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La folle estate dell'hockey italiano a un passo dalla paralisi


La Lega Hockey rinuncia ad organizzare l'attività di A1 e A2 e disdice la convenzione triennale approvata lo scorso 7 febbraio. La FIHP tranquillizza: l'attività si svolgerà come da programma; ma intanto deve decidere chi e come gestirà la prossima stagione. A rischio il contratto con la Rai.

Scritto da Redazione - Pubblicato il 09/07/2014 - 12:04 - Ultima modifica 21/07/2014 - 14:48

L'hockey su pista italiano è in fibrillazione, per usare un eufemismo. Più esattamente, è a un passo dalla paralisi totale in una fase cruciale: quella in cui prende forma la nuova stagione: iscrizioni, calendari, contratto Rai.
Sabato scorso la Lega Hockey ha disdetto la convenzione con cui la Federazione affidava a via Ponte Seveso l'organizzazione dei campionati di serie A1 e serie A2, restituendo a Roma l'organizzazione di tutti i campionati. Un'attività che dagli uffici di viale Tiziano manca da 30 anni: cioè da quando questa convenzione esiste e viene rinnovata anno dopo anno.
E' una decisione epocale che si porta dietro un'altra ed immediata conseguenza: non sussiste più alcun obbligo, da parte dei club di serie A1 e di serie A2, di associarsi alla Lega Hockey per poter partecipare ai rispettivi campionati, ma è sufficiente l'affiliazione e l'iscrizione ai campionati presso FIHP. In pratica, in questo momento, la Lega è tornata ad essere soltanto il sindacato delle società che ne fanno parte come era all'origine, nel lontanissimo 1983, quando la Lega Hockey venne fondata.
Ora il cerino è tutto in mano a Viale Tiziano che si trova sostanzialmente davanti a un bivio: tenersi la gestione diretta dei campionati (compresa tutta la parte che riguarda la produzione TV) mettendo in piedi in fretta e furia una task force in grado di essere immediatamente operativa; oppure sedersi a un tavolo con la Lega Hockey e definire un percorso comune che riporti il controllo delle operazioni a Roma, lasciando a Milano, in tutto o in parte, la parte operativa, almeno per il tempo necessario ad attrezzare adeguatamente la Federazione.
Su una cosa FIHP è stata chiara: l'attività di serie A1 e serie A2 non è a rischio e procederà nel modo stabilito dalle società lo scorso 15 giugno. Il primo step è stato prorogato al 31 luglio, termine perentorio entro cui le squadre dovranno iscriversi ai campionati di competenza.
A rischio, e anche molto forte, c'è invece il rinnovo contrattuale con la Rai. Il clima creato dai dissidenti non aiuta di certo a chiudere un accordo che sarà comunque "lacrime e sangue", con una riduzione prevista del 30% circa (cioè di 30.000 euro) della cifra corrisposta da Rai per i diritti. A complicare le cose c'è il fatto che la trattativa era condotta in prima persona dal Presidente e dal segretario della Lega Hockey, Leo Siegel e Cesare Ariatti: davvero difficile pensare di sostituirli in questo ruolo quando la trattativa è ormai prossima alla conclusione.

Come si è arrivati a questo punto è cronaca recente: il fulcro della rivolta è in Veneto dove il pool vicentino, già da molto prima delle elezioni del 28 dicembre 2013, aveva iniziato a chiedere al Consiglio di Amministrazione della Lega Hockey un nuovo statuto, un assetto diverso degli organi dirigenziali, maggiori dettagli sull'effettivo pagamento delle quote di associazione e utilizzo degli stranieri da parte di tutti gli associati. Con loro c'è, fin da subito, Claudio Bicicchi, estromesso dopo 30 anni dal Consiglio Federale nelle elezioni FIHP del 25 novembre 2012 e successivamente nominato da Sabatino Aracu responsabile del settore tecnico hockey. Nel mirino, soprattutto, i costi per la produzione TV delle partite di serie A1 che da soli impegnano ben oltre la metà del bilancio complessivo della Lega Hockey (dirette TV che, secondo autorevoli presidenti vicentini, contribuirebbero a svuotare i palasport). Insomma: più trasparenza, ma anche e soprattutto meno tasse (soprattutto sugli stranieri) e meno TV. Nel dicembre 2013 le maggioranza delle società vicentine, assieme ad altre liguri, toscane e lucane, sostiene la candidatura di Davide Malagoli, ex azzurro modenese che raccoglie quasi il 40% dei voti. La conferma di Siegel alla presidenza non ferma però il gruppo di Davide Malagoli e Claudio Bicicchi che intensifica la richiesta di documenti e atti agli uffici della Lega, fino alla decisione della Lega stessa di far saltare il banco.
In questo clima di progressiva sfiducia, la Federazione corre ai ripari riprendendosi in pieno il controllo di iscrizioni ai campionati e tesseramento stranieri, in modo da fare da garante nei confronti di tutti i club, ma soprattutto per avere gli strumenti per punire eventuali infrattori. Nelle prossime settimane toccherà proprio alla FIHP decidere come sarà il futuro dell'hockey (su pista e inline) italiano.

 

Parole chiave: Fihp, Lega Hockey,
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