A 27 anni in cerca della maturità. Per Sergio Festa, in partenza per Paredes con la Nazionale italiana, dove domenica inizierà la rassegna europea, le etichette di “debuttante” non valgono più. Il materano può cogliere i galloni di veterano, in una squadra dove solamente i viareggini Barozzi e Davide Motaran hanno più esperienza dell’attaccante, l’unico insieme ai due viareggini (e Nicoletti), ad aver partecipato all’Europeo 2010 di Wuppertal.
Per Festa è stata un estate intensa, con poche vacanze e tanto lavoro “la preparazione è stata molto intensa, oltretutto il gran caldo non ci ha aiutato – esordisce il materano - I primi tempi facevamo fin fatica ad eseguire gli esercizi tecnici, a causa delle gambe imballate, poi con il passare delle settimane il fisico è andato a posto. Ed ora siamo al top”. E la vecchia pubalgia non si è fatta risentire “prima del raduno ho fatto una settimana di esercizi specifici, traendone un gran beneficio. Questo tipo di lavoro mi ha aiutato ad arrivare pronto fin dal primo lavoro”
Ma quali sono le aspettative di Festa e della sua Nazionale? “Io penso che il podio possiamo tranquillamente raggiungerlo. Abbiamo lavorato benissimo sotto molti aspetti. Non so se riusciremo a mettere in difficoltà Spagna e Portogallo, ma certamente ci proveremo fino in fondo”. Ed un gruppo nuovo non favorisce la cosa “fuori dalla pista noi ci conosciamo tutti e non abbiamo problemi. Abbiamo creato un grande gruppo, solido ed affiatato; – poi corregge il tiro – certo, fai fatica a capirti con giocatori con i quali giochi magari 2 anni in un club, figuriamoci qui, con ragazzi con i quali ci vediamo una volta all’anno. Però sono convinto che faremo bene, abbiamo lo spirito giusto e tanta voglia. Siamo anche consapevoli che fare bene vuol dire porgere le basi per un futuro. Potremo magari andare ad un mondiale con una squadra rodata”.
Questo punto è il nodo cruciale della questione: la Spagna domina ininterrottamente dal 2000, vincendo le ultime sei edizioni. Il Portogallo ha un assetto solido, dove esistono blocchi di grandi squadre con elementi già affermati a livello internazionale (ed esempio il trio Valter Neves, Diogo Rafael e Joao Rodrigues, giocano da sempre con il Benfica campione di Portogallo). L’Italia no, gli Azzurri devono crearsi un identità. Ma è una casa fattibile, che si può creare con il tempo.
Il gruppo c’è, una “squadra” in tutti i sensi potrebbe diventarla. Mariotti sta lavorando bene e qualcosa di positivo a Festa ha certamente lasciato. Più o meno a Lodi vive una situazione simile, con una squadra che ha cambiato quattro elementi. Ma Festa cosa ha appreso dagli insegnamenti dei suoi due allenatori Marzella e Mariotti? “Sostanziali differenze non ve ne sono. Hanno entrambi una mentalità vincente, entrambi provengono da quell’epoca (vincente, senz’altro) ed hanno la stessa filosofia di gioco. Chiaro che sono allenatori diversi e quindi puoi apprendere particolari differenti, ma il concetto globale di hockey è pressoché identico. Sulla difesa, sul contropiede, su alcune situazioni tattiche non differiscono di molto”.
L’Amatori è anche lei una squadra nuova, con giocatori che non si conoscono nemmeno lontanamente, ad esempio Velazquez, Illuzzi e l’incognita Joao Pinto provengono da tre realtà completamente diverse. Sarà difficile trovare l’amalgama dell’anno scorso? “Io credo che gli inserimenti di giocatori di questo tipo avvengono in maniera abbastanza veloce. Esiste già un intelaiatura, un modo di gioco ed ognuno ha il suo compito preciso. Chiaro che si debba lavorare, ma un impostazione esiste già ed adattarsi non dev’essere complicato per atleti di questo calibro”
Nessun problema negli inserimenti, anche se alcune pedine da sostituire sono importanti. Per Festa anche l’Amatori troverà ben presto la quadratura del cerchio “mi spiace che siano andati via degli amici, quello si. Ma è lo sport. Noi siamo professionisti e dobbiamo stare a quello che decidono le società, ognuno ha il suo ruolo definito. Ma sono convinto che i giocatori che sono arrivati sapranno amalgamarsi in fretta”.
Prima la Nazionale, poi l’Amatori Lodi: Festa dedica anima e corpo per le sue squadre, e l’anzianità gli impone un ruolo ben definito, quello di esser d’esempio per i più giovani o per gli ultimi arrivati. Per il resto la sua filosofia, che combacia perfettamente con quella della sport, è semplice: lavorare per vincere. Altrimenti Sergio Festa non sarebbe sull’aereo che vola verso il Portogallo.
Paolo Virdi