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L'Infoplus Bassano hockey 54 regina del 'Mundialito' di S. Juan 2004


L'Infoplus Bassano Hockey 54 è ritornata ieri dalla tournee in Argentina, lunga faticosa ma con parecchie situazioni positive.

Scritto da Hockey Bassano - Pubblicato il 30/09/2004
Trenta le ore per ritornare dalla culla dell'hockey mondiale, S. Juan, alla cittadina vicentina, Bassano del Grappa, non a caso chiamata la "Città delle Rotelle", un filo immaginario che unisce ben 15000 km. Un successo quello dell'Infoplus davvero inaspettato, se fosse un film lo potremmo chiamare "All'improvviso degli sconosciuti" e cosi' è avvenuto. Si' perchè fino al terzo torneo internazionale le sfidanti delle rappresentative locali erano spagnole e portoghesi, addirittura il Reus Deportivo ha partecipato a tutte le manifestazioni, vincendone ben 2.
A tutti gli effetti il Torneo Internacional di Hockey Sobre Patines San Juan 2004 è un Mundialito, quello che si disputa di solito nel calcio con i migliori club del mondo, e già l'anno prossimo il Bassano Hockey 54 è stato invitato come detentore del trofeo, un doppio onore per la nostra città e per la nostra disciplina.

Argentina, terra di immigrati, soprattutto Italiani e per tutti la gioia di vedere al top dell'hockey mondiale una rappresentativa della loro terra natia o di quella dei genitori o dei parenti. Quante volte in questa settimana, la gente comune è venuta a presentarsi e farci sapere che qualche parente era italiano e che erano felici di vedere una squadra quasi totalmente tricolore nella terra sudamericana, un calore possibile solo in poche località al mondo. 5500 persone, quasi 6000, nell'ultimo giorno del torneo, in silenzio ad assistere a Reus-Bassano, e ad applaudire i nostri per la vittoria finale e per i gol del loro "ex" Martin Montivero. Una sensazione più unica che rara.

Un gran bel torneo, ricco di spunti più agonistici che tattici. Una città che vive anche per l'Hockey su pista, con una decina di campi da gioco, uno per ogni quartiere, intesi come i nostri campetti di calcio. Piste scoperte, dove tutt'ora si gioca a livelli molto alti, con a fianco l'immancabile segreteria, nonchè di un reparto spogliatoi; da un lato le panchine con l'immancabile zona stampa e di fronte una piccola tribuna per il pubblico; a fianco o vicino un bar. Stile pista di quartiere, in Italia presenti fino a pochi anni fa, ora cancellate quasi dappertutto dalla geografia urbanistica. Sono stati tre gli allenamenti intrapresi in questi affascinanti templi dell'hockey moderno: uno al Social di San Juan, dove l'idolo attuale del circolo Mauricio Videla, chiamato e da oggi la chiameremo Tatu', fino a 15 anni giocò insieme a niente meno che Panchito Velasquez, prima di approdare già a quell'età in prima divisione, e due all'U.V.T. di San Juan, coperta, stile Centro giovanile, una delle poche in città. Le reazioni dei giallorossi dopo il primo allenamento in una pista scoperta è stata sostanzialmente una sola: affascinante, unica e indimenticabile. Alberto Orlandi è uno dei pochi ad aver iniziato la propria carriera in una pista scoperta in quella di Viareggio e sono tanti gli aneddoti in quel tipo di palazzetto, soprattutto quando la pioggia era tanta e c'era bisogno di tanto lavoro per ripulirla. I tre argentini dell'Infoplus sono nati praticamente su queste piste, Videla, Montivero e l'oriundo Lombino.

Il parco dei giocatori argentini è immenso, e quello visto o solo intravisto nel torneo internazionale all'Aldo Cantoni è davvero di buon livello. Soprattutto la rappresentativa Under 20 è di grandioso livello se pensiamo che sono tutti ragazzini di 18-19 anni, delle lepri indomabili tra cui nasceranno dei talenti del futuro, quali il portiere, premiato con il trofeo della miglior rivelazione, Jaquierz e il duo d'attacco Alvarez e Romero. Tra lo San Juan ottima impressione per Pablo Martin, ex Viareggio, ma in grande spolvero, decisamente migliore rispetto l'avventura nella società toscana. E' stato un po' il leader insieme all'altro ex italiano Fabricio Marimont, realizzatore di molti rigori, e con una vena agonistica eccezionale. Nelle altre squadre spicca il risultato del Benfica, che sembra esser uscito dalla crisi nera dello scorso anno: decisivo l'apporto di Rui Barreros, il migliore insieme a Mariano Velasquez, miglior giocatore del torneo, con soli due voti in piu' rispetto al nostro Martin Montivero, quasi un exequo. Il titolo di miglior portiere è stato della coppia portoghese Silva-Adriao, mentre la coppa disciplina al Benfica. L'hockey argentino comunque ha ancora ampi margini di miglioramento, sicuramente nella parte tattica, vero neo della disciplina in sudamerica, puntata solo sull'attacco e poco sulla gestione del risultato, con conseguenti difese poco organizzate. Se i biancoazzurri sistemano anche questo importante problema, visto che davanti non esistono problemi per l'ottima disposizione e per l'ottima mentalità e fiuto del gol, le rappresentative sudamericane potrebbero diventare fortissime. Bassano, Benfica e Reus docet, con una grande difesa gestiscono anche un buon attacco, però non ottimo come quelli argentini: il primo europeo in classifica marcatori è infatti Gual, spagnolo, in quarta posizione, dopo i fenomeni Montivero e Alvarez e difensor Marimont.

L'interesse riguardo all'hockey nella florida cittadina del nord-ovest dell'Argentina è altissimo. In qualunque negozio o in qualunque esercizio commerciale conoscono l'hockey su pista e tutti più o meno hanno almeno un parente che gioca con i pattini. Nel giornale locale (Diario del Cuyo) ogni giorno è presente una o due pagine riguardanti l'hockey, però sempre le pagine principali sono riservate a Calcio e basket, le discipline principe della nazione. All'Estadio Cubierto di Aldo Cantoni la media spettatori è stata di 4000 persone, con la punta dell'ultimo di quasi 6000 e del penultimo, 5000.
Un pubblico competente e sempre con la famiglia al seguito, e la novità però sono le donne, in un numero esorbitante, soprattutto di seconda età. Il prezzo era modico per entrare, massimo 3 Euro. Non c'è stato mai un solo coro, ma quando in campo c'erano i colori di Argentina, o quando alla cerimonia di Apertura c'è stato l'inno di San Juan e di Argentina, si sono vissuti momenti davvero intensi. I fischi non sono mancati per falli pesanti e gli applausi mai lesinati a chi li meritava. I bambini, tanti, poi sono sempre a bordocampo, a ricercare autografi di tutti e perchè no qualche gadget, disturbando a volte anche la panchina durante la partita, ma per i "ninos", i giocatori facevano anche uno strappo.

Ottima l'organizzazione del torneo, sempre presente alle richieste delle squadre e della stampa con la possibilità di interviste anche durante gli intervalli e la disposizione di una sala stampa attrezzatissima, degna di un grande evento dentro i palazzetti come pallavolo e basket insegnano.

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