Novara è già al lavoro per iscriversi al campionato di serie B

«Ho deciso di lasciare perché non vedo più un futuro e nemmeno un presente per questa società». E’ laconico Massimo Minetti l’ex direttore sportivo dell’Hockey Novara che aggiunge: «Il comunicato emanato ieri dalla società lascia il tempo che trova, chi conosce la realtà non ha dubbi rispetto a come si sono svolti i fatti».
La polemica, nata dalle dichiarazioni dell’ex vice presidente Nicola Ricci che affermava di aver lasciato la società perché non più in sintonia con la gestione, è stata amplificata dal comunicato stampa, a firma Asd Hockey Novara, diramato di ieri dove Dario Curci (new entry da luglio alla corte del dg Franco Caressa con la carica di team manager) afferma: «Fin dalla prima riunione ho preso atto della criticità della situazione ma ho anche constatato che l’unica persona alla quale tutti addossano le colpe (Caressa ndr) è anche il solo che in vari modi cerca di tenere in vita l’Hockey Novara, l’unica persona che continua a dire che i debiti devono essere saldati».
Poi Curci punta il dito contro le dichiarazioni dell’ex vice presidente Ricci: «Caressa era un membro del direttivo dove a vario titolo partecipavano anche le persone che ora si sono dimesse ma che sapevano, conoscevano ed avallavano le operazioni e che, probabilmente, non hanno mai posto alcun veto, nemmeno dimettendosi a tempo debito se necessario. Ma che invece lo hanno fatto a danni avvenuti».
Nel comunicato si legge ancora che vista la delicata situazione economica la società ha deciso, dopo aver rinunciato al campionato di serie A1, di giocare la serie B. «Questo è il nostro obiettivo - commenta il neo team manager Curci -, stiamo valutando attraverso quali strade percorrerlo». In merito al futuro della società Curci non si sbilancia: «Ora non posso dire nulla, al momento ho l’incarico di verificare la fattibilità del progetto».
Caressa cerca di gettare acqua sul fuoco: «Comprendo le parole di Ricci, fino all’ultimo ha dato l’anima per il club. Mi spiace solo che lui e gli altri abbiamo lasciato in un momento delicato. È brutto rinunciare alla A1, ma la realtà economica ce lo ha imposto. Ripartiamo a piccoli passi».

Marco Tolotti