PRATO
«Appena ho deciso di venire a Prato ho pensato a come sarebbe stato giocare al “PalaCastellotti” da avversario». Paolo D'Attanasio, ex giocatore giallorosso ora in Toscana agli ordini di Enrico Bernardini, si prepara alla prima volta in assoluto a Lodi senza indosso la maglia dell'Amatori. Domani sera infatti il suo Prato incrocerà i bastoni con la squadra di Marzella per la terz’ultima partita della regular season.
«Sarà un'emozione particolare - commenta il 25enne attaccante figlio del presidente dell’Amatori -, è da qualche tempo che penso a come sarà cambiarmi in un altro spogliatoio, che non è quello dei locali, a come sarà essere avversario in mezzo a tantissimi amici. All'inizio mi sembrerà strano forse, poi però la partita contribuirà a farmi lasciare da parte le emozioni».
E chissà che D'Attanasio junior riesca a ritagliarsi qualche spazio in più di quanto trovato fino a questo momento in biancazzurro: «Ci spero. Qui non è proprio come mi aspettavo a inizio stagione, ma non rimpiango niente: quella di venire a Prato è stata una mia scelta, che porto avanti con i suoi lati positivi e negativi. Come a Manchester l'anno scorso vado al di là dell'hockey: ho avuto l'opportunità di vivere lontano da casa, di conoscere persone nuove, di vivere esperienze professionali e di cogliere determinate opportunità».
Quella di domani sarà l'occasione per vedere all'opera da vicino anche la sua squadra del cuore, che quest'anno sta primeggiando in campionato: «Fra tutte le pretendenti allo scudetto devo dire che adesso come adesso credo che l'Amatori sia in assoluto la squadra più forte. Il Viareggio ha più esperienza, ma i giallorossi sono più giovani e freschi fisicamente e credo che in un'ipotetica finale al meglio delle cinque partite la condizione atletica conti parecchio».
L’Amatori è protagonista anche in Eurolega, con la storica qualificazione alla fase finale: «Ho visto che il prossimo avversario sarà il Reus - chiude Paolo D'Attanasio -, un avversario ostico come del resto sono tutti gli altri. Peccato perché l'Amatori nelle competizioni europee perde sempre una pedina (in Eurolega possono giocare solo due extracomunitari, ndr), ma giocare una “final eight” dà emozioni immense e i giocatori potranno beneficiare di uno spirito ancor più agguerrito».
Aldo Negri