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Le giovanili del Follonica pronte al via


Tante le attività in programma, in pista e nelle scuole, ma ci sono alcuni problemi per l'inadeguata disponibilità di impianti.

Scritto da Redazione - Pubblicato il 30/09/2005
E’ ripresa l’attività tecnica del settore giovanile dell’ Hockey follonichese. Della categoria juniores si occupa Federico Paghi. La categoria primavera lavora agli ordini di Filippo Guerrieri. La categoria ragazzi è affidata a Giancarlo Fantozzi, che si avvale della collaborazione di Elvio Tacciati e Antonio Mazzini. Degli allievi invece si occupa Alessandro Brizzi insieme a Massimiliano Saitta. Esordienti e principianti sono affidati alle cure di Elena Brizzi, che lavora con Alessandro Saitta e Stefania Brusa..
Tra poco riprenderà anche l’attività di pattinaggio nelle scuole elementari e materne. Lo sforzo organizzativo della Società è notevole, la voglia di fare bene tanta, le ore di disponibilità degli impianti (aimeh!) poche, rispetto alle reali necessità. Ma a Follonica questo è ormai un male comune a tutte le discipline sportive, per così dire, di “palestra”. Per far fronte alla crescente richiesta di sport, occorrerebbe disporre di un altro impianto coperto. Bisogna certamente fare una riflessione sulla disponibilità di spazi adeguati per l’attività sportiva. Ma prima ancora va premesso e riconosciuto che il Comune di Follonica non lesina sforzi e impegno per mettere a disposizione dello sport cittadino infrastrutture di ogni genere: dal palazzotto dello sport alla pista Armeni; dalle palestre scolastiche ad aree all’aperto più o meno attrezzate. Ciò nonostante e pur tributando la dovuta riconoscenza e adeguato apprezzamento, da parte del mondo sportivo, per l’impegno profuso dall’Amministrazione comunale e dall’rganizzazione di Follonica Sport, resta carente la disponibilità degli spazi e, quindi, delle infrastrutture, rispetto alla crescente domanda di sport che emerge dalla popolazione residente. Nell’ hockey si cerca di surrogare con un’organizzazione tecnica attenta, che coinvolge tutti gli istruttori nella ricerca e nello sviluppo di metodi di preparazione sufficientemente efficaci. Questi si riuniscono periodicamente, discutono il loro operato, si confrontano e stabiliscono obiettivi e modalità operative coerenti e progressivamente conseguenti. Ma tutto ciò non può annullare la carenza di ore-pista a disposizione. E così avviene anche nelle altre discipline sportive praticate nella città. Ed è veramente un peccato, perché lo sport giovanile, ancorché prezioso supporto educativo accanto alle famiglie e alla scuola statale, mobilita, coinvolge ed omogeneizza moltitudini di persone (genitori, parenti, operatori sportivi, appassionati) delle più varie estrazioni sociali e culturali. La partecipazione attenta dei familiari degli atleti è preziosa e fondamentale per l’intera filiera dello sport giovanile. A questo vorremmo dare risposte più efficaci. Non è più tempo di improvvisazione. Oggi lo sport è adulto, ha raggiunto conoscenze evolute, tecniche raffinate, metodologie calibrate rispetto alle esigenze di crescita psicofisica dei giovani soggetti sportivi. Tutto ciò però viene frustrato dalla esigua disponibilità di spazi negli impianti sportivi coperti. Le istituzioni pubbliche, peraltro localmente non insensibili, come già precedentemente sottolineato, dovrebbero focalizzare con attenzione il problema, avendo presente che la funzione sociale e l’utilità della pratica sportiva, per la buona salute della civile convivenza, è una priorità non secondaria, bensì paritetica rispetto ad altre certamente fondamentali del vivere di una società civilmente organizzata. Il variegato popolo degli sportivi ha aspettative legittime e ragionevoli, cui le Istituzioni debbono guardare in modo attento e approfondito. Il volontariato da solo non basta a soddisfare questa esigenza sociale.
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