L'ira del Follonica Hockey sugli arbitri italiani. La direzione di gara di Andrisani e Mauro lo scorso sabato a Giovinazzo ha mandato su tutte le furie il presidente del sodalizio azzurro Massimo Pagnini, che non ci ha pensato due volte ad accendere pc e tastiera per sfogare la sua ira ma soprattutto chiedere rispetto per il progetto follonichese.
«Non è nostra abitudine rivolgersi agli organi competenti per chiedere tutela: cerchiamo, per quanto possibile, di cavarcela da soli, sportivamente e sul campo senza cercare mai scorciatoie, ma dopo l'arbitraggio di Giovinazzo, l'ultimo di una serie già nutrita, non possiamo fare a meno di esternare le nostre preoccupazioni - attacca Pagnini - di fronte ad arbitraggi di tale natura è difficile persino riconoscere la buona fede e non è facile pensare che si tratti solo di errori, specialmente se frequentemente ricorrenti come è stato in questo campionato e dopo prese di posizione del settore arbitrale in campi che, a nostro parere, esulano dalla propria competenza».
Pagnini si riferisce, pur senza citarlo apertamente, ad un "rumor" circolato negli ambienti rotellistici italiani, ovvero una lettera scritta da un gruppo di arbitri ai vertici federali ed al giudice unico per chiedere la squalifica del tecnico Franco Polverini dopo un insulto rivolto in diretta televisiva al secondo portiere del Forte dei Marmi, episodio del quale lo stesso tecnico grossetano si era immediatamente e pubblicamente scusato sia con l'interessato che con il mondo hockeystico in generale.
La cosa ha dato fastidio al Follonica perché tale comportamento da parte dei direttori di gara non rientra per regolamento nelle loro competenze.
«Non vogliamo cedere a queste tentazioni - continua Pagnini- e per questo siamo a chiedere che le prossime partite che ci vedranno impegnati, partite per noi determinanti con scontri diretti che decideranno se meritiamo i playoff o la serie A2, siano sempre arbitrate da due arbitri di provata esperienza e capacità: lo chiediamo per rispetto della nostra società e dei nostri ragazzi, per lo più molto giovani, che crediamo rappresentino un patrimonio da tutelare per tutto il movimento hockeystico italiano».
« Ha ragione il commissario tecnico della nazionale - conclude - a dire che le società potevano fare di più negli ultimi anni per migliorare il livello dei nostri giovani, noi crediamo di aver fatto la nostra parte e vogliamo continuare a farlo, chiedendo rispetto per il nostro progetto».
Michele Nannini