Cerca in hockeypista.it


Archivio completo delle notizie

La sfida di Sergio Unac: costruire il futuro dei Frogs


Intervista all'argentino in forza alla seconda squadra di Seregno che punta con decisione alla promozione in serie A2.

Scritto da - Pubblicato il 04/11/2004
San Juan, la capitale argentina dellâhockey e forse del mondo è un piccolo paese ai piedi delle Ande, un piccolo angolo tanto lontano dallâItalia, ma a cui chi vi è nato rimane legato per sempre:äIo mi trovo benissimo a Seregno, cosi come la mia famiglia: ma penso che un giorno, tra un poâ di anni, tornerò a San Juan, per vivere con i miei genitori e i miei amici di sempre.ä Rivela un poâ di emozione Sergio U–ac mentre parla delle sue origini ,e soprattutto della sua famiglia.
Segno di grande sensibilità per un giocatore che ha rifiutato offerte di squadre di categorie superiori ed ha accettato di diventare il primo straniero della storia dei Frogs:äQuando non sei sposato non ti importa di spostarti da città a città per giocare! Io ho una moglie,un figlio piccolo ed un altroché nascerà a Gennaio. Qui a Seregno ho anche un lavoro, non volevo spostare la famiglia e neppure andare troppo lontano a giocare.ä
Così, dopo il benservito presentatogli dallâHc Seregno, U–ac ha accettato le offerte del patron dei Frogs, Silvano Citterio, ed è diventato un cardine di questo progetto nero-arancio: äHo potuto giocare ad alto livello, sia in Argentina che in Spagna che in Italia. Adesso mi piace stare con i Frogs, soprattutto per lâambiente famigliare che stanno creando e per gli importanti progetti che si propongono, anche con il settore giovanile.ä
Così U–ac affronta una esperienza nuova, dopo aver visto tutto ciò che nellâhockey pista si può vedere, compresa la finale del campionato del mondo, nel 1997 a Wuppertal contro lâItalia:äAbbiamo perso 5 a 0, accidenti: quellâItalia era davvero fortissima. Del mio mondiale ho qualche rammarico: a quel tempo giocavo in Argentina, dove avevo anche un lavoro. Così i miei compagni, che facevano i professionisti,si allenavano 2 o anche 3 volte al giorno, io una sola, così non ho potuto dare tutto quel contributo che avrei voluto.ä
Ma prima di allora câè stato tanto hockey nella vita di U–ac:äHo messo i pattini a 3 anni, a 7 ho cominciato a giocare nelle categorie giovanili: in Argentina le squadre giovanili sono 11, giocano nello stesso giorno, una dopo lâaltra. Eâ una festa che si apre alle tre del pomeriggio e si chiude in tarda serata. A San Juan tutti giocano a hockey e se le famiglie sono in difficoltà per comprare il materiale, le società le aiutano.ä
Poi la scelta dellâesperienza allâestero:äDa noi, chi comincia a giocare pensa sempre a disputare qualche campionato in Europa: sono andato in Portogallo, era difficile perché câerano pochi giocatori Argentini a cui chiedere consigli, opinioni. Adesso, se posso, aiuto gli altri argentini che vengono in Italia: recentemente anche Samuel Amato e Francisco Marrocco sono venuti da me, anche se non ci eravamo mai conosciuti primaä.
Dopo 6 anni in Portogallo, il ritorno a casa, che avrebbe potuto essere definitivo se la crisi argentina non avesse costretto ad una nuova emigrazione, questa volta a Vercelli chiamato da Gianni Torazzo.
Quindi lâapprodo allâHc Seregno, con la promozione in serie A1. E, da questâanno, lâimpegno di far compiere il salto di qualità ai Frogs.

Marco Villa
© hockeypista.it
Tutti i contenuti originali di hockeypista.it sono tutelati dalla licenza Creative Commons e sono utilizzabili e distribuibili liberamente alle condizioni esplicitate in questa pagina.
I contenuti di autori terzi sono tutelati dal rispettivo diritto d'autore e sono utilizzabili e distribuibili solo previa autorizzazione dell'autore stesso.