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Valdagno raggiunge il terzo posto grazie all'ennesima rimonta


La squadra di Franco Vanzo soffre per tutta la partita contro un Lodi ben disposto in pista e trainato da un Malagoli in formato nazionale. Soltanto nelle battute finali i vicentini ribaltano il risultato.

Scritto da Enrico Acerbi - Pubblicato il 01/12/2014 - 10:59 - Ultima modifica 06/12/2014 - 17:43

Dovessi iniziare con una esclamazione direi sicuramente: “Wasken che roba ragazzi!” È un peccato mortale che la grottesca burocrazia italiana non abbia consentito ai tifosi lodigiani di vedere quest’epica battaglia. In pista ancora una volta Valdagno è stato costretto a rincorrere, ancora una volta il cuore ha superato la concretezza. Il Wasken Lodi si è dimostrato una signora squadra, la più bella vista al Palalido quest’anno, un gruppo che meriterebbe una delle prime sei posizioni per come gioca.
Chapeau Aldo Belli!
Va subito premesso che non è stato il miglior Valdagno. La fatica dopo Francia e Trissino ha inciso su molti singoli atleti generando parecchie imprecisioni; tuttavia questo gruppo non ha pari per determinazione e volontà, non cede mai, contro avversari organizzati, contro la scarsa forma e contro, a volte, la sfortuna. Chapeau Franco Vanzo!
Le squadre entrano in campo nelle divise classiche (bianco) blu e giallorossa; anche questo crea clima di antiche sfide, per un pubblico non numerosissimo ma appassionato. I blu pattinano l’inizio con i soliti noti, Cunegatti, Lopez, Ghirardello, Ordoñez e Tataranni, mentre Lodi non schiera il suo Deus ex Machina, Domenico Illuzzi (dicono abbia problemi fisici); con Català entrano tre attaccanti Malagoli, De Rinaldis, Rossi e un “falso nueve”, Trento. Fischiano Eccelsi e il collega che possiede più vocali al mondo, il sig. Iuorio; Sergio Nicoletti dirige il tavolo.
Il ritmo d’inizio non è velocissimo; il possesso palla del Lodi sembra addormentare la partita. I giallorossi però scattano come elastici, quando recuperano palla. Dopo quattro minuti inizia lo show di Andrea Malagoli: al minuto 21’ segna in ripartenza in superiorità numerica 2 vs 1; dopo un minuto tira una bomba dalla sua metà campo e lascia di stucco Cunegatti. Valdagno va sotto 0-2 senza nemmeno aver capito perché, nel momento in cui sta riprendendo la matassa del gioco. La squadra veneta reagisce con lentezza, ma preme. Al minuto 16’29" ancora Malagoli sul palcoscenico: subisce un Blu (un po’ severo) per fallo su Ordoñez. Il sanjuanino va al diretto ma centra il palo (prova sfortunata la sua quanto a conclusioni, ma tanto lavoro in pista). Nel powerplay gioca solo Valdagno, ma senza precisione a rete e Català difende senza grossi affanni, (prima comunque due recuperi miracolosi). I lodigiani tornano in quattro esterni ed entra Mimmo Illuzzi; non pare fuori forma. Il giovinazzese rallenta ad arte il ritmo, tergiversa con i suoi passaggi “no-look” e aspetta le ripartenze; dalla panchina Belli sembra dirigere una partita a scacchi. Ad un certo punto Illuzzi scatta in affondo e una smorfia sul viso tradisce il suo malanno... ben celato. Per poco Lodi non dilaga su alcune disattenzioni difensive, grazie a un avversario con troppa voglia di recuperare. Valdagno trova l’1-2 a dieci minuti dall’intervallo, dopo un tiraccio di Lopez che Tataranni gira in rete.
Forse qui arriva il momento più confuso del match: Valdagno fa gioco, ma è preda della frenesia; Lodi risponde secco. I giallorossi si lanciano spesso in contropiede, creano un sacco di azioni, non tutte pericolose alla fine. A sei minuti dalla sirena parte di nuovo l'attore protagonista, Malagoli, che, indisturbato scende e, dal vertice dell’area valdagnese, accompagna un tiro incrociato in rete, sulla sinistra di un attonito Cunegatti. Franco Vanzo gira la testa di scatto all’1-3. Valdagno ora gira il match.
Mi scopro a canticchiare una hit di Lucio Battisti: “sei o non sei … sei o non sei … al di sopra di ogni mia grande passione … Confusione … confusione, mi dispiace se sei figlia della solita illusione e se fai confusione...” E mentre scuoto la testa rivedendo i lampi giallorossi saettare, come in un western di quelli buoni, arrivano i nostri, anzi gli Indiani (mi erano più simpatici). A due minuti dalla fine del tempo, Maxi Oruste, stanco di ragionare s’inventa uno slalom, si porta in mezzo all’area di Lodi, in “estilada”, e dal basso fulmina il catalano: 2-3. Anche Tataranni ora lancia il suo “hoka-hey”; prima tira il tomahawk sul palo e in un impeto di ira, sacramentando, va a pareggiare a un minuto dal fischio: 3-3 e tutti al vestuario.
Le squadre rientrano in pista con ancora nelle orecchie l’eco della “furia blu”. C’è Illuzzi per Lodi, il trio ispano-argentino più Bertoldi per Valdagno. I blu partono con determinazione. Un bellissimo scambio Oruste-Ordoñez scheggia il sette di Català e su una decisa azione di Bertoldi, Iuorio decide per un rigore. Deve essere una questione di testa, ma quest’anno i diretti del Valdagno non entrano mai: Ordoñez tira su Català, l'arbitro "diteggia" di ripetere, ed è ancora palo dello sfortunato l’argentino. Dietro emerge Lopez in buoni recuperi-palla, prima che la stanchezza lo colga. Al minuto 19’ Illuzzi si trova davanti da solo, Ordoñez, coprendo come può, lascia mirare il pugliese a mo’ di cecchino: 3-4. Tutto da capo! Ostrega!
Il Valdagno continua a far gioco e a concretizzare poco, ma ora per Lodi inizia a calare il ritmo. Si va avanti così sino a nove minuti e mezzo dalla fine, quando Trento sorprende, ancora da fuori, ancora Cunegatti. Adesso la rabbia veneta si fa drammatica ed è un valdagnese che, brandendo la lancia e scuote le fila: batti e ribatti in area, Bertoldi vomita la palla in rete: 4-5, climax. Il ragazzone, ex Prato ed ex “finto Valdagno”, è furia pura, schiuma tra i denti. Travolge Malagoli e causa il decimo fallo di squadra. Tira Illuzzi, fuori; si ripete e Cunegatti sventa, mancano sette minuti e mezzo. Gli “apache” veneti ora circondano i lodigiani schierati in quadrato, come Custer a Little Big Horn. Mancano sette minuti e Tataranni s’inalbera, per un presunto pattino volontario in area avversaria; si arrabbia a tal punto, che genera una mischia, la palla esce all’esterno, arriva Ordoñez e insacca. É la fine della maledizione di San Juan e 5 pari. Mancano cinque minuti e che grinta!
Gli “apache” urlano con lo stridore delle ruote dei pattini, lievitano i falli di squadra, i tamburi del Palalido fanno sarabanda. Ordoñez prende palla in area lodigiana, tira, la palla sbatacchia, svirgola fuori, entra Tataranni che segna: 6-5, urla di gioia e Valdagno avanti. A un minuto e mezzo dalla fine gli arbitri fischiano il decimo fallo di Lodi; va Tataranni al dischetto, nulla... nemmeno Zeus segna su tiro diretto a Valdagno. Lodi arremba un finale asfittico, Valdagno controlla la pallina come può e arriva la fine.
Valdagno, dunque, giunge al suo target “terzo posto”, e dovrà confermarlo al prossimo derby. Chi vi racconta, invece, chiede venia per le cronache enfatiche, troppo “colorite”. Il fatto è che, anche se è bello vincere-stravincere, questa squadra mi genera epica a tastiera ed io… mi diverto un sacco a vederla in pista.

Parole chiave: Serie A1, GIornata 9, Valdagno, Lodi,
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