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Valdagno a valanga sui francesi, ma La Vandéenne si arrende solo alla fine


La squadra di Vanzo si riprende il secondo posto del girone, ma soprattutto si mette in posizione di vantaggio rispetto a un eventuale arrivo in parata con i transalpini. Decisivo il finale di partita in cui gli avversari sono crollati sotto i colpi di Tataranni & C.

Scritto da Enrico Acerbi - Pubblicato il 15/12/2014 - 10:19 - Ultima modifica 28/12/2014 - 19:42

Narrano che nel 1495, tre anni dopo la fortunata crociera di Colombo, il Re di Francia Carlo VIII volesse tornare a casa, con le sue truppe stanche e senza viveri. Il 5 di luglio incontrava i mercenari della Lega Veneziana a Fornovo, chiese di poter passare e ritirarsi oltre il Taro, ma gli Italiani opposero rifiuto. La rabbia degli stanchi e sfiduciati Francesi fu talmente immane, che quella battaglia fu ricordata in due celebri parole: Furia francese!
Sabato sera al Palalido s’è visto ancora una volta di che pasta sono i francesi; la loro furia nella lotta, la loro rabbia nel non voler cedere. Valdagno ha avuto la sua rivincita, sonante, eclatante: i puristi dello sport diranno esagerato questo 10-3, chi si nutre di sport dirà invece che “chi sbaglia, poi la paga”.
Valdagno entra in pista con la sua infermeria ambulante, tre acciaccati, due con il casco protettivo e con il classico quintetto: Cunegatti, Ghirardello, Lopez, Tataranni e Ordoñez. I “Vandeani” giocano con Benoit Rainteau tra i pali, Borja Lopez Castilla, Edu Fernandez (capitano), Mathieu Nicolezeau e Carlo Di Benedetto (1 metro e 96 di pura potenza). Dopo un viaggio complicato sono arrivati da La Roche-sur-Yon, città al centro della provincia di Vandea, che vanta il doppio degli abitanti di Valdagno, due palazzetti (di cui uno da 4000 posti che ospiterà i prossimi mondiali di hockey). Per ironia della sorte hanno chiamato la squadra “La Vendéenne”, come la provincia. Ironia perché la rivolta di Vandea fu una spina nel fianco di Bonaparte e perché Roche-sur-Yon fu unica città fedele a Napoleone, prima dell’Impero. Per un po’ si chiamò persino Bourg Napolèon; il Corso la fece ricostruire dopo le distruzioni della fronda cattolico monarchica. I suoi ragazzi “rouge-et-noir” a rotelle di sicuro hanno ereditato l’élan d’epoca, oltre al glorioso passato in N1: otto scudetti e due coppe di Francia in Palmares.
Il match inizia con sette minuti di gioco senza respiro e con le squadre che ribattono colpo su colpo. Curiosamente Huvelin schiera Nicolezeau a fare il pivot in attacco; per un po’ ci va anche Carlo Di Benedetto (solo Dio sa quanto è letale in quella posizione con le sue leve lunghe), poi lo mandano a uomo su Tataranni, che gli arriva all’ombelico. È clamoroso il primo gol dei biancoblu se si pensa che i transalpini lo prendono in contropiede: Lopez scatta in ripartenza e serve Ordoñez che fa 1-0, dopo sette minuti appunto. Al minuto 16’53" inizia il parallelo show arbitrale: Romão estrae un blu per Ordoñez, che esce brontolando. Edu Fernandez (ottima gara) va al dischetto, ma non centra la porta; è il segno del destino, stavolta ai diretti Valdagno stravincerà. La “Furia Francese” si scatena, Cunegatti respinge una scarica di tiri rossoneri e, mentre Valdagno fa fatica a ripartire in inferiorità numerica, l’ineffabile Romão sventola un blu pure a Roberto Di Benedetto. Mancano dieci minuti al riposo e Tataranni fa 2-0. La coppia arbitrale sta salendo alla ribalta. Già nel pre-partita Romão si era distinto nel chiedere una corsia al centro pista, come in piscina, per fare jogging assieme al collega (Leão ovvero Leone, il miglior arbitro lusitano di quest’annata); poi fa iniziare il gioco senza saluto reciproco tra le squadre.
Valdagno, sul 2-0, gioca ancora in inferiorità e subisce un penalty per fallo di Ghirardello su Fernandez; Guibot si fa ipnotizzare da Cunegatti che para il tiro. La Vendéenne ora diventa tambureggiante, prima passa al pressing alto (visto all’Angelmière la volta scorsa), poi rifiata in quadrato lasciando il possesso palla ai Valdagnesi; tante belle azioni francesi, ma manca sempre l’ultimo tocco (forse sul parquet la pallina va troppo più veloce rispetto alla loro pista). L’imprecisione è merce che si paga cara e così, dopo un altro Blu per Roberto Di Benedetto, Ordoñez porta Valdagno sul 3-0 a tre minuti dalla fine del tempo. Romão in portoghese significa Romano ed in onore di Roma, antica madre latina, persegue il suo personale “Summum ius, summa iniuria”. A due minuti e 50 secondi dall’intervallo fa letteralmente andare in bestia Ordoñez per un blu creativo. Il timido Lucas esce imbestialendo, tra stecca e pavimento, rischiando il rosso; non rientrerà più in gara, anche perché un terzo blu gli varrebbe comunque il rosso. Per fortuna ancora una volta i francesi sbagliano il tiro diretto. Dato che Valdagno segna i diretti e La Vendéenne no, i veneti giocano spesso in inferiorità. I Francesi terminano il tempo con veemenza: a 2’9” dalla sirena Nicolezeau fa 3-1, lievitano i loro falli di squadra fino a otto (Valdagno a tre). Il primo tempo finisce con la sensazione che si sia ripetuta la gara di andata; allora fu 0-4 per Valdagno, stasera 3-1 per i biancoblu. Si attende la ripresa con ansia.
Non passa nemmeno un minuto della ripresa quando, Carlo Di Benedetto, stendendo le sue ali come un’aquila, difende la palla e ruota attorno alla porta di Cunegatti; poi la passa a Edu Fernandez che fa 3-2. Qui inizia la grande battaglia finale e cresce l’ansia del pubblico. I francesi mulinano gioco a folate, poi rifiatano lasciando Valdagno in possesso palla; possesso prolungato, senza tiri. Iniziano le bagarre, Romão, colto da improvvisa abiura, non fischia più nulla; ciò genera mischie omeriche che si accendono in area valdagnese. Al minuto 20’ Nicolezeau (forse spinto) vola su Cunegatti ed entra in porta battendo la fronte sul palo; per fortuna nulla di grave, ma un taglio in fronte e sangue sul volto. Per qualche secondo in area veneta si assiste a genuino rugby, più per la foga transalpina, corpi e stecche si ammucchiano e, quando la mischia si apre, compare la barba esterrefatta di Tataranni. Anche l’area rossonera è calda, tuttavia. Rapide ripartenze venete costringono Rainteau a darsi da fare. La Vendéenne getta lo scontro sul piano atletico, Valdagno regge e risponde.
L’equilibrio thriller del 3-2 è spezzato da Mattia Ghirardello, che fa quello che non ti aspetti. Ricordando, in un flashback, il cambio passo di Aguaron, martedì, a Bassano, scatta di colpo, converge in area e fulmina Rainteau sul sette: 4-2 e mancano dodici minuti. Il finale sarà tutto un crescendo, suonato da un Valdagno mai così valdagnese (dentro il Gatto, Bertoldi e Bicego insieme). Trenta secondi dopo il gol di Ghirardello, Bicego inventa una magia. Gira dietro la porta, dribbla un avversario in alza e schiaccia, ruota su se stesso, scuote lo “spazzolone” e, guardando, il portiere negli occhi gli sbatte la palla dietro: 5-2, fine della Francia.
La Vendéenne accusa insieme, di colpo, fatica e demoralizzazione. Dopo un minuto dal gol di Bicego, Carlo Di Benedetto fa un fallo ingenuo: è il decimo e Tataranni fa 6-2. I successivi quattro minuti sono meno frenetici. A otto dal termine Edu Fernandez fa 6-3, ma l’esultanza è stanca, la verve sta cedendo.
Non sia mai! Romão “meravilhao” colma il gap agonistico e si riprende la scena creando dal nulla un penalty contro Valdagno. Il momento è critico: se i francesi segnano, pareggiano il risultato di andata e ciò potrebbe essere d’impiccio nel girone. Roberto Di Benedetto, innervosito dall’esperto Cunegatti, spara sul portiere; la palla schizza lontano, Borja Lopez la cattura e ripassa a Roberto, ma il portiere di Valdagno para ancora. I Francesi cedono del tutto e, mentre si attende l’avvento del Terminator, Romão sfodera il meglio del suo repertorio. Juanjo Lopez, Valdagno, entra in area ed è spinto a terra, al fischio si rialza convinto di battere un penalty, invece è fallo di squadra, contro. La faccia dell’asturiano è quella di un bimbo cui cade il gelato per terra.
Il finale è solo Tataranni, il Terminator. A 2’45" dalla fine, al quindicesimo fallo francese, fa 7-3; dopo quaranta secondi porta lo score ad 8-3, dopo un altro Blu a Guibot. Passano dodici secondi ed il materano si porta davanti a Rainteau, salutandolo con un alza e schiaccia: 9-3. Dopo altri 25 secondi Lopez caracolla a destra e lo serve al centro: 10-3 e sipario, con Vanzo che applaude a scena aperta. La partita finisce tra gli applausi e un capannello attorno agli arbitri, uno spiega e l’altro se la ride; del resto il migliore resta lui.
Così Valdagno ha celebrato la sua “Revanche” e ha vendicato l’amara sconfitta in Francia. Ora, se Vendrell non farà miracoli domani, il passaggio al turno successivo ha basi un po’ più solide.

Parole chiave: Coppe Europee, Eurolega, Valdagno, La Vendéenne,
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