagnese arriva addirittura ai 45 secondi, tanta è la difficoltà di penetrazione in avanti. Il biancoblu danzano un minuetto metodico, ma poco produttivo, portano avanti palla, sono chiusi e la restituiscono dietro, alla ricerca della botta da fuori liberatoria e scontata. Viareggio attende senza strafare e riparte. Al minuto 12 e 32, nel bailamme di azioni individuali, la pallina nera sorride a Jepi Selva, che s’inventa uno slalom in area veneta e ruba il tempo a Cunegatti per lo 0-3. Valdagno pare assistere impotente.
A 5.20 dalla fine, tuttavia, un gran tiraccio da fuori è deviato in rete da Bicego: 1-3 e Valdagno riprende fiato. Non passano nemmeno venti secondi, però, quando una steccata colpisce Sergio Silva (ex dei tempi d’oro) e gli aribitri decretano un penalty. Silva ritarda, apposta, troppo la battuta e Cunegatti si muove, ricevendo un richiamo ufficiale del tutto immeritato. Sergio Silva torna sul dischetto ed ora batte facilmente il portiere valdagnese, sotto minaccia del blu: 1-4. Se non s’intuisse (e non si conoscesse) la forte vena polemica del portoghese, si direbbe che l’esultanza al suo gol, su rigore, è parsa ai più fuori misura e profondamente ridicola. Il finale di partita è giocoforza più rapido e i contatti più frequenti. La coppia speculare arriva a 9-9 falli di squadra e, in tribuna, si scommette sul “nemmeno questa volta fischieranno il decimo a favore del Valdagno”. Scommessa facilmente vinta, con il fischio del decimo pro Viareggio, che un generoso Muglia butta alle ortiche. Poi, liberatoria, la fine.
Carnevale finisce così, senza gioia, con un pareggio del Cremona, che preoccupa la classifica valdagnese; da troppo tempo manca quel quindicesimo punto che potrebbe valere l’A1. Ora le ceneri si andranno a prendere nella lontana terra di Puglia, in umiltà e grinta, a casa di quel Giovinazzo cui i tre punti necessitano come l’ossigeno a un subacqueo. Sarà il “memento mori” per evitare un drammatico spareggio a Thiene e poi in casa con Sarzana. Il Carnevale è finito e non si può davvero più scherzare, né sbagliare, né mai mollare.

Parole chiave: Serie A1, Giornata 18, Valdagno, CGC Viareggio,
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