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Mariotti: "Spagna e Portogallo più forti, occhio alla Francia


Alla partenza della nazionale azzurra per la Spagna in vista del campionato europeo, abbiamo intervistato il CT Massimo Mariotti sul cammino fatto fin qui e sulle prospettive della spedizione Alcobendas 2014.

Scritto da Redazione - Pubblicato il 11/07/2014 - 12:31 - Ultima modifica 15/08/2014 - 17:08

Massimo Mariotti.

Foto Marzia Cattini

La nazionale italiana è partita questa mattina alle 9.20 dall'aeroporto di Firenze Peretola alla volta di Barcellona dove concluderà con tre partite amichevoli la preparazione al campionato europeo che inizia lunedì 14 luglio ad Alcobendas, alle porte di Madrid.
Il CT azzurro Massimo Mariotti si prepara a guidare questa ennesima spedizione con una squadra rinnovata rispetto al mondiale di Luanda dello scorso settembre: ridotta da tre a uno soltanto la pattuglia degli atleti di origine argentina (è rimasto il solo Federico Ambrosio), inseriti giovani interessanti come Alessandro Verona e Marco Pagnini, recuperato un bomber di razza come Massimo Tataranni e chiamato a sorpresa un difensore esperto come Leonardo Squeo.

Mister Mariotti, come si presenta la nazionale italiana a questo campionato europeo?
"Abbiamo lavorato bene e con grande intensità nonostante che questo impegno arrivi al termine di una stagione lunga e logorante che ci ha costretto a modificare il nostro tipo di lavoro: intenso, ma con momenti di respiro per scaricare le tossine di nove mesi di serie A1. Devo riconoscere che fin dal primo raduno tutti gli atleti chiamati per una possibile maglia azzurra hanno avuto un atteggiamento professionale. Non è stato facile definire l'elenco dei 10 convocati e alcune scelte sono dettate esclusivamente dalla necessità di coprire al meglio tutti i ruoli. Ad esempio, Andrea Malagoli e Giulio Cocco hanno tutte le carte in regola per vestire la maglia, ma gli equilibri richiedono anche la presenza di difensori e non solo di punte".

L'ultima parte della preparazione a Barcellona: perchè questa scelta?
"Abbiamo bisogno di confrontarci con squadre di livello che non conosciamo. Affronteremo tre squadre di giocatori catalani; dobbiamo trovare il nostro equilibrio, soprattutto in difesa dove, a causa dell'assenza di Diego Nicoletti, potrebbe mancarci un punto di riferimento. Con gli inserimenti di Tataranni e Pagnini e con la maturazione di Illuzzi mi aspetto che troveremo la porta con maggiore frequenza, ma dietro c'è ancora qualcosa da registrare perchè non abbiamo difensori puri. Inoltre, credo che fare partite amichevoli serva anche per scaricare in parte la tensione che c'è sempre all'esordio di una nuova nazionale".

La notizia da prima pagina è senza dubbio il ritorno in azzurro di Massimo Tataranni. Perchè questa scelta?
"L'ultimo mondiale ha messo in evidenza che uno dei principali limiti di questa nazionale è la difficoltà a finalizzare il gioco. Massimo ha vinto la stecca d'oro abbiamo deciso di chiedergli questo impegno a favore della maglia azzurra. Si è inserito bene nel gruppo e la sua esperienza ci sarà utilissima anche per far crescere i giovani che giocheranno con lui. Ha fatto una stagione straordinaria, con un calo nel finale; in ogni caso ha recuperato sul piano fisico ed è pronto per la nazionale".

La sorpresa è invece la convocazione di Leonado Squeo: come è nata?
"Innanzitutto dall'ottima stagione che ha fatto con la maglia del Sarzana dopo alcuni campionati difficili. La sua convocazione è conseguenza diretta dell'assenza di Nicoletti e della necessità di garantire alla difesa la giusta solidità. Squeo nasce attaccante, ma poi si è specializzato in ruoli più arretrati che fanno al caso nostro. La convocazione di Squeo è la dimostrazione che non ci sono preclusioni per le convocazioni in nazionale: chi lavora bene e chi è utile alla causa viene chiamato".

E' una squadra molto assortita: otto esterni provenienti da otto squadre diverse. Non è un problema?
"In questa nazionale non c'è un blocco di partenza e questo, anche per il poco tempo avuto a disposizione per la preparazione, potrebbe essere un problema. Ma questa particolare situazione costringe anche i giocatori a non legarsi agli schemi del proprio club e a fidarsi fino in fondo dei compagni di squadra. Sarà una bella sfida. Per il futuro, spero che con FIHP si possano trovare dei momenti di preparazione che vadano al di là del raduno pre competizione in modo da poter lavorare meglio sul gruppo".

Le novità più giovani sono Marco Pagnini e Alessandro Verona. Come verranno utilizzati?
"Marco Pagnini arriva quest'anno perchè lo scorso anno era infortunato. Ha fatto una stagione molto buona nel Follonica, al pari di Illuzzi nel Lodi, dimostrando di essere finalmente maturati e di avere una loro personalità. Da loro mi aspetto molto. Vengono da squadra di seconda fascia del nostro campionato che non sono abituate a reggere lo stress che il dover raggiungere obiettivi specifici comporta. A livello internazionale questa carenza la si paga e bisognerà dare loro il tempo di crescere anche sotto questo aspetto. Verona è un giocatore umile e duttile, capocannoniere dell'ultimo mondiale under 20. Anche se in serie A1 ha giocato solo spezzoni di partita, credo che sia giusto portarlo, anche perchè nel suo ruolo ne ho bisogno".

Questa Italia ci arriva sul podio?
"Quando si parte si va sempre con i migliori propositi. Realisticamente, tra noi e la coppia Spagna-Portogallo c'è un gap importante che emerge anche a livello di club, dove pure ci sono gli stranieri a tenere alto il livello. Basti pensare che la sesta squadra del campionato spagnolo è venuta a vincere la coppa Cers in Italia battendo la prima e la seconda della nostra serie A1. Il podio ce lo giochiamo con la Francia che è una squadra giovane su cui la federazione transalpina sta investendo parecchio. Cinque giorni fa, in amichevole con la Spagna, i francesi hanno perso 4-2".

L'hockey italiano è in subbuglio. Gli atleti azzurri risentono di questa situazione?
"Sì, la situazione di incertezza ha riflessi diretti soprattutto su quei ragazzi che con l'hockey ci vivono e che sono preoccupati. C'è chi è ancora senza squadra, chi aspetta il pagamento di rimborsi, chi ha problemi a causa del vincono che lo lega alla propria società. Ad esempio, vedere che una norma che avrebbe potuto tutelarci rispetto alla reale corresponsione dei rimborsi spese è stata prima votata e poi cancellata nel giro di pochi giorni ci lascia allibiti".

Parole chiave: Nazionale, Nazionale Senior, Europei Senior, Massimo Mariotti,
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