LODI
Giocatori, tecnici, presidente: la stagione appena andata agli archivi per l’Amatori consegna un lungo elenco di promossi e bocciati.
LOSI 7
Impressionante per continuità di rendimento, alcune prestazioni superlative e pochi errori gravi nemmeno troppo determinanti. Infila quasi quattro gare senza subire gol, mostrando sicurezza e personalità da veterano. Per la terza volta negli ultimi quattro anni è il miglior portiere della Serie A1.
PASSOLUNGHI s.v
Due buone presenze in Coppa Italia e qualche minuto nella trasferta di St.Omer, prima di lasciare per motivi personali. Una decisione che priverà l'Amatori del miglior "secondo" del campionato.
BASSI 5
Richiamato dopo l'addio del “Passo”, si mette a disposizione con impegno, qualità che non basta però a mascherarne gli evidenti limiti, emersi drasticamente nei quattro minuti da incubo giocati col Giovinazzo, in cui subisce quattro gol, figura che lo porterà a perdere il posto in luogo del 15enne Ostagoli.
OSTAGOLI 6,5
La promozione in prima squadra e l'esordio assoluto in gara- 2 col Novara, dove, gettato nella mischia per il blu a Losi, si prende la scena parando un rigore a Gonzalez.
PLATERO 7
La stagione della definitiva consacrazione del “Cabezon”, capitano e trascinatore del gruppo giallorosso. Pochissimi cali di rendimento a fronte di prestazioni sempre di alto livello. Inizialmente un po' offuscato da Velazquez, cresce in maniera esponenziale timbrando anche 28 reti, con le gemme contro il Noia in Eurolega e Viareggio a un secondo dalla fine in campionato. Una sua doppietta spiana la strada per le semifinali nella "bella" col Novara ed è sempre suo il gol dell'illusorio vantaggio in gara-2 a Viareggio in quella che sarà la sua ultima recita in giallorosso. Un campione che saluterà Lodi dopo tre anni, 82 gol e una coppa Italia.
VELAZQUEZ 6
Media tra il giudizio per quanto fatto in pista e le vicende extra pista. Non è stato il crack che ci si aspettava, ha forse condizionato Platero, sia per ruolo pressochè identico che per la sua forte personalità, ma in generale nel rettangolo di gioco è sempre stato importante. Sul giudizio pesano però tutte le vicissitudini di cui si è reso protagonista, dal clamoroso ritardo con cui si è presentato a Lodi a inizio stagione (anche per portare a termine il campionato argentino) ai rientri in patria sotto Natale e quello assurdo di oltre un mese nella fase calda del campionato, che ne ha sancito la definitiva separazione dall'Amatori.
ILLUZZI 6
Un campione in prospettiva che nella sua prima stagione lodigiana si è visto solo a tratti. Una partenza sprint, caratterizzata da una Supercoppa su livelli mostruosi e dalla doppietta all'esordio col Breganze. Poi un vistoso calo di condizione e mesi di anonimato, senza acuti nè di gioco nè in termini di gol, che alla fine saranno solo 14. Finale in crescendo: comunque la base da cui dovrà ripartire il nuovo Amatori.
MOTARAN 5,5
La sua settima annata lodigiana verrà ricordata per i tanti guai muscolari e i pochissimi gol (appena 3). Molto meno minutaggio rispetto all'anno precedente e mai una gara sopra le righe, ma il semplice compitino e qualche “scivolone”.
JOAO PINTO 6
Una prima stagione sufficiente per il “Mustang” portoghese voluto a tutti i costi e sempre ben pubblicizzato da Marzella (che però gli ha poi riservato poco spazio) ma esploso con Bresciani che da subito ne ha fatto un titolare indiscusso. Non è un bomber e lo si sapeva, ma ha svolto un lavoro importante per la squadra, senza mai lesinare grinta. Qualche numero da funambolo e un grande feeling con Tataranni, di cui è diventato partner perfetto, ma un finale di stagione in calando.
FESTA 5
Croce e delizia, come spesso sono i giocatori di talento, se si accende sa essere determinante come pochi: il problema è che ha vissuto per gran parte della stagione a luci spente. La doppietta in Supercoppa, la tripletta con cui ha certificato il terzo posto contro il Bassano e le serie play off sono stati i momenti di vera Festa, dove ha sciorinato la sua classe. In mezzo però mesi con prestazioni ai limiti dell'irritante e un bilancio finale di soli 37 gol totali, mai così pochi da quando è a Lodi.
TATARANNI 7
Chiude la stagione come il giocatore che ha segnato di più in un solo anno nella storia dell'Amatori Sporting, 68 gol, da vice capocannoniere del campionato con 51 gol (altro primato lodigiano) dietro solo a Pedro Gil. Quasi da dimenticare i primi quattro mesi: un ruolo in pista non idoneo alle sue caratteristiche, un feeling con Marzella mai sbocciato, prestazioni deludenti, nervosismo persistente sfociato in qualche espulsione di troppo e alcuni battibecchi col pubblico. Poi i restanti cinque mesi da fenomeno. rigenerato da Bresciani non ha smesso più di segnare, trascinando la squadra al terzo posto e segnando per ventuno gare di fila.
CURTI 6
Chiude la sua prima vera stagione stabilmente in prima squadra con qualche scampolo di partita e due gol con Thiene e Matera, lasciando intravedere una buona crescita con ancora discreti margini di miglioramento.
MARZELLA 4,5
Il vero fattore nella vittoria della coppa Italia e nella cavalcata da record dello scorso campionato, diventa il vero problema e grosso punto debole della stagione 2012/2013. Più che colpe e demeriti da allenatore, ha pagato la pessima gestione soprattutto mentale dello spogliatoio e il clima di continue tensioni creato sin dai primi giorni. Se l'anno scorso aveva lottato anche da solo contro i mulini a vento, quest'anno li ha alimentati continuamente finendo col compromettere tutto. Inevitabile l'esonero di fine gennaio.
BRESCIANI 7
Da epurato della gestione Marzella a salvatore di una barca che rischiava di affondare. Eredita una squadra sull'orlo di una crisi di nervi, la tranquillizza e la rianima fino a condurla in semifinale scudetto, sfiorando il miracolo anche in Eurolega col clamoroso pareggio di Oporto. Psicologo fondamentale prima che allenatore, riporta serenità e cementa il gruppo, senza quasi mai avere Velazquez, ma rigenerando Tataranni e puntando con convinzione su Pinto.
D'ATTANASIO 4
Passa in un anno e mezzo dal primo vero trionfo all'ennesima dura contestazione. Una serie di errori cominciata in estate e proseguita per tutta la stagione, in cui è stato spesso assente lasciando la squadra in balia degli eventi. Dallo smantellamento di una rosa che aveva vinto, alla gestione sconsiderata del caso Velazquez, fino alla burrasca col Matera, culminata con l'ennesimo cambio di panchina della sua gestione. Si ritrova con un club in crisi, del quale dovrà spiegare il futuro.