La Rai all'hockey campione: "Fine delle trasmissioni"

L'incubo è quello di martedì sera monotoni e vuoti. Gli appassionati di hockey pista si sono abituati, da 17 anni a questa parte) a trascorrere il martedì sera davanti agli schermi di Rai Sport (oppure nei palasport, cercando l'inquadratura delle telecamere...) per godersi il posticipo di serie A1.
Potrebbe non essere più così. La Lega Hockey, che conduce la trattativa con Rai Sport per il rinnovo del contratto scaduto alla fine della passata stagione, ha reso noto qual è al momento lo stato della trattativa: Rai Sport propone di mandare in diretta TV soltanto i play off scudetto 2014-2015 (di hockey pista e inline), riconoscendo un contributo di 30mila euro. Siamo lontani anni luce dal contratto biennale da 50 partite e 110mila euro a stagione siglato nell'estate del 2012!
Praticamente, l'hockey rischia di passare dalla copertura completa della stagione con un contributo in grado di coprire i 2/3 delle spese (i rimanenti 60mila euro li metteva la Lega Hockey con risorse derivanti in particolare dalle tasse sugli stranieri), a una copertura di poco più di un mese e con un contributo che coprirebbe appena 1/3 delle spese (con circa 60mila euro da mettere per avere molto della stagione scorsa).
La trattativa è ora ufficialmente in una fase di stallo; il presidente Fihp Sabatino Aracu e quello Lnh Leo Siegel si stanno muovendo per vie diplomatiche per cercare di venire a capo della situazione. Se a favore dell'hockey giocano i risultati della nazionale campione d'Europa (sarebbe davvero imperdonabile oscurare l'hockey nella stagione che porterà gli azzurri al mondiale di La Roche Sur Yon da campioni continentali in carica!), del tutto contraria è la situazione in cui alcune società hanno precipitato l'hockey negli ultimi mesi. La Lega Hockey non lo manda a dire: indebolire la Lega con continui attacchi l'ha resa meno forte al tavolo della trattativa con Rai; attaccarla sul piano finanziario e pretendere la riduzione delle entrate (quote associative e tasse stranieri) ha ridotto le possibilità di integrare con risorse proprie i tagli prospettati dalla Rai.
Le prossime settimane (o più prababilmente i primi giorni di settembre) saranno cruciali per una decisione finale su questo delicatissimo argomento. Checchè ne dicano certi presidenti miopi, sparire dagli schermi di Rai Sport sarebbe un colpo durissimo che l'hockey su pista pargherà in popolarità e immagine negli anni a venire; e, una volta chiusa la porta, sarebbe davvero difficile riaprirla e riprendere quelo "posto in prima fila" che l'hockey ha sempre avuto tra gli sport minori.
Molto difficile percorrere la strada di un'altra emittente TV; Rai Sport non si limitava a dare un significativo contributo capace di abbattere di 2/3 i costi di produzione, ma metteva a disposizione per ogni telecronaca regista, telecronista, commentatore, grafico oltre ad accollarsi i costi della trasmissione satellitare del segnale. Tutte cose che le altre TV non fanno e che, di fatto, porterebbero al raddoppio secco dei costi. Nè sarebbe meno costoso buttarsi sullo streaming che, oltre ad avere lo svantaggio di essere soltanto per addetti ai lavori (non si capita per caso su un sito, non esiste lo zapping su internet!), ha gli stessi costi di produzione di una normale diretta se si vuole un prodotto di qualità. A meno che non ci si accontenti di una telecronaca con ripresa monocamera senza replay e senza grafica e a bassa qualità su livestream: ma vorrebbe dire fare un balzo all'indietro di 17 anni.